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«Louis, no».

«Sono innamorato di Zayn, ma non posso cancellare quello che provo per te, e so che tu sai di che cosa sto parlando. Qualunque cosa ci sia tra noi... c'è dalla prima volta che ti ho incontrato. È come se non fossi mai sazio di te, ma tu non fai altro che allontanarmi. Non hai mai fatto altro!».

«Perché io non sono quello di cui tu hai bisogno, Louis!».

Feci un passo verso di lui. «E allora perché mi hai baciato, Harry? Sapevi che quel bacio avrebbe cambiato tutto, e così è stato. E allora spiegami, perché lo hai fatto?».

Si passò una mano tra i capelli e fece un sospiro frustrato. «Ne avevo bisogno». Fece un passo avanti e la distanza che ci separava diminuì. «Non riesco a pensare ad altro che a te, e questa cosa mi sta facendo impazzire! Avrei dato qualsiasi cosa per quel bacio, e sapevo che non avrei avuto una seconda occasione, perciò ho dovuto farlo. Dovevo sapere se anche tu provavi qualcosa».

Allungai le braccia, esasperato. «Non è evidente? Non è evidente che sono innamorato di te?».

La sua bocca piombò sulla mia e il mio urlo di sorpresa si trasformò in un gemito. Mi prese le gambe, le mise intorno alla sua vita, mi spinse contro il muro, le sue labbra divoravano le mie.

«Ripetilo».

Ora aveva il respiro corto, mi baciò di nuovo.

«Harry». Gli sfiorai il volto per costringerlo a guardarmi. «Ti amo».

Un ampio sorriso si aprì sul suo volto, poi lo baciai. «Dio, Louis, ti amo così tanto, così tanto», ringhiò sulla mia bocca.

Harry mi portò in camera e cadde con me sul letto. Gli afferrai il bordo della maglietta, e quando si rese conto di quello che stavo facendo, mi lasciò andare il tempo strettamente necessario per togliersela e gettarla via. Le nostre bocche si scontrarono di nuovo, rabbrividì quando feci scorrere i polpastrelli sul petto perfettamente scolpito e sulla pancia.

La mia maglietta finì a terra accanto alla sua, ed ebbi l'impressione che tutto il mio corpo stesse andando a fuoco quando mi riempì di baci dalla bocca fino al tatuaggio che mi aveva fatto. Si muoveva così lentamente che pensai che sarei impazzito: mi tolse i pantaloni e li aggiunse alla pila di vestiti. Si scaraventò su di me, ma ancora non era abbastanza. Forse non sarei mai stato abbastanza vicino.

«Ti voglio». Ansimò contro il mio collo e mi mordicchiò la scapola.

Allungai la mano verso il bottone dei pantaloni, in qualche modo riuscii ad aprirlo.

«Ti prego, Harry, non voglio più aspettare». Sussultai quando mi fermò la mano. «Voglio che tu sia il mio primo uomo».

Si tirò indietro e mi guardò in faccia. «Non posso».

«Non mi vuoi?». Spalancai gli occhi mentre il cuore mi sprofondava nel petto. Non ero preparato a una cosa del genere.

«Ma certo che ti voglio!».

«Io non... non capisco».

La sua espressione era imperscrutabile, mi fissava e basta.

«È perché sono vergine». Era un'affermazione, non una domanda: chiaro che non voleva stare con me, mi prendeva sempre in giro per quel motivo.

«Non è quello che pensi. Fidati di me, voglio farti mio».

Mi nascosi il volto tra le mani. «E allora, ti prego...», sussurrai.

«Cucciolo». Nella sua voce si sentiva chiaramente il dolore. «Non puoi volerlo fare con me. Con tutto quello che ho fatto... non mi merito una cosa del genere».

Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora