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La mattina successiva aprii di scatto gli occhi quando avvertii qualcosa che mi stringeva i fianchi. Abbassai lo sguardo e vidi dei tatuaggi che ricoprivano un avambraccio muscoloso, avvinto attorno ai miei fianchi. Rimasi senza fiato quando mi ricordai che avevo dormito nel letto di Harry.

Mi divincolai dal suo abbraccio e scattai via dal letto con un movimento così fulmineo che mi girò la testa. Il cuore accelerò di nuovo i battiti, quando i miei occhi si posarono sul petto nudo di Harry. I tatuaggi gli arrivavano fino alle spalle e per qualche ragione mi facevano venire voglia di seguirli con le dita, di posare le mani su quegli addominali ben scolpiti, sul petto.

Cielo, quel ragazzo era meraviglioso. Harry si tirò su a sedere imprecando. Finché non mi riconobbe. «Gesù, cucciolo! Mi hai quasi fatto venire un infarto. Pensavo di aver portato qui un ragazzo».

Si lasciò ricadere sul cuscino, coprendosi il viso con le mani. Quella risposta mi riportò di scatto alla realtà. «Harry?» «Sì?» «Mi dispiace fartelo notare, ma io sono un ragazzo». Abbassò le mani e mi fissò con aria severa, eppure questo non gli impedì di esaminare il mio corpo con attenzione.

Avevo le guance rosse quando alzò di nuovo gli occhi. «Me ne sono accorto ieri notte, credimi». Evidentemente la mia espressione confusa lo spinse a spiegarsi meglio, perché aggiunse: «Voglio dire, per un attimo ho pensato di aver fatto restare un ragazzo a dormire qui». «E...».

«Un ragazzo con cui ero stato a letto, cucciolo. Credevo di essermi fatto uno e di averlo fatto rimanere per la notte». «Oh». Sbuffò.

«Scusa, è troppo volgare per te, Cucciolino della Castità? Non è un linguaggio adatto alle tue nobili orecchie?»

«No, è solo che non riesco a capire quale sarebbe il problema». Harry fece un profondo respiro, appoggiandosi su un gomito, e mi guardò fisso negli occhi. «I ragazzi con cui faccio sesso non hanno il permesso di venire nella mia stanza, e tantomeno di restare qui per la notte. Questo è l'unico posto che è mio e solo mio, e io non ho alcuna intenzione di dividerlo con nessuno».

«Quindi vai a letto con degli uomini e poi li costringi ad andarsene?». Non volevo nemmeno sapere dove facesse sesso. «Non ci vado a letto, me li scopo. E poi li costringo ad andarsene».

Scuotendo la testa, mi avvicinai alla porta. «Sei un porco». Lui fece una risata secca e mi guardò mentre mi allontanavo. Andai in soggiorno e vidi Niall seduto al tavolo della cucina con un altro inquilino. Appena mi videro smisero di parlare. E io che pensavo di aver già raggiunto il massimo dell'imbarazzo.

Niall mi guardò con un'espressione da cane bastonato, si alzò dalla sedia e mi spinse verso il soggiorno. «Lou, mi dispiace così tanto. Brad mi ha appena raccontato tutto». La sua voce si incrinò. «Ti giuro che non volevo metterti in imbarazzo. Non era mia intenzione. So che ci siamo appena conosciuti, ma non vedevo l'ora di condividere la stanza con te e non riesco a credere di averti ferito così dopo averti appena incontrato».

«Non c'è problema, davvero. Ne ho sentite di storie di sbronze, lo so che non ti rendevi conto di quello che dicevi».

«E invece il problema c'è, eccome! Dovresti odiarmi». Annuii e guardai Brad che mi fissava con un ghigno.

«Be', non ho alcuna intenzione di rivedere questi ragazzi, perciò non hai motivo di preoccuparti per me». Gli sorrisi, cercando di alleggerire la situazione. Anche se mi sentivo ancora umiliato, non sono mai stato una di quelle persone che tengono il broncio, e non avevo certo intenzione di iniziare in quel momento.

Ero andato in California per cominciare una nuova vita, e anche se in realtà, a quanto pareva, avevo fatto dei bei passi indietro, ero ancora convinto di prendermi il meglio da quell'esperienza.

Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora