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Mamma fece capolino alla porta. «Sono appena tornata dal mercato. Pensavo che voi due foste a lezione». Oh, grazie a Dio non aveva sentito quello che ci stavamo dicendo.

Io e Niall quella domenica ci eravamo presi il pomeriggio per parlare di tutto quello che mi stava succedendo. Avevo detto a tutti che mio padre avrebbe avuto un altro figlio, ma avevo parlato della mia decisione solo a Niall e Zayn fin'ora.

«Ehm... mamma?». Sul suo volto calò una maschera di preoccupazione.

«Oh, Louis, tesoro, che succede? Ma avete pianto, voi due?».

Ni' mi strinse la mano e ci mettemmo a sedere sul letto. Mi fece un cenno con il capo per rassicurarmi, e a quel punto guardai di nuovo sua madre e feci un profondo respiro. Ma non riuscii a dire nemmeno una parola perché scoppiai a piangere di nuovo. In qualche modo, tra i singhiozzi e le lacrime mormorai: «Ho deciso di adottare il bambino di mio padre».

Anne non era arrabbiata, proprio come aveva previsto Ni': era solo triste per me. Scoppiammo tutti a piangere, e rimase solo un po' scioccata dal mio coraggio.

Le dissi anche che Zayn non mi avrebbe aiutato in tutto questo perchè l'avevo tradito.

In realtà, sembrava sollevata. Io e Ni' ci scambiammo un'occhiata confusa, ma Anne non disse nulla. Fortunatamente non si mise a fare domande quando le dissi che volevo rompere con Zayn prima di rivelarle con chi l'avessi tradito.

Giurò di non dire nulla ad anima viva, a parte Robert e poi corse a chiamare l'avvocato di famiglia . La sua unica richiesta fu che io e Ni' prendessimo in seria considerazione l'ipotesi di lasciare il dormitorio e trasferirci a casa loro.

«Sarà più sicuro per te e il bambino, e finchè non nasce, potremmo darti qualche dritta da genitori», argomentò.

Io e Ni' non avevamo nulla in contrario: tanto, se non eravamo a casa di Harry, stavamo quasi sempre lì. Usavamo il dormitorio soprattutto se litigavamo con Zayn e Bianca. E dopo aver parlato con Zayn, avevo la sensazione che non sarei più stato il benvenuto in quella casa.

«Oh, e dovresti anche chiamare tuo padre». Quella sì che sarebbe stata una conversazione difficile.

Lo chiamai immediatamente, due volte, e lui non rispose. Non che mi aspettassi nulla di diverso: era dalla sua telefonata che non ci parlavamo, ma preferivo dirglielo al telefono invece che via mail. Sfortunatamente, non mi lasciava altra scelta.

Presi il computer e scrissi una veloce e-mail annunciandogli che avrei adottato il suo bambino che gli piacesse o no. Ho approfittato dell'occasione anche per parlargli della mia omosessualità, visto che ormai non m'importava più del suo giudizio.  Gli chiesi di chiamarmi per parlarne e gli dissi che gli volevo bene.

Sapevo che avrebbe risposto subito, perciò mi misi a sedere e aspettai. Avevo ragione. Avrei dovuto prevederlo, ma persino Ni' si lasciò sfuggire qualche parolaccia quando lesse la sua e-mail e attraversò di corsa il corridoio, chiamando ad alta voce sua madre per raccontarle tutto.

Hai fatto delle scelte, adesso devi accettarne le conseguenze. Non sei più il benvenuto a casa mia. Ho già pagato per questo semestre, ma se vuoi continuare a frequentare l'università puoi benissimo trovare un modo per sostentarti da solo. Adesso ho da fare, Louis, non ho tempo per discutere con te.

Avevo la sensazione che qualcuno mi avesse tirato un pugno nello stomaco, ma arrabbiarmi per un padre che non mi aveva mai voluto era inutile. Mi sforzai di sorridere quando Ni' e sua madre tornarono.

«Be', due persone avvertite... Ne mancano solo tre».

Gli occhi di Anne si riempirono di lacrime, ma annuì. «Ho fissato un appuntamento mercoledì prossimo, tesoro».

Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora