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Quasi dodici ore più tardi, dopo due tragitti in macchina e due voli, ero nella mia camera nello studentato della San Diego State University. Il mio nuovo compagno di stanza non era ancora arrivato, ma nelle ultime settimane ci eravamo scambiati qualche e-mail, e sapevo che viveva poco lontano da lì. Sarebbe arrivato nel giro di pochi giorni. 

Scelsi il mio lato della stanza e mi affrettai a sistemare le mie cose prima di fare una doccia e buttarmi sul letto. Guardai il telefono e con un gemito mi accorsi che erano quasi le due del mattino. A casa, a quell'ora sarei già stato alla base con Sir. Era stata una lunga giornata, tra il viaggio e la sistemazione dei bagagli, e con le ultime briciole di energia che mi restavano mi rannicchiai sotto il piumone e mi addormentai all'istante.

<Louis? Loooooouuuuisss! Svegliati!>.

Mi sforzai di sollevare le palpebre quel tanto che mi bastava per intravedere un volto sorridente, proprio davanti a me. Mi alzai di scatto e sollevai le braccia, con tutti i muscoli già in tensione.

<Ehi, ehi! Sono io, Niall!>

<Non ti azzardare mai più! Hai un ultimo desiderio prima di morire?>. Per sua fortuna stavo ancora sognando: con un padre come il mio, è normale svegliarsi sempre in stato di allerta.

Lui ridacchò e si mise a sedere sul bordo del mio letto.

<Scusa, sono almeno cinque minuti che cerco di svegliarti>.

Strano, di solito avevo il sonno molto leggero. <Pensavo che non saresti arrivato prima di domenica>.

<Infatti tecnicamente non mi sono ancora trasferito, tutte le mie cose sono ancora a casa...> Fece un gesto per indicare la sua metà della stanza ancora vuota. <Ma il mio fratellastro e i suoi amici stasera danno una festa gigantesca, e così mi sono detto che magari volevi venire anche tu>.

Tutto ciò che sapevo delle feste erano i racconti dei ragazzi alla base. Cercai di nascondere la mia eccitazione e alzai le spalle, indifferente. <Certo. A che ora?>.

<Non inizia prima delle nove o giù di lì, perciò abbiamo ancora un po' di tempo. Ti va di prendere qualcosa al volo per cena?>

<CENA? MA CHE ORE SONO?>. Afferrai il mio telefono, ma non guardai nemmeno l'ora: venti chiamate perse di Sir.

<Merda, devo richiamare Si... uhm, mio padre. Ma poi mi preparo subito e possiamo uscire>.

Niall non si mosse dal mio letto, e io decisi di lasciarlo lì: se ne sarebbe andato subito appena l'avesse sentito urlare. Controllai l'ora un attimo prima di premere il pulsante verde e rimasi senza fiato. Avevo dormito per quasi sedici ore: mio padre mi avrebbe ammazzato. 

Come previsto, rispose al primo squillo e si lanciò subito in una terribile tirata d'orecchie; Mi rimproverò perchè non gli avevo fatto sapere che ero arrivato sano e salvo in California, e soprattutto perchè non gli avevo risposto al telefono. Disse che era stata una pessima idea lasciarmi partire. 

Mormorai tutte le scuse che gli dovevo e cercai di ignorare Niall che ridacchiava. Io e Sir non parlavamo mai, ma quando si arrabbiava non era certo una cosa da prendere alla leggera.

<Fratello, è ora di volare via dal nido, non credi?>

Sospirai di sollievo, contento che la conversazione fosse finita, e risposi: <Sì, be', sono tutto ciò che gli rimane>

<Dov'è tua madre?>

<E' morta>.

Spalancò gli occhi <Mi dispiace, non lo sapevo!>

<Non preoccuparti>. Accettai le sue scuse con un gesto della mano. <Non l'ho mai conosciuta>.

Lui annuì e non disse nient'altro.

<Però conosco mio padre. Questa e la prima volta in tutta la mia vita che mi allontano da lui, e penso sia preoccupato. Adesso sa che sono vivo, e probabilmente non lo sentirò per un bel po'>.

Niall ancora non apriva bocca. Succedeva sempre così, quando rivelavo di essere orfano di madre. Invece di ripetergli di stare tranquillo, mi alzai e mi preparai per la festa.Afferrai il portafogli e vidi l'espressione orripilata di Niall.






Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora