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«Che... che c'è?»

«Hai intenzione di venire così?».

Alzai le spalle, guardai i miei pantaloncini jeans lunghi fino al ginocchio e la maglietta dell'esercito nera e dorata. 

«Sì».

«Oh, no». Ora stava esaminando il mio guardaroba, controllava tutti i  vestiti. 

«Bene, portiamo la stessa taglia, quanto sei alto?»

«Uno e cinquantasette». Sì, lo so. Sono incredibilmente basso.

«uhm. Ok, dài, adesso andiamo da me così ti puoi cambiare».

«Perché, i miei vestiti non vanno bene?».

Sollevò un sopracciglio biondo, strizzò gli occhi e disse: «Diciamo solo che butterò via tutto il tuo guardaroba e domani ti porterò a comprare qualcosa di questo secolo, perché chiaramente non abbiamo tempo stasera.».

Annuii. In tutta sincerità, non avevo mai provato il bisogno di vestirmi alla moda. Non che fossi convinto di essere chissà quale bellezza, niente del genere: semplicemente, non mi era mai sembrato necessario. 

Avevo ricevuto in dono una pelle liscia e occhi azzurri nascosti dietro un ciuffo castano, e avevo sempre pensato che qualsiasi cosa in più sarebbe stata di troppo. 

E poi, ero sicuro che a Sir sarebbe venuto un colpo se avessi osato comprare qualche vestito di troppo.

Prendemmo dei sandwich per strada, e prima che potessi rendermi conto di cosa stava succedendo mi ritrovai vestito di tutto punto, con Niall che mi accostava diversi completi per vedere come mi stavano. 

Alla fine optammo per degli skinny jeans neri strappai, che mi sembravano fasciare anche troppo il sedere, e una maglietta nera.

«Oh! Molto meglio».

«Sei sicuro?». Stavo cercando di tirarmi la maglietta più giù che potevo.

«Ah! No, sei fantastico amico, te lo giuro».

 Proprio come pensavo, quei pantaloni lasciavano poco all'immaginazione. Ho un bel culo, almeno credo, ma quando ogni singolo capo che indossi proviene dallo spaccio della base, non c'è mai modo di mettere in mostra granché. 

«Accidenti, non sono mai stato nemmeno in un centro commerciale.»

«Allora non avrai niente da ridire se domani ti porto a fare shopping».

«Visto che riesci a farmi diventare così figo per una semplice festa, ti lascerò scegliere tutti i miei vestiti».

«Bene, adesso andiamo a prenderci un paio di ragazze».

Mi bloccai, spalancando gli occhi. Non avevo idea di come si parla con una ragazza normale, figuriamoci se sapevo prenderla.

«Uhm, non sono esattamente un fenomeno con l'altro sesso. Cioè, non ho mai avuto una ragazza, niente di niente».

«Cosa, cosa? Ok, aspetta un attimo. Dici sul serio? Non hai mai baciato nessuno?». Rimase a bocca aperta quando strinsi le labbra in una smorfia decisa.

 «Oh fratello, ti prometto che almeno a questo problema rimedieremo prima della fine della serata».

Le mie guance presero fuoco mentre lo seguii in fretta fino alla macchina, il suo scintillante regalo di diploma.

«Ehi Ni'!».

«Ciao, Drew». Niall abbracciò il ragazzo che ci aprì la porta. Sembrava già parecchio alticcio. 

«Drew, lui è il mio nuovo compagno di stanza, Louis. Louis, lui è Drew».

«Piacere di conoscerti», mormorai. Non ebbi nemmeno il tempo di aprire bocca che mi ritrovai stretto in un abbraccio caloroso.

Rimasi senza fiato, ma riuscii a resistere all'impulso di tirargli un calcio.

«È sempre bello avere un po' di carne fresca da queste parti»,

osservò facendomi l'occhiolino prima di posarmi a terra.

«Datti una calmata, campione, penso che Louis sia etero».

Già, penso anch'io.

Niall gli lanciò un'occhiataccia scherzosa e gli diede un colpo sul petto.

«Dài, su, Lou, non rovinarmi la piazza».

Gli feci un mezzo sorriso, inarcando un sopracciglio. Non era neppure attraente, e poi teneva in mano una bambola gonfiabile.

«No, no, nessuno di quelli che vivono in questa casa ha il permesso di toccarlo. So come siete fatti, tutti quanti. Perciò comportati come si deve, chiaro?».

Drew borbottò qualcosa e andò a riempirsi il bicchiere di plastica. 

Niall si chinò verso di me e mi disse all'orecchio:

«Non ho intenzione di mentirti, perciò devo confessarti che in questa casa sono tutti gay. Praticamente ogni singolo ragazzo che vive in questa casa è un pessimo soggetto, e anche gran parte degli altri invitati. Non so se sei interessato ai ragazzi ma ti dirò io chi dovrai evitare.»

Gli sorrisi. «Grazie Ni', ti devo un favore». Certo, non avevo bisogno di lui per sapere che dovevo starmene lontano da ragazzi del genere. E comunque nemmeno mi piacevano i ragazzi.

 Lui mi squadrò perplesso e mi propose: «Tranquillo. Bevi qualcosa?».

Accettai, e ci avvicinammo a un gruppo di ragazzi attorno a uno dei fusti di birra. Presi da bere e buttai giù mezzo bicchiere, cercando di scacciare quel brutto sapore il prima possibile.


Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora