Capitolo 6

416 29 0
                                    

Prendo il treno per Firenze e torno a casa. Quella casa che mi accoglie vuota troppo spesso ultimamente. Un ultimo tentativo nel chiamare Ettore, ma niente il cellulare e' sempre spento.
Lancio con forza il mio in borsa. Prendo l'ipod e appoggio la testa al finestrino. Chiudo gli occhi e mi perdo nella musica...nelle parole di questo cantante che non mi conosce, ma in questo momento sembra canti la mia storia... La mia mente viaggia come questo treno...e mi perdo nei ricordi...
I momenti vissuti con lui, l'inizio della nostra storia, il nostro primo bacio, le corse fin sotto casa sotto la pioggia. Le nostre risate, i nostri momenti d'amore e di passione...
Quando abbiamo preso casa insieme, i nostri progetti.
Quando inizia una storia d'amore e sei totalmente innamorata della persona che hai accanto, speri con tutto il cuore che con questa...possa durare per sempre.
In Ettore ho rivisto l'uomo adatto a me...Ma in quell'Ettore di due anni fa. Questo non lo riconosco piu'. Dai miei occhi scendono lente lacrime che bagnano il pantalone della tuta...
Mi sento sola...tanto vuota dentro...Concordo con chi dice che l'amore ti sa portare dritto in paradiso, ma un momento dopo ti fa crollare dritta all'inferno. Li mi sento in questo momento. Vorrei capire cosa gli stia passando per la testa...Perche' mi mette sempre all'ultimo posto nella sua vita.
Ho sempre cercato di essere presente, di sostenerlo...di non fargli mai mancare nulla...Di essere dolce, premurosa, amorevole...avro' sbagliato in questo? Forse avendomi li sempre pronta all'occorenza sto perdendo importanza ai suoi occhi? In questi momenti di crisi non sai mai quale sia la cosa giusta da fare...Vorrei lasciarlo, chiudere la nostra storia..ma poi quando penso a come mi sentirei senza di lui...mi sento morire.
Il treno e' arrivato. Prendo un taxi e torno a casa con la speranza che almeno sia li. Apro la porta, ma niente...Come sempre questa casa e' vuota. Non posso piu' andare avanti cosi, io sto morendo dentro...e non e' giusto. Non puo' trattarmi in questo modo...come se non esistessi...
Un ennesimo biglietto sul tavolo: "Amore saro' fuori per lavoro per due giorni. Ti chiamo appena posso. Ti Amo piccola". Straccio in mille pezzi il biglietto e mi lascio andare ad un pianto liberatorio. No Ettore, no amore mio...non mi chiami appena puoi...perche' io non ci saro' piu' quando lo farai.
Corro in camera da letto...Prendo tra le lacrime le valigie e butto dentro tutto quello che mi capita sottomano. Non resisto piu' in questa situazione, mi sto distruggendo la vita. Sono mesi che mi sento persa, e quando ho bisogno di lui non trovo un bacio, una carezza...
Quando e' qui e' perso tra lavoro e tv, ed io ad elemosinare un po' di attenzioni. E poi a letto si...li c'e sempre...Ma io non sono un oggetto...non puoi fare l'amore con me se poi un momento dopo ritorni alla tua vita di sempre...
Chiudo in fretta le valigie. Prendo carta e penna: "Riprenditi le chiavi, la macchina, la casa...le tue cose e la tua vita...Perche' a partire da questo momento..Io...non faro' piu' parte di questa. Sono stanca di te e delle tue continue assenze. Addio".
Prendo le valigie e mi dirigo verso la porta di casa. Non sono mai stata cosi male come in questo momento, singhiozzo.
Apro la porta ed esco mogia. La richiudo alle spalle e rimango li immobile, ferma cercando di smettere di piangere...
Da questo momento in poi la nostra storia, sara' come questa porta...Chiusa.


La Principessa e il Vagabondo || Mattia BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora