Capitolo 41

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È passato un mese dall'ultima volta che ho messo piede in quel edificio.
Tutto è tornato alla normalità al mio ritorno,con Alessandro che mi aspettava.
Era così felice di vedermi,ma io mi sentivo così in colpa..
È così anche adesso eh,però diciamo che ho imparato a sopportarlo.
Vivrò con questo peso.
Fa male,tanto male,ma sono confusa.
Sono innamorata un sacco di quei due ragazzi,ma ho un casino di dubbi.

Sono le 7:00 e la mia sveglia suona.
Come ogni mattina mi sono svegliata una ventina di minuti prima, rimanendo a fissare il soffitto e a pensare. E come al solito, non sono arrivata ad una conclusione.
Oggi Mirko torna a scuola dopo tutto questo tempo, e io ho paura di tutto quello che potrebbe succedere.

Scaccio via momentaneamente tutti i miei pensieri e mi alzo dalla mia posizione nel letto.
Scendo le scale e mi dirigo verso il bancone della cucina, dove trovo mia madre intenta a prepare qualcosa suppongo per pranzo.
La saluto lasciandole un bacio veloce sulla guancia, mi verso un po' di latte nella tazza che bevo in un attimo e torno su.
In poco tempo sono lavata, vestita e truccata.
Sono pronta.
Non mentalmente, ma fisicamente si.
Raccolgo lo zaino da terra ed esco.
Non appena messo fuori il piede dal soggiorno di casa controllo alla mia sinistra per vedere se Mirko sta uscendo proprio adesso come me,ma di lui non c'è traccia.
Con un'espressione piuttosto delusa mi incammino in direzione 'carcere'.

All'ingresso noto Alessandro poggiato su una colonna con le cuffie nelle orecchie.
Quando si accorge della mia presenza mi regala uno dei suoi bellissimi sorrisi, che io ricambio.
Mi avvicino verso la sua direzione, e poco dopo mi lascia un dolce bacio sulle labbra per salutarmi.
Mi stacco da lui, e, a mio malincuore,girando la testa,noto un Mirko davanti a noi con gli occhi lucidi e un labbro tremante.

MIRKO'S POV.

Fa tutto così male.
Quelle labbra che mi appartenevano su altre labbra.
Me lo aspettavo, questa mattina mi ero costruito un muro, pensando che l'avrei sopportato,ma alla vista di questa scena è crollato tutto.
Non penso di essere mai stato così vulnerabile in tutta la mia vita.
È un momento così, ma passerà.

Carlotta ricambia il mio sguardo, altrettanto triste mi sembra, mentre quel tipo, mi pare che si chiami Alessandro, guarda la scena piuttosto confuso.

Il nostro sguardo è così intenso e così doloroso che non riesco a reggerlo.
Mi allontano e consento ad una lacrima di farsi spazio sul mio viso.
Freno le altre cercando di farmi forza,ma è tutto inutile.
La giornata è cominciata così male..
Non mi sento più a mio agio, sembra come di essere un pesce fuor d'acqua.
Nulla qui è più familiare, non sono più abituato a nessuno.
Non so neanche più chi sono i miei amici, sempre se li ho mai avuti.
Non penso che quelli si possano definire amici. Mi ricordo che una volta Carlotta mi disse che non ne avevo, e che tutti stavano con me solo perché avevano paura.
Ed aveva ragione.
Io avevo solo lei, che mi amava con tutta l'anima. La dimostrazione?Nessuno è venuto a chiedermi come sto, nè che cosa è successo.
Be' forse questo lo sanno già, però comunque nessuno si sta preoccupando di come sto davvero.
Ma non importa. Forse mi farà stare bene stare del tempo solo, o forse no, ma imparerò a sopportarlo.

Ferito e sommerso da tutti qui pensieri, do un pugno forte al muro.
Quello è rimasto intatto, mentre la mia mano no. Il sangue gocciola dalle nocche ad un ritmo piuttosto veloce, e non so come posso fermarlo.
Inizio ad urlare e a dire cose senza senso, mentre tutte le persone che mi passano davanti mi guardano male.
Avrei voglia di prendere a pugni tutte queste teste di cazzo che mi stanno guardando, proprio come facevo prima.
Quella ragazza mi ha cambiato.
Quella fottuta ragazza che mi ha fatto perdere la testa mi ha cambiato.
Come ho fatto a non accorgermi di quanto mi avesse stregato?

"Mirko, oddio, ma cosa hai fatto!"
Parlando del diavolo eccolo che spunta.
Mi limito a non guardarla, a restarle indifferente, anche se io indifferente a lei non sono.
Sbuffa per la mia non risposta, mentre cerca di prendermi la mano per cercare di medicarmi.
Mi libero dalla sua presa.

"Mirko, dammi quella mano." Dice in tono serio.
"Cazzo vuoi adesso?Non te ne frega niente, sono fottuti cazzi miei, vattene dal tuo Alessandro o come porca puttana si chiama." Ringhio guardandola finalmente.
A quelle parole si irrigidisce.
"Io l'ho lasciato Alessandro!" inizia ad urlare "L'ho lasciato!E vuoi sapere perché?Perché quando ho visto te mentre ci guardavi, ho pensato a quanto volessi che ci fossi stato tu al posto suo,okay?Perché io ti amo alla follia cazzo, e so che ho fatto una grandissima puttanata, ma mi mancavi e avevo bisogno di te, ma tu non potevi esserci!" Si ferma un attimo per prendere fiato e si asciuga quelle lacrime che le bagnano il viso.
Per come è presa dal discorso penso che manco se ne sia accorta che stesse piangendo.
Io sono come pietrificato.
"Non ti sto assolutamente dando la colpa di tutto questo, anzi, ho sempre pensato che fosse stato tutto per colpa mia!So che non te ne fotte più un cazzo di me, che sei arrabbiato, ma io quello che dovevo dire l'ho detto." Detto questo se ne va.
Ho lo sguardo di tutti addosso, e mi dà fastidio.
"Andatevene tutti,fatevi i fottuti cazzi vostri!" Urlo.
Cristo che giornata.
E siamo solo all'inizio.

~AngoloAutrice

Hi beautiful people!
Come state?Spero bene.
Come avrete letto dal titolo, ho una notizia da darvi...
La storia sta per giungere al termine.
Mancano pochi capitoli e poi Mirko e Carlotta ci lasciano.
Ammetto che un po' mi dispiace, mi sono affezionata a loro due, sono come una madre(?).
Una volta conclusa questa,mi dedicherò completamente al sequel dell'altra.
Poi,volevo chiedervi un favore:
Siccome mi sto annoiando a morte, potreste essere così gentili da farmi qualche domanda su Ask?Mi chiamo "emi_mani", proprio come qui su Wattpad.
Grazie per aiutare questa poveretta AHAHAHAH.
A presto con il prossimo capitolo.

~Baci,Emiliana. Xx

Sei la mia ancora e sarai il mio ancora||Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora