Capitolo 43

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CARLOTTA'S POV.

Ho corso così tanto che mi fanno male le gambe, e il mal di testa dovuto alle lacrime versate non mi è di aiuto. Ho deciso di scappare da quelle mura perché mi sentivo di soffocare, le vedevo lentamente stringersi e farsi sempre più piccole, per poco non ho avuto un mancamento. Avevo lo sguardo di tutti addosso, mi guardavano come se fossi un alieno, eppure non ho fatto niente se non esprimere i miei sentimenti. Ho deciso di dire le cose come stavano veramente semplicemente perché non ce la facevo più. Sentivo questo peso che si faceva sempre più grosso, e stavo iniziando  a non guardare più Alessandro con gli stessi occhi  di prima. Dopo quello che mi è successo, ho capito che i sentimenti vanno urlati. Bisogna dire quello che si prova, anche per sentirsi un po' più liberi. So di aver perso Mirko già da tempo ormai, ma dentro di me sento qualcosa, una piccola scintilla forse, che mi dice che non è ancora del tutto finita. In fondo io e Mirko ci apparteniamo. Io sono sempre stata sua e lui è sempre stato mio, solo che ce ne siamo resi conto tardi. E quando due persone si appartengono, lo si legge dai loro sguardi. Lo si vede dai loro sorrisi sinceri, dalle risate. Dal prendersi in giro, all'insultarsi. Lui è parte di me da troppo tempo, e non riuscirei mai a levarmelo dalla testa e dal cuore neanche se lo volessi. Ha la capacità di farmi innamorare ogni volta che mi è vicino, ogni volta che mi parla. Dopo tutto questo tempo, riesce ancora a farmi venire i brividi e a farmi muovere un qualcosa nello stomaco che forse neanche so spiegare.

Decido di guardare un film per provare a concentrare la mia mente su qualcosa che non sia Mirko, ma ottengo il tutto con scarsi risultati dato che mi addormento a nemmeno metà del tempo.

MIRKO'S POV.

"Grazie mille, nonna" la ringrazio prima di lasciarle un dolce bacio sulla guancia e uscire da casa sua.

L'ultima cosa che mi serviva, l'ho presa. Sembro un deficiente con un lenzuolo bianco e delle bombolette spray in mano, ma giuro che è per una buona causa.

Devo solo pensare a cosa scrivere, e non voglio una delle frasi fin troppo scontate o banali. Devo far capire a Carlotta che tutta questa storia l'ho superata e che voglio tornare con lei, perché la amo, più di goni cosa al mondo. Sono stronzo, patetico, e tutto quello che volete, ma lei è l'unica che nonostante tutto l'inferno che le ho fatto passare, resta, a differenza degli altri che mi hanno sempre abbandonato. Ha saputo amare anche la parte peggiore di me, la più stronza, e io non posso chiedere di più a questo mondo, a questa vita. Posso andare ovunque se è lei accanto a me, mi basta lei.

Arrivo nel quartiere di casa sua, e stranamente è vuoto, non c'è un'anima che circola. Vuoto totale. Beh meglio così, ho bisogno di concentrazione per fare quello che devo fare, e gli sguardi dei passanti mi farebbero solo innervosire e deconcentrare di più.

Ma cosa potrei mai scrivere?

Non sono mai stato uno bravo con le parole, e soprattutto non ho mai fatto cose del genere per una ragazza.

Devo pensare. Andiamo, ce la posso fare. Devo pensare alla mia storia con lei. In realtà non siamo mai stati insieme di fatto, eravamo così vicini, però poi è successo quello che è successo, ma non è il momento di ricordi. Quello che è avvenuto lo voglio cancellare, dimenticare del tutto, e continuando così sarà praticamente impossibile.

Continuo a mangiarmi le pellicine delle dita cercando di farmi venire in mente qualcosa, finchè una lampadina probabilmente molto arrugginita nella mia testa non si accende.

Ma diavolo, come ho fatto a non pensarci prima?

CARLOTTA'S POV.

Un grido improvviso del protagonista del film che avrei dovuto vedere mi fa sobbalzare. Mi ero addormentata praticamente con la testa nella ciotola dei pop corn, e ho un torcicollo incredibile. Non mi meraviglio quando inizia a schioccare al minimo movimento

Sento un rumore strano, e non riesco a capire che cosa sia e da dove venga. Provo a guardarmi intorno e a girare per la stanza alla ricerca del suono, ma niente. Sono come dei ticchettii consecutivi.

Mi rendo che provenivano dalla finestra quando vedo un sassolino infrangersi contro il vetro. Chi cazzo è che ha avuto la geniale idea di lanciare dei sassi contro una finestra?

Decido di andare a vedere. Apro le ante, e i miei occhi traboccano alla vista di Mirko con uno striscione che dice:

"Resta con me, perché tu sei la mia ancora e sarai il mio ancora".

-AngoloAutrice

Ciao ragazze, da quanto tempo! Spero stiate bene, e che il vostro 2016 sia iniziato nel migliore dei modi. Come al solito, mi scuso davvero per questo immenso ritardo, ma i mille problemi che ho mi tengono occupata. A malincuore, devo darvi una brutta notizia: questo era il penultimo capitolo di questa storia. Il prossimo, sarà quello che determinerà la fine di questa avventura. Non so ancora come ringraziarvi, vi amo tanto, davvero davvero tanto

Statemi bene stelline mie.

Baci,

-Emiliana. Xx


Sei la mia ancora e sarai il mio ancora||Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora