Capitolo 17

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Sono davanti casa dei miei genitori.

Ho chiesto a Major di venire con me per aiutarmi ad affrontare questo traumatico evento, ma la sua risposta ,quando gliel'ho chiesto, è stata un grugnito minaccioso.

L'unica cosa che mi da un po' di speranza, è il fatto che, dopo il pranzo, passerò tutto il pomeriggio insieme ad Hank.

Faccio un profondo respiro e spengo la radio dell'auto mentre passa il nuovo pezzo di Demi Lovato.

Prendo la scatola di biscotto che ho comprato prima di venire e la mia giacca.

Chiudo l'auto e vado verso la porta.

Quando suono, Nina viene ad aprire e non appena mi vede mi abbraccia festosa. "Ma che fine hai fatto, ragazzetto? Non ti vedo da quando sei arrivato." Mi rimprovera lei con falso tono rabbioso. "Ho avuto parecchio da fare a lavoro e poi..." Le faccio segno con la mano. "Lo so. Se potessi scapperei pure io, lo farei volentieri." Mi confessa a bassa voce. " A quanto pare siamo in due. Non importa quanto lontano vada, il mio destino è quello di tornare in questa casa." Le dico quasi rassegnato.

"Allora, com'è la situazione?" Mi informo prima di entrare. "Oh, sembrano tutti essere venuti da Allegrolandia .Non so cosa si siano fumati questa notte, ma sembra che siamo molto sorridenti oggi." Mi spiega con un tono di sorpresa. "Non so cosa sia, ma Dio lodi quelle droghe." La sua espressione mi fa ridere.

Dall'altra stanza arriva mia mamma e ,non appena mi vede, allarga le braccia venendomi incontro.

"Oh, il mio bellissimo figlio." Urla lei e mi abbraccia. "Mamma, che piacere vederti." Mento spudoratamente.

Quando ci stacchiamo ,vedo che è vestita con un impeccabile tailleur grigio perla che si adatta benissimo al suo fisico più simile a quello di una trentenne che a quello di una cinquantasettenne. Le sue diete liquide funzionano sempre. Da che ne ho memoria, non l'ho mai vista mangiare veramente.

"Nina, ci siamo quasi tutti. Cortesemente, puoi iniziare ad apparecchiare?" Le chiede con un falso tono cortese e le fa un sorriso, poi si gira e va verso il salone.

Nina mi guarda e fa una delle sue solite espressioni che vogliono dire " E' proprio una stronza rinsecchita." Io rido sotto ai baffi.

Entro nel vasto salotto e trovo mio papà che parla con Hank di qualcosa ,mentre mia sorella è al telefono. Sembra parecchio spazientita. "Non voglio alcuna composizione di lillà, mi fanno proprio schifo. E' un matrimonio non un concerto di Pasqua." Dice lei stizzita a chi è dall'altro lato della cornetta.

Non appena entro, Hank si blocca di colpo e mi fissa. Dopo un po', mi fa uno dei suoi bellissimi sorrisi che sembra riservare solo a me.

"Buongiorno a tutti." saluto io molto velocemente. "Ehi, Jack. Stavo parlando con Hank dell'ultimo libro di Charles Van Orten. Se non erro era uno dei tuoi scrittori preferiti ,quando frequentavi il liceo." Mi dice mio papà.

"Non direi il mio preferito, ma sicuramente ha scritto ottimi testi." Gli rispondo, sentendo già la necessità di un buon drink. " Secondo Hank , l'ultimo libro è veramente un colpo di genio. Io dico che è pieno di stronzate." lo guardo e cerco di capire cosa devo rispondere. "Beh, è un testo particolare. Penso sia un libro da leggere in un certo modo, altrimenti si rischia di non comprendere cosa vuole dire veramente. Ammetto di averlo letto più di una volta per capire il vero significato di tutte quelle metafore." Spiego io. "E' quello che ho detto io." Dice soddisfatto Hank. "Bah, non capirò mai e poi mai voi repubblicani." Ed ecco che come al solito, tutto si riduce alla politica con lui. Questa volta ho deciso assolutamente di evitare questi discorsi che ,so già bene, andranno a finire con una lite tra noi due. Le idee politiche di mio padre sono molto radicali e vanno contro i miei ideali. Io e mio papa, siamo molto diversi.

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