Capitolo 20

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Sono ancora nella mia stanza d'albergo e mi godo il letto con il materasso morbidissimo e le lenzuola di lino di colore rosso.

Mi sento così felice in quelle quattro mura arredate con buon gusto.

Hank arriva e si butta sul letto, poi si avvicina a me e iniziamo a baciarci.

In poco tempo ,siamo nudi. Lui cerca le mie labbra e io le sue. Le nostre lingue si trovano e si intrecciano.

Le sue abili mani si spostano sul mio sedere e cercano l'ingresso del piacere. Inizia a giocarci con le sue dita. Mi manda in estasi.

Un sorriso beffardo si insinua nel suo sorriso mentre il suo dito indice fa entra ed esci da me e io gemo dal piacere. Mi fa voltare e ,subito, scivola dentro di me. Mi sento suo e vorrei che questo momento non finisse mai.

Qualcosa ,però, disturba il nostro piacere. Sento il rumore di un allarme provenire da qualche parte,ma non da dentro la stanza.

Mi giro alla ricerca della fonte di rumore, ma non la trovo. Mi accorgo che Hank non c'è più e io mi ritrovo vestito con il completo che indosso per andare a lavoro. Mi sento confuso.

David appare dal nulla e si avvicina a me con un'aria minacciosa.

"Non sei la persona che credevo che fossi." Mi dice con un tono deluso. Le sue parole sono come lame taglienti che mi si conficcano in pieno petto.

Il rumore si fa più insistente e mi sta assordando.

All'improvviso, nella stanza compaiono anche Annie, i miei genitori e Saul Marroni. Tutti loro mi guardano con aria accusatoria. Mio padre si rivolge a mia madre e le dice "Vedi? Abbiamo messo al mondo un abominio. Sarà la per sempre la nostra vergogna."

Mia sorella mi punta un dito contro e poi inizia ad urlare frasi senza senso. Ne colgo solamente una ;"Mi hai rovinato la vita."

Mia madre inizia a piangere a dirotto mentre Saul non parla, ma sembra affranto.

Io vorrei scappare da quel posto sconosciuto (non sono più nella mia camera d'hotel), ma sento un peso che non mi permette di muovermi.

Dal nulla,ricompare Hank ,il quale si fa largo tra loro e viene verso di me. "Tranquillo, ci sono io. Io voglio vivere il nostro amore alla luce del sole." Mi dice. Mi prende per mano e mi conduce via.

Il rumore, però, si intensifica e sembra che mi stia per esplodere il timpano. Mi porto le mani alle orecchie, per cercare di proteggerle, ma non serve a nulla... E' come se quel suono ultraterreno sia nella mia testa. Inizio ad urlare dal dolore.

Apro gli occhi e per un secondo non capisco dove mi trovo.

La luce del sole non penetra dalla finestra e mi sento la testa scoppiare. Ho la nausea e il collo mi fa parecchio male.

Ci vuole un po',prima di realizzare che sono tornato a casa a Boston. Mi trovo nella mia stanza provvisoria. Mi giro verso il comodino e capisco che il rumore fastidioso che ha infestato i miei sogni, non era altro che la sveglia del mio cellulare.

La stacco e controllo l'ora: Sono le cinque del pomeriggio.

Quando sono andato a letto erano le quattro del mattino. Io ed Hank abbiamo viaggiato per ore e ore e quando siamo atterrati, è arrivano il suo autista che ci ha riaccompagnati nelle nostre abitazioni.

Credo che la testa mi faccia male a causa degli orari sballati. Il Jetlag non è facile da superare. Decido che è meglio farmi una doccia.

Dopo essermi sciacquato via il sapone alla lavanda con l'acqua calda, mi sento decisamente meglio.

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