Capitolo 27

33 3 0
                                    

Le strade di New York erano tranquille quella notte, in lontanza si vedevano le luci di tantissimi lampiono che decoravano lo sfondo nero del cielo facendolo sembrare pieno di lucciole, avevamo la strada tutta per noi, infatti viaggiavamo a gran velocità , come se Matt sapesse quanto amassi viaggiare di notte. Mentre gli alberi e le case circostanti sembravano muoversi con la velocità dell'automobile mi affaciai al finestrino, appena misi la testa fuori dall'Audi il vento si impadroni dei miei capelli facendoli svolazzare in ogni direzione, ma non mi importava, amavo anche il contatto dell'aria fresca della notta sul mio viso, mi sentivo bene, avevo come la sensazione di poter volare se mi sporgevo anche con il busto, ma venni bloccata da Matt che appoggiò la sua calda mano sulle mie gambe scoperte, l'abito da sera che avevo indossato era troppo corto.
<< ehy stai attenta a non farti male>> urlò Matt vedendomi esposta al finestrino
<< tranquillo l'ho sempre fatto, amo farlo>> dissi continuando a rimanere in quella posizione
poi non so che mi prese, ma iniziai ad urlare "crepa Eveline! muori !" ad alta voce, tanto era notte fonda ben lontani da quell'arpia, nessuno poteva sentirmi, rientrando con la testa nell'audi iniziai a ridere di gusto e dopo qualche secondo iniziò a ridere anche Matt, due matti che ridevano per cosa? per aver augurato la morte ad una donnaccia? si, in quel caso potevamo farlo, lei l'aveva fatto quindi niente poteva impedircelo.

<< merda!>> urlò Matt frenando di colpo facendomi arrivare il cuore in gola
<< la polizia!>> mi urlò vedendomi stranita

<< libretto della patente signore>> disse un grasso poliziotto dall'aria buffa, anche in quella situazione iniziai a ridere come una stupida e non aiutai di certo la situazione
<< Jen ! controllati per favore>> bisbigliò Matt vedendomi in quello stato

<< avete bevuto ragazzi?>> chiese il poliziotto
<< no , un bicchiere di vino bianco due ore fa, non credo conti qualcosa>> disse Matt dispiaciuto
<< beh questo lo vedremo, tenga soffiate dentro questo beccuccio>> disse il poliziotto porgendoci un affare stranissimo
Dopo due minuti ci diedero notizia che non c'erano tracce di alcool rilevanti, ma tolsero cinque punti dalla patente comunque per la velocità e per aver urlato per le strade in piena notte, "Che bastardi!" replicai mentalmente.

Una volta lontani dalla polizia, non ridevo più anzi mi sentivo in colpa,a causa mia aveva perso cinque punti sulla patente.
<< Mi dispiace non credevo che ci fossero i poliziotti>> dissi dispiaciuta
<< tranquilla tesoro, la prossima volta però quella bocca tienila chiusa>> disse secco
<< va bene, perchè stiamo andando a casa tua e non a casa mia? Mia nonna deve essere informata che non rientro sennò è capace che mi aspetta fino all'alba>> dissi contrariatra sulle decisioni prese senza il mio consenso
<< senti tua nonna era stanca, starà dormendo, se vai li' la sveglerai poverina, invece se vieni da me lei dorme tranquilla e noi passiamo insieme la nottata>> disse guardandomi con due occhi dolci
<< va bene ma solo perchè mi sento in colpa per quello che è successo poco fa>> dissi fingendo, in realtà l'idea di stare da lui mi piaceva
<< giusto>> disse riportando lo sguardo sulla strada

La sua villa era talmente grande che al buio faceva impressione, dopo aver acceso le luci del corridoio Matt andò al bagno e mi urlò di fare come se fossi a casa mia, non seppi se lo fece apposta oppure era pura casualità, ma in quel momento iniziai a pensarci, se davvero accettassi la convivenza quella sarebbe diventata anche casa mia, dovevo accettare?Era il momento giusto oppure dovevo attendere che le acque tra noi ed Eveline si calmassero prima di compiere quel grande passo?
Mentre ero presa nei miei pensieri iniziai a fare il giro della casa, in fin dei conti non l'avevo mai vista per bene . L'enorme villa era composta da una cucina grande quanto due normali stanze e mezzo unite tra di loro , gli arredamenti erano completamente di legno pregiato e lucidati per evitare che si ammaccassero durante la preparazione delle pietanze, un salotto di settanta metri quadri, un enorme salotto composto da due divani bianchi a "U", uno difronte all'altro e nel mezzo un tavolino completamente in vetro, anche le gambe del mobilio erano dello stesso materiale, un televisore a plasma enorme, uno stereo e un ipod touch ultimo modello sintonizzato in tutte le stanze che avevano una cassa per la musica, ovvero , la cucina, le stanze da letto. la zone relax, il giardino, i bagni e la taverna ai piani di sopra,inoltre aveva una enorme stanza da letto (la sua), più altre tre stanze per gli ospiti, ognuna di esse aveva un bagno personale, la zona relax era la mia stanza preferita perchè all'interno della stanza potevano svolgersi diverse attività insieme perchè c'era un intera biblioteca con poltrone comodissime dove ognuno poteva immergersi nella lettura del suo romanzo preferito, poi c'era un solarium dove poter fare lampade e in fondo alla stanza un altro mega televisore dove però per poter vedere film o serie tv dovevi indossare delle cuffie che grazie al bluetooth potevi vedere quello che volevi senza far rumore , pensai che quella trovata fu progettata nel caso in cui nella stanza ci fossero più di una persona cìintente a fare due cose diverse nello stesso momento.
All'esterno si estendeva due ettari di terra , il suo giardino, che ospitava una bellissima piscina di dieci metri e due vasche idromassaggio, un mini campo da golf e da pallavolo e infine una serra per racchiudere tantissime piante di specie diverse, quella fu opera di Monica.
Visitate tutte le stanze interne ed esterne della villa decisi di dare un occhiata anche alla sua taverna ai piani alti, quando apri' la porta rimasi incantata dalla bellezza che sfoggiava quel luogo, anch'esso era completamente composto da mobili e pavimento in legno pregiato, in più c'era un camino accesso, uno spreco di legno che solo lui poteva permettersi dato che non mi aveva mai parlato che venisse qui, ma bellisimo perchè era fatto di tantissime pietre bianche che rendevano più luminoso l'angolo della taverna, un enorme tappeto grigio di pelo, simile al mio piccolo tappeto che avevo in camera, quattro comode poltrone , un letto matrimoniale con una tettoia dove cascavano veli trasparenti da ogni lati per chiederla e rendere l'oggetto più intimo, un televisore a plasma incorporato all'interno del muro della taverna, e un fruscio continuo di una cascata che non sapevo da dove provenisse, ma era rilassante.
Fu li che mi senti profondamente al mio agio, coccolata dal rumore di quella cascata invisibile che però potevi sentirla ed immaginarla, con molta finezza mi sedetti su una delle due poltrone e chiusi gli occhi immaginando di trovarmi in qualche luogo paradisiaco dove al posto di Eveline e le sue cattiverie c'erano cascate ipnotiche e scimmie con lo smoking che ti servivono cocktail al gusto di cocco e banana addormentandomi beatamente lasciando nelle oscurità ogni mio cattivo pensiero.

Ultimi abbracciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora