Capitolo 6

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Dopo vari sguardi di stupore e di intesa da parte di entrambi decisi di fare la prima mossa fingendomi profondamente infastidita dalla sua presenza.
<< Matt mi spieghi cosa ci fai tu qui? a quest'ora poi>> chiesi incrociando le braccia al busto
<< No, prima mi spieghi cosa stai combinando tu in queste condizioni, non sembri nemmeno la ragazza che conobbi settimane fa>> disse freddo
<< queste sono cose che non dovrebbero interessarti, dimmi il perchè della tua presenza e vattene, sono stanca e ho bisogno di riposare>>
Si alzò all'improvviso e a passo deciso si precipitò su di me inchiodandomi al muro della cucina, percepivo il suo battitto cardiaco talmente era accellerato,i suoi occhi erano fissi nei miei e il suo sguardo era simile a quello di un animale ferito, ferito da me, la sua espressione era identica a quando Monica venne a mancare,non riuscivo a vederlo in quelle condizioni cosi decisi di abbassare il volto e guardare le sue scarpe.
<< Jen per favore, torna con me , hai visto il lato sbagliato della situazione, non sai tutta la verità di quella sera, ti prego>> disse baciandomi la fronte
<< ti prego Matt allontanati da me se vuoi che ti risponda>>
e con molta delusione si allontanò da me attendendo risposte, risposte che io non avevo in quel momento,all'improvviso mi sentivo a disagio, nei giorni precedenti ero in lacrime per quest'uomo e piena di domande da porgli ma quella sera non mi veniva in mente niente,non sapevo da dove iniziare.
<< potrei stare a vederti cosi per tutta la notte se non ti decidi a parlare>> disse ironico
<< ah per favore smettila con questi giochi di parole, sono arrabbiata con te, mi hai preso per il culo per tutto il tempo, sei andato a letto con la donna che ha ucciso Monica>>
<< jen te l'ho detto non è come credi >>
<< e com'è allora? dimmelo perchè io mi sono sentita presa per il culo e le parole di Eveline ne sono state la conferma >>
<< ne vorrei parlare con calma domattina, ora sei stanca poi sei vestita in questo modo orrendo>>
<< Domattina?... Domattina sono impegnata con l'università>>
<< Domattina non hai l'università, so tutti gli orari non puoi fregarmi>>
Accidenti qull'uomo era più astuto di quanto pensassi, mi colse di sorpresa
<< okay si è vero , ma non voglio comunque , non voglio più vederti o sentirti per il resto della mia vita>>
<< allora dimmelo guardandomi negli occhi jenelle, voglio che tu me lo dica in quel modo poi me ne andrò da questa casa>>
E con molto dolore lo guardai negli occhi e gli dissi quelle parole in modo molto deciso, volevo morire in quel momento, quello che dissi era quello che mi sentivo di dire ma no quello che provavo realmente, solo che ero davvero cosi confusa per tutta quella storia, quella di Jenna e dello strano tizio che fui costretta a dirgliele, dopo di che prese il suo capotto e se ne andò di casa sbattendo la porta d'entrata, se n'era davvero andato via dopo che si era presentato li per me, per spiegarmi il vero lato della storia da me sconosciuto, iniziai a piangere e continuai per tutta la notte fino a quando finalmente con le poche forze rimaste mi addormentai.
Il mattino seguente fui svegliata da mia nonna, ero talmente stanca psicologicamente che avrei dormito fino al giorno dopo, il suo volto non era arrabbiato o deluso come la sera prima anzi era pieno di amore e affetto, tutto per me e ne ero profondamente felice, potevo essere in contrasto con tutti e potercela fare ma con lei no, lei era un tassello cosi importante della mia vita che non doveva essere compromesso dai miei problemi.
<< Jenny hai intenzione di alzarti?>> chiese pacatamente
"oddio no Jenny era ritornata" * misi la testa sotto il cuscino*
<<nonna dammi cinque minuti e scendo a fare colazione>> sbiacicai
<< tranquilla te l'ho portata in camera>> rispose alzandosi a prendere la colazione
<< colazione in camera, mi chiami Jenny e mi svegli dolcemente , sputa il rospo nonna >> dissi ironica
<< Come va tra te e Matthew?>>
okay mi prese alla lettera e la domanda fu diretta
<< Diciamo che potrebbe andare meglio abbiamo avuto una lite e ora siamo un pò arrabbiati l'una con l'altro>> risposi bevendo il caffè
<< vi ho sentiti litigare ieri sera>>
<< nonna origliavi?>> domandai scioccata
<<no, vi avranno sentiti tutti quanti , sono stata io a chiamarlo >>
<< che? come facevi ad avere il suo numero?>>
<< con molto dispiacere ho sbirciato nel tuo telefono l'altra sera mentre eri a fare la doccia e ho preso il numero>>
<< nonna ma io non posso crederci !>> sbottai alzandomi dimenticando la colazione sul mio letto
<< hai invaso la mia privacy, hai preso il mio telefono, come posso fidarmi ancora di te?>> aggiunsi
<< me lo chiedi anch'io, come posso fidarmi ancora di te?>>
<< cosa intendi dire ?>> chiesi stupita
<< Jenny mi hai detto cosi tante frottole in questi giorni, mi avevi detto che tu e matt vi sentivate e non è vero, che vi saresti visti e non è vero, poi quella ragazza era davvero il suo compleanno?>>
Mia nonna era una vigilessa di prima classe, ma come faceva? la nostra convivenza l'aveva resa cosi attenta ai miei comportamenti che non potevo sfuggirle
<< allora non voglio più mentirti, non era il suo compleanno ma prima che tu dica qualcosa non ti dirò cos'era realmente , se vuoi ti accontenti di questa notizia, poi io e Matt non ci sentiamo più è vero abbiamo litigato e va bene cosi,basta non ne voglio più parlare>>
<< hai cambiato numero di telefono?>> chiese ignorando completamente tutto il discorso
<< si l'ho cambiato l'altra mattina>>
<< perchè l'hai fatto senza dirmi nulla potevo aver bisogno di te! >>
<<Matt mi assillava di continuo al telefono>>
<< Jen per favore non fare cavolate, quel ragazzo ieri sera era veramente preoccupato per te, glielo leggevo negli occhi, era molto preoccupato e non sapevo il perchè, non so il motivo della vostra lite e non voglio saperlo ma apri gli occhi , non creare muri con lui , ci tiene a te e sicuramente anche te a lui>>
<< davvero era preoccupato nonna?>>
<< si cara, quando l'ho visto aveva paura che ti fosse successo qualcosa, nei suoi occhi leggevo molta ansia, voleva assicurarsi che stessi bene, poi tu hai cambiato numero quindi a lui risultava inesistente il tuo contatto>>

Matt era in pensiero per me, come potevo odiare una persona che voleva il mio bene? La mia rabbia nei suoi confronti era normale, chiunque si sarebbe arrabbiato, su questo non tolleravo di dargli soddisfazioni però decisi di vederlo, in fondo lui voleva spiegarmi la verità ed io ne avevo bisogno. Mia nonna aveva ragione, non dovevo creare muri come forma di protezione con lui perchè non era di lui che mi dovevo preoccupare ma di altre persone disposte a farmi del male come Jenna oppure lo strano signore che sapeva il mio nome, era di loro che dovevo avere paura e creare dei muri, non con lui , Matt per me doveva simboleggiare la mia ancora di salvezza, come mia nonna , per questo sulla spalla mi tatuai quel simbolo anni fa , l'ancora era mia nonna che in tutti quegli anni mi aveva protetto con il suo affetto, ma da quel giorno dovevo fare affidamento su Matt, lui sarebbe diventato la mia nuova salvezza.

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