La casa di zia Wilma rimase la stessa in tutti questi anni, sì e no cambiarono due cose ma per il resto rimase tale e quale da allora.
<<tra cinque minuti è pronto Jen!>>esclamò entusiasta dalla cucina, ma feci finta di non sentirla, in quel momento ero davanti alla mia cameretta che usavo quando da piccola dormivo da lei, la stessa che utilizzò poi per il piccolo Jim. Ricordarlo mi faceva male e paura allo stesso tempo, dovevo reagire da quel giorno invece mi lasciai abbindolare da molteplici situazioni che mi distrarono e a rimetterci toccò a mia nonna.
"Perché è cosi testardo? Perché non vuole mai darmi retta alla prima, perché la difesa?" Pensai protestando mentalmente.
<<Jen ti stavo aspettando ...>> disse zia Wilma bloccandosi nel vedermi davanti alla stanza di Jim con le lacrime sul viso.
<<manca anche a me>> disse portandosi una mano al petto
La guardai per un istante e poi mi asciugai le lacrime <<beh adesso sta insieme agli altri gattini>> dissi stupidamente , ma non sapevo che altro dire e lei rise.
<<Jen andiamo a cena ,ho cucinato un brodo caldo giusto giusto per scaldarci un po'>>
<<va bene, mi lavo le mani e ti raggiungo>> le risposi chiedendomi nel bagno.
Mentre aprì l'acqua del lavandino per far credere a zia Wilma di lavarmi le mani iniziai a digitare il numero di telefono del signor Cooper
<<pronto chi è?>> disse alla cornetta, mi mancava la voce
<<pronto chi parla?>> ripeté con un tono di voce più duro
<<Ssalve , sono Jenelle..>>dissi intimorita
<<oh jen! Grazie a Dio mi hai preso in considerazione!>>
<<si, mi dica quello che devo sapere e poi la finiamo con questa storia>>
<<okay d'accordo, allora stai attenta Jen stai attenta ad Eveline!>>
<<lei conosce Eveline?!>>chiesi stupita
<<credevo fosse una brava persona>> disse con rammarico
La sua voce mi spaventò, anche lui ne era spaventato e la conosceva "hai un testimone!" esclamò la mia mente <<e invece sa che non è cosi >> dissi terminando la sua riflessione<<Jen il piatto si fredda!!>> urlò impaziente mia zia dalla cucina
<<arrivo!>> risposi allontandomi dal telefono<<Signor Cooper arrivi al punto! >> dissi dura
<<otto anni fa lei è stata violentata>>disse di colpo
<<lei come fa a saperlo?>> chiesi terrorizzata
<<questo non è importante, quello che le devo dire in realtà è che io sono stato usato ma non c'entro niente con l'aggressione, ma..>> e la chiamata terminò a causa di un colpo sordo, che sentì dal telefono, dal bagno, anche mia zia sentì quel colpo di pistola. Terrorizzata lasciai il telefono cadere per terra e raggiunsi la cucina , mia zia era pietrificata
<<l'hai sentito anche tu?>> mi chiese balbettando
<<si, hanno sparato al signor Cooper>> dissi uscendo di casa per raggiungere la sua casa
<<ma cosa! Hey Jen sta ferma!>> urlò mia zia prendendomi un braccio
<<è pericoloso>> aggiunse
<<me ne strafotto, hanno sparato al signor Cooper, chiama un ambulanza>> dissi fredda
<<ma che ne sai che è lui ?>> chiese stranita nel vedermi cosi convinta
<<ero al telefono con lui quando abbiamo sentito la pistola,poi la chiamata è stata chiusa>> risposi e lei rimase scioccata.
Lasciai alle spalle mia zia che chiamava l'ambulanza mentre con il cuore in gola entrai in casa del signor Cooper, la porta era aperta quindi fu facile accedervi, c'era silenzio nella sua abitazione,un brutto silenzio uno di quelli pesanti che ti fanno sentire fuori posto ed effettivamente lo ero.
Nelle stanze del piano di sotto non c'era traccia di Jane così sali ai piani alti e c'erano due stanze illuminate, la sua camera da letto e il bagno, lui era disteso per terra senza vita nella sua camera, i rigoli del sangue raggiunsero la porta e le pareti vicino al corpo, qualcuno aveva sparato al signor Cooper alla tempia alle sue spalle, chiunque fosse stato lo considerai un vigliacco,non si spara mai dietro le spalle.
Senza avvicinarmi troppo alla sua sagoma immobile mi avvicinai alla finestra, si affacciava direttamente a quella della mia camera, lui sapeva del mio stupro,lui era a conoscenza di tutta la storia e probabilmente sapeva chi fosse lo stupratore ed io l'ho sempre evitato per paura, "potevo evitare che morisse se l'avessi ascoltato prima", quel pensiero mi fece sentire una merda.
<<polizia>> disse un ragazzo giovane mostrandomi il distintivo
<<la preghiamo di seguirci in caserma>>aggiunse
<<che?>> chiesi stupita dalla notizia appena unita
<<lei è tra i possibili assassini, avanti mi segua>> disse brusco
<<state scherzando spero, ero a telefono con lui in casa mia come posso essere stata io?!>> urlai contro il poliziotto
<<ho detto che deve venire con noi, se insiste saremo costretti a metterle queste>> rispose mostrandomi le manette
<<io non ho parole , si vengo>>dissi avanzando
<<e mi tolga le mani di dosso>>aggiunsi appena mi toccò la spalla
<< è una donna difficile,come tutte qui>>disse ridendo e tutti gli altri poliziotti risero in coro
<<come scusi?>> chiesi voltandomi nella sua direzione
<<non ho detto nulla signorina>> disse ridendo una seconda volta
<<io la gonfio se ci riprova a dirlo una altra volta>>dissi minacciandolo
<<stia calma vede che ho ragione>> ammise voltandosi verso I suoi colleghi che annuirono , dopo di che il suo sorriso venne a terminare quando con tutta la rabbia che avevo dentro gli tirai un pugno, fu cosi forte che gli spaccai il labbro, e il bastardo non rideva più e ne ero fiera.
<<la dichiaro in arresto per aggressione ad un ufficiale >> disse un suo collega prendendomi da dietro di modo che potesse mettermi le manette
<<ehhy ma ...>> dissi sconvolta
<<avanti cammina l'uscita è da quella parte !>> disse spingendomi verso la porta
<< tu madre puta >> dissi a denti stretti
<<come scusi? Non parli spagnolo>>disse il carabiniere
<<ho detto "va bene la seguo">> risposi mentendo.
Una volta fuori tutto il quartiere era lì presente a godersi la scena di me che uscivo ammanettata dopo la notizia di uno sparo con vittima, la gente mi guardava stupita, c'era chi non poteva crederci e chi non era sorpresa nel vedermi cosi, come mia zia che invece di aiutarmi se ne stava li ferma a fissarmi da capo a piede , come se fossi una criminale incallita.
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Ultimi abbracci
Romance"ultimi abbracci" è il secondo capitolo della trilogia l'utlima notte, pieno di nuovi avvenimenti,personaggi, delusioni e sorprese. " Le sue mani erano enormi sul mio corpo appena accenato, il suo volto non mi era molto chiaro ma percepivo la sua so...