Capitolo 37

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Non era questo che mi sarei aspettata per il mio futuro, tra i desideri di una Jenelle più ingenua speravo in una vita più tranquilla, da piccola sognavo sempre che mi sarei sposata all'età di 25 anni, secondo la mia teoria quella era l'età giusta per iniziare un nuovo capitolo della propria vita, matrimonio, carriera stabile, una casa bellissima, dei figli e un marito che mi amasse per quello che ero, qualche anno a dietro non avrei mai immaginato che mi sarei trovata in una situazione del genere credetti che sarei arrivata al punto che mi sarei sposata con Lucas e invece no, ero la donna del più ricco uomo in affari diNew York con la constante paura della sua ex, "mettendola su questa prospettiva forse avrei preferito una vita tranquilla con Lucas" pensai mentre osservavo mia nonna riposare nel letto in cui la ricoverarono, se tutto andava bene l'avrebbero dimessa il giorno dopo e ne fui molto felice, volevo passare un po'di tempo con lei, da quando mi trasferì da Matt, la persi un po' di vista, considerando che nell'arco delle ventiquattro ore dovevo pensare all'università, al lavoro, al corso e ad Eveline, se fosse stato tutto più semplice mia nonna non si sarebbe trovata li a causa mia.

<<Jenny cos'è che ti preoccupa?>> chiese mia nonna di punto in bianco
<<nonna! Ti sei svegliata finalmente! >> gridai di gioia e l'abbracciai per evitare di piangere davanti a lei
<<i medici hanno detto che ti dimettono domani>> aggiunsi ritornando sulla poltrona
<< Ma possono dimettermi anche ora, sto bene cara, davvero>> disse sorridendomi
<<no no non se ne parla, un giorno in più è una garanzia, almeno siamo più sicuri che ti rimetta al 100%>> risposi preoccupa per la testardaggine di mia nonna
<< va bene tesoro resterò qui fino a domani se mi dici cosa è successo>> disse mia nonna arrivando dritta al punto
<< non è successo niente nonna, un problema a lavoro ma è tutto risolvibile,davvero>> risposi cercando di sembrare credibile
<< con Matthew come va? La convivenza procede secondo i piani?>>chiese mia nonna curiosa
<<si va alla grande, ci troviamo bene, ho scoperto un suo lato romantico pensa te>> le risposi ricordando la sorpresa di qualche ora prima
<< non capisco come mai dici che va tutto bene tra di voi se nella tua voce c'è un pizzico di amarezza, Jenny dimmi la verità io sono qui per te, sai che non sono una donna che si impiccia ma posso darti consigli su come affrontare certe cose>> rispose lei prendendo la mia mano, il suo gesto fu così pieno d'amore che iniziai a piangere senza motivo, a dire il vero un motivo c'era ma non volevo accettarlo per il momento
<<Jenny perché stai piangendo? Qualcuno ti infastidisce? Il signor Cooper ti ha importunata un'altra volta?>> chiese cercando di capire la mia reazione
<<nonna ... il signor Cooper non c'è più>> dissi cercando di calmarmi
<<se né andato via? È partito per Los Angeles senza venirmi a salutare, gliel'hai detto che ero in ospedale vero?>> chiese mia nonna infuriata
<<nonna il signor Cooper è morto il giorno dopo del tuo incidente, per questo se né andato>> dissi alzandomi per cercare un bicchiere d'acqua
<< come è morto? Com'è successo Jen? >> chiese sconvolta
<<mi piacerebbe saperlo anche a me, ma è un mistero>> risposi buttando giù un sorso d'acqua fresca
<< Com'è morto almeno si sa?>> chiese cercando di accettare la notizia
<<l'hanno sparato, l'hanno sparato alle spalle, nel quartiere tutti hanno sentito lo sparo ma nessuno ha visto chi ha sparato>> dissi con terrore ricordando lo scoppio della pistola
<<quel quartiere è diventato qualcosa di allucinante, meno male dopo la tua laurea ce ne andiamo da lì, tu dov'eri quel giorno?>>chiese vedendomi persa nei miei pensieri
<<ero da zia Wilma al telefono con lui>>dissi senza muovermi, avevo lo sguardo perso e la mente piena di domande inespresse
<<che cosa? Come facevi ad avere il suo numero e perché ci stavi parlando, non odiavi quell'uomo?>> chiese spaesata
<< quando ti hanno portata in ospedale nella sala d'aspetto c'era anche il signor Cooper, mi diede il suo numero e mi disse di chiamarlo perché sapeva del mio stupro, nonna chi è il signor Cooper? Come faceva a sapere del mio stupro? La notizia si venne a sapere solo nel paese lui stava a Los Angeles, com'è possibile? È coinvolto in qualcosa?>> chiesi terrorizzata, avevo bisogno di risposte e sapevo che lei me ne avrebbe date almeno in parte
<<Jen, tesoro siediti e ti racconto tutto quello che so>> disse cercando di tranquillizzarmi
Il suo tono di voce non mi piacque per niente, quando faceva cosi significava che c'era qualcosa di terribile in mia insaputa << tantissimi anni fa quando morirono i tuoi genitori nell'incidente eri rimasta sola, io ero in Messico e a te serviva una affidamento perché eri minorenne altrimenti ti avrebbero rinchiusa in un orfanotrofio>> disse fermandosi per riordinare i pensieri
<<per questo mi hai preso in affidamento tu, che c'entra il signor Cooper?>> chiesi
<<fammi finire Jen, all'inizio non potei subito prenderti in affidamento, sai com'è difficile là nel mio paese,prima che si possa fare qualcosa puoi aspettare anni poi ero sola nonno Augusto non c'era più, cosi decisi di contattare il tuo unico parente che era rimasto in vita, ovvero il signor Cooper, lui era tuo zio Jen!, un ex carabiniere, quando seppe del tuo stupro smosse mari e monti per rinchiudere quel bastardo, ma lo stupratore fu furbo e condussero la squadra di polizia di tuo zio nel nulla, dopodiché decise di affidarti a me perché ero donna e te avevi bisogno di una figura femminile per crescere e per capire certe cose che solo una donna può insegnarti per la vita, per questo sei una ragazza autonoma capace di far tutto, hai vissuto con lui un anno ma eri molto piccola e non te ne ricordi per questo ti sembrava famigliare >> disse cercando di essere capita
<<nonna io non ci posso credere, tu mi hai tenuto nascosto questa cosa per molti anni per lo più ora che era ritornato da noi per aiutarci>>risposi accusandola
<<Jen l'abbiamo fatto per il tuo bene>>
Rispose sconvolta dalla mia reazione
<< per il mio bene?e intanto per il mio bene è morto! cosa sapeva lui che io non so?>> chiesi tremante
<<quando due mesi fa si è trasferito nel nostro quartiere l'ha fatto perché erano giunte voci che lo stupratore era di nuovo in zona, avrebbe attaccato una seconda volta giovani ragazze e lui tramite varie investigazioni era riuscito ad arrivare ad una conclusione, forse sapeva chi fosse lo stupratore >>disse fermandosi per bere un bicchiere d'acqua
<< oh cielo, nonna te sai chi è lo stupratore,oddio nonna tu sai chi è>>dissi piangendo dal terrore
<<per questo mi hai spinta ad andare da Matthew tu sai chi è!>> aggiunsi devastata dalla notizia appena assimilata.
<<no Jen! No accidenti io non so nulla! >> urlò mia nonna in cagnesco
<<come posso esserne sicura nonna?! Mi hai nascosto per 23 anni uno zio>> risposi affacciandomi alla finestra
<< tuo zio forse sapeva chi fosse ma a me non me l'ha mai voluto dire, voleva parlarne con te e poi ti avrebbe portata con lui a Los Angeles>> disse mia nonna piangendo, vederla piangere era come un colpo al cuore
<<ehi nonna perché stai piangendo?>> dissi avvicinandomi a lei
<<mi disse che se me l'avesse detto anche a me ti avrebbe portato via dopo una settimana, avrebbe trovato il modo di convincerti nel caso non fosse riuscito a parlarti dato che tu lo evitavi di continuo, quindi è anche colpa mia se lui ora non c'è più>> disse lasciandosi abbracciare
<<no nonna, non è colpa di nessuna delle due >> dissi, e rimanemmo abbracciate per molto tempo, forse ore, ma era quello che volevamo entrambe, io e mia nonna restammo insieme da sempre e il fatto che anche il destino non ci avesse separato nel bene o nel male fino a quel giorno fu una fortuna.

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