Capitolo 38

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Erano passati giorni da quando mia nonna mi disse di zio Cooper, era strano persino per me chiamarlo così perché l'avevo visto sempre come una minaccia e quel dettaglio mi intristì molto.
Adam continuava con le sue avance nei miei confronti voleva usarmi come forma di ricatto per farmi litigare con Matthew, ma io ero furba non stupida, da quel giorno portai con me un registratore che portavo nel reggiseno di modo che registrasse vocalmente tutto quanto, ma la mia idea era quella di poter registrare anche qualche informazione su Eveline, Adam era un uomo irascibile farlo alterare sulla sua fidanzata l'avrebbe fatto parlare, per questo decisi di non dir nulla a Matthew, altrimenti avrebbe reagito d'impulso concludendo il tutto con qualche minaccia, e non volevo che accadesse di nuovo, la mia vita da quel giorno era un insieme di minacce ed io smisi di vivere.
<<sei splendida stamattina>> disse Matt dopo aver ripreso fiato, era da un po di tempo che non facevamo l'amore e quella mattina trovammo l'occasione
<<lo dici per cortesia o perché lo pensi davvero?>> risposi vestendomi frettolosamente
<<piccola sai che non mento mai, sei in ritardo per qualcosa?>> mi chiese vedendo l'orologio <<sono le otto>> aggiunse
<<vado a prendere Claire all'aeroporto, è tornata! >> risposi entusiasta
<<se vuoi ti do un passaggio io, nessun problema>> disse alzandosi dal letto
<<negativo Roger, oggi è il tuo giorno libero >> risposi entrando nel bagno per lavarmi i denti, la sensazione di menta sulle mie labbra mi piaceva molto da appena sveglia
<<appunto, visto che è il mio giorno libero l'avrei preferito passare con te>> rispose Matt appoggiandosi sulla colonna della porta del bagno, il suo sguardo era un misto tra la passione e la tristezza, non sapevo inquadrarlo
<< Matt mi dispiace, ma non vedo Claire da mesi, ho bisogno di vederla>> risposi ignorando la sua supplica inespressa << ne ho bisogno anch'io da giorni>> disse di punto e in bianco mentre stavo indossando il giubbotto <<di vedere Claire?>> chiesi stupita <<no, ho bisogno di passare del tempo con te, di vederti di nuovi negli occhi senza che qualcuno si metta tra di noi, non vedo l'ora di andare a vivere a Seattle con te>> rispose prendendomi le mani, Matthew stava facendo sul serio e per quanto la cosa fosse bella mi sentivo soffocare o forse era la constante paura che accadesse qualcosa, cosi non risposi a quel discorso, annuì facendogli capire che era meglio non parlarne più in quel momento <<ora vado, ti ho preparato due sandwich per pranzo, a stasera >> dissi dopo averlo baciato a stampo.

Claire non era cambiata per niente, a distanza di mesi rimase la stessa, tranne per l'abbronzatura e i capelli più chiari dovuti al clima del Messico, mi mancò tanto infatti appena la vidi in lontananza con le valige piansi di gioia, ma lei non mi vide subito, continuava a guardare in ogni angolo eppure ero a pochi metri da lei, dovetti telefonarla per farmi raggiungere, e quando mi vide anche lei non rimase indifferente e dall'emozione pianse insieme a me per essere tornata.
<<ti trovo cambiata Jen, ti vedo diversa!>> esclamò Claire prima di sorseggiare un ottimo vino bianco, per festeggiare il suo arrivo decidemmo di pranzare in un ristorante rinomato
<<diversa?in che senso?>> chiesi curiosa mentre con molta fame iniziai ad assaporare la pietanze che avevo davanti a me
<<sembri più matura, hai l'aria di chi ne ha passate tante e ce l'ha sempre fatta nonostante tutto e poi mangi, ci credi che non ti vedevo mangiare da quando sei stata molestata!>> disse con entusiasmo, ma il suo volto si rabbuiò non appena vide che il mio stato d'animo non gioiva di quel dettaglio, lo stupratore e lo zio Cooper erano argomenti ancora freschi per me, come una ferita da poco rimarginata, e affrontare Claire mi avrebbe esposta ad una serie di cadute fino a farmi riaprire la ferita, cosi scelsi un diversivo per cambiare discorso << sai che io e Matt dopo la laurea ci trasferiamo a Seattle?>> chiesi sorridendo
<<no davvero?! Congratulazioni Jen!>>esclamò con poco entusiasmo poi mi abbracciò
<<e come faremo a vederci?>> aggiunse
<< non avevi detto che rimanevi con Pablo in Messico?>>chiesi curiosa e delusa allo stesso tempo
<<no beh vedi, non stiamo più insieme, aveva una scia di donne dietro che se ti elencassi tutti i nomi diventa notte>>disse come se la cosa fosse divertente
<< oddio Claire mi dispiace, non so che dirti> risposi portandomi le mani alla bocca
<<tranquilla>> rispose secca, poi venimmo interrotte, qualcuno stava chiamando Claire con il numero privato << Rispondi su magari è importante!>> esclamai
<<no deve essere Pablo, non sapeva che sarei partita,vorrà spiegazioni e non voglio rispondere, lo faresti per me?>> chiese porgendomi il telefono, i suoi occhi da cucciola colpirono un'altra volta e mi feci convincere
"pronto chi parla?"
chiesi cortesemente,poi una voce non ben identificata mi fece gelare il sangue, sentivo un vuoto allo stomaco,come una voragine
"Salve signorina Ramirez, ha pranzato bene?" Chiese la voce in modo pacato
"Chi è? Cosa vuole mi lasci in pace!" Urlai contro la cornetta dimenticandomi di non essere sola

<<Jen che cazzo ti sta dicendo Pablo, passamelo>> disse Claire avendomi sentita urlare

"Ah ah, passa il telefono alla tua amichetta ed io la sparo alla tempia" rispose la voce sentendo Claire dal telefono
"Non saresti in grado!" Sbottai
"Ah no?guarda sui capelli della tua amica"
"Perché dovrei?" Chiesi insistente
"Te guarda" aggiunse
<<Perché dovresti cosa Jen?>> mi chiese Claire facendomi voltare verso di lei e notai sulla sua tempia un pallino rosso, qualcuno la stava puntando dall'alto con una spia infrarossi e di colpo iniziai ad urlare e a piangere "no ti prego,ti prego, ti credo"
Risposi al telefono
<<Jen ma che hai?>> chiese Claire con insistenza <<passamelo, avanti dammi il telefono>> aggiunse tirandomi a se
" cosa devo fare?" Chiesi ignorando completamente la mia amica
" scrivi su un foglio questa frase e passala alla tua amica - Eravamo felici insieme una volta, nessuno avrebbe dubitato di noi, poi quella stupida sera decisi di spezzarti il cuore, una settimana prima dal matrimonio,che verme, ma avevo paura, troppi erano gli ostacoli da superare, e invece di affrontarli ho preferito dimenticarti ma io non ti dimenticherò mai - " scrivi e dallo a Claire" rispose la voce
" ma cosa significa? Che gli dico a tal proposito?" Chiesi cercando di capirci di più ma la voce sparì come il puntino rosso sulla tempia di Claire, rimanemmo solo io, lei e la misteriosa frase dettata dallo stalker.

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