Capitolo 40

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"Si dice che le azioni valgono più delle parole. Ma le azioni sono temporanee, le parole sono per sempre"

Non avevo mai visto il volto di Marcus prima di quel giorno, lo conoscevo a malapena dalle descrizioni fatte da Matt, sapevo che prima della morte di Monica lavorava per la gioielleria di Matthew come guardia e come scagnozzo di Eveline in sua insaputa, "che bastardo!" pensai mentre con il tempo focalizzavo sempre di più la sua sagoma in lontananza, Claire non riusciva a credere alla situazione che stavamo vivendo, intorno a noi si era formata una folla di gente che osservava la scena, la gente iniziò a sussurrare tra di loro e se non fu un immaginazione sentii nominare anche il mio nome, ormai tutti mi conoscevano come " la compagna di Matthew Davis" che stessimo insieme non era più in taboo e tra i vari sondaggi letti su alcune riviste settimanali , il 90% delle donne single a New York erano invidiose di me, tra quelle scommisi che votò anche Eveline, ma era un mio pensiero non ne ero molto convinta su questa cosa.

<<Jen cosa facciamo? Questo ci spara!>> mi sussurrò Claire all'orecchio
<<tranquilla se ci voleva morte ci avrebbe già sparato>> risposi rimanendo sempre nella stessa posizione
<<e quindi ? Cosa facciamo, Dio santo che situazione, che gente matta oddio oddio>> rispose Claire preoccupata
<<tu resta qui, appena ti faccio segno con le mani dietro la schiena, chiama la polizia con il telefono>> risposi avanzando verso il mio avversario
<<che?>>
<<fai come dico io>> risposi e mi allontanai definitivamente da Claire per affrontare Marcus una volta per tutte, ogni passo che facevo lui ne faceva due indietro, Eveline ci stava mettendo alla prova

<<Ferma o sparo, ho detto ferma o sparo !>> urlò Marcus puntando la pistola più in alto rispetto a prima
<<non credo tu mi voglia sparare Marcus!>> urlai continuando ad avvicinarmi a lui e proprio mentre feci il secondo passo sparò un colpo di pistola verso il cielo, dopo lo scoppio il caos, la gente iniziò ad urlare o a scappare al riparo, fu in quel momento che capì che era meglio non fare cazzate

<<okay okay resto ferma>> urlai alzando le mani in aria
Il suo sguardo fu interrogatorio << come fai a sapere il mio nome?>> chiese avvicinandosi piano piano a me
<< ho tirato ad indovinare, sai la gente qua parla Marcus se commetti errori tutti lo sanno>>rispos sbeffeggiandolo
<<stai zitta troia >> urlò avvicinandosi sempre di più
<<tipico di chi non sa come rispondere, dicono che tu sia un militare ma dubito che tu sappia armeggiare un arma>> risposi cercando di sembrare tranquilla, nel mentre portai la mia mano sinistra dietro la schiena in modo che Claire potesse chiamare la polizia

<<dì alla tua amica di posare il telefono o le sparo>> disse puntando la pistola verso di lei
<<quale telefono ? >> dissi portando le mani in avanti
<<Non fare l'idiota, so che stavate comunicando>> rispose Marcus posando la pistola sulla mia fronte, la folla fece un sussurro cosi forte che persino a distanza l'avrebbero sentito, eravamo a pochi centimetri l'un l'altro e tra noi ci divideva l'arma da fuoco che premeva su di me
<<lei è qui vero?>> chiesi riferendomi ad Eveline , aveva con se l'auricolare all'orecchio ma lui ignorò la mia domanda e continuò a fissarmi negli occhi, poi come se nulla fosse o per destino della sorte la vidi dietro due signore con un telefono vicino alla bocca, la bastarda stava dando ordini a Marcus, fu in quel preciso instante che diedi un calcio tra le gambe di Marcus, l'impatto fu cosi violento che cadde a terra torcendosi in due, Claire mi raggiunse e prese con se la pistola che fino a pochi secondi prima era sulla mia fronte e gliela puntò a distanza in modo che fossimo protette, io presi con forza l'auricolare per mettermi in contatto con lei << ti ho vista Eveline è inutile che ti nascondi!>> dissi urlando come una pazza
<<stai attenta a come parli con me se vuoi che non ci siano altri stragi te l'ho detto >> rispose lei in modo violento, cercai di ritrovarla in mezzo alla folla ma era già lontano per chissà dove <<Eveline perché non ti costituisci? Ammetti i due omicidi e magari poi stai più tranquilla!>> risposi cercando di sembrare calma, dovevo essere morbida nei suoi confronti, essendo malata mentalmente forse mi avrebbe ascoltato se fossi stata gentile << io non ho ucciso nessuno! Non ho ucciso nessuno! Mi stai rovinando la vita cretina!>> rispose urlando da vera psicopatica << ma non è finita qui stanne certa, non è finita qui>>e chiuse la chiamata, le sue ultime parole mi annebbiarono la mente, un'altra perdita non sarei stata in grado di sopportarla , chi avrebbe toccato? Mia nonna, Claire o Matt? Valutando il suo stato mentale era in grado di fare di tutto, fu in quell'istante che mi accorsi della gravità della situazione e iniziai a piangere.

Claire mi raggiunse non appena lasciò la testimonianza alla polizia, il suo abbraccio fu più caldo del caffè della caserma, "caffè" era una brodaglia ma non mi importò molto perché l'unica cosa che era certa fu che non mi sentivo più al sicuro <<la polizia ha detto che lo terranno qui per un po' di mesi per quello che ha fatto, se poi è vero che è coinvolto negli omicidi allora si parla di anni>> disse Claire cercando di calmarmi
<<mesi? Tu pensi davvero che starà qui, non credo>> dissi con un tono piuttosto duro
<<Jen stai tranquilla, tra poco arriverà Matt e starai meglio>> rispose ignorando la mia reazione
<<mi aspetterai fino al suo arrivo?>>chiesi quasi piangendo
<<no Jen, te l'ho detto quello che successe con Matt no? Rivederlo mi creerebbe problemi>> disse alzandosi per rimettersi il giubbotto
<<Perché? Insomma ne è passato di tempo ormai è andata così no?>>le chiesi ma lei non rispose <<oddio Claire a te piace ancora Matthew, provi ancora qualcosa per lui?>> aggiunsi inorridita <<ci sentiamo più tardi Jen, fai la brava>> rispose e se ne andò lasciandomi sola con i miei pensieri.
Un quarto d'ora più tardi arrivò Matt, appena mi vide mi abbracciò forte e mi baciò con la stessa forza dell'abbraccio, che mi amasse era evidente , ma l'idea che avesse avuto una storia con la mia migliore amica mi frenò molto e fui costretta a deviare quel gesto con la scusa che ero scossa per quello che era successo. Per i primi dieci minuti di viaggio in macchina ignorò il mio silenzio, poi si fermò di punto in bianco ad un parcheggio sperduto e spense la radio e la cosa mi dispiacque perché "Sparks" dei Coldplay era davvero bella ma sapevo che dovevo affrontare la situazione, anzi dovevo affrontare lui.
<<Jen che ti succede? Sei silenziosa>> chiese accarezzando la mia mano, ma il gesto mi diede fastidio, tanto che fui costretta a togliere la mia mano dalla sua
<<Jen? Che hai? Cazzo hai intenzione di parlare o no?>> chiese una seconda volta urlando
<<appena ti calmi semmai>> risposi
<<sono calmo,calmissimo!>> rispose ironico
<< Perché non mi hai detto che tra te ed Eveline c'è stata una relazione? Mi avevi detto che ci fu una cotta da parte sua>> chiesi senza peli sulla lingua <<non te l'ho detto perché non mi sembrava cosi importante, ci stava dando già problemi quindi che avrei risolto?>> rispose
<<ti rendi conto che non ha senso quello che hai detto? Stiamo parlando di una donna con problemi mentali che sta rovinando la nostra vita! La mia vita!>> urlai sconcertata dalla sua risposta << ed io cosa ci posso fare? Jen non abbiamo nessuna prova concreta da mostrare alla polizia per incastrarla, che devo fare?>> disse urlando una seconda volta <<nulla come sempre, ah! Perché non mi hai mai parlato di te e Claire?, Dio la mia migliore amica Matt! >> risposi <<è stato prima di te non mentre stavo con te!>>rispose come se fosse una scusa valida <<e allora che significa ? È sbagliato comunque cazzo ma te ne rendi conto! Potevi dirmelo senza che tutto questo casino rendesse difficile il rapporto che ho con lei, è l'unica amica che ho e adesso non riesco più a guardarla negli occhi>> dissi con le lacrime agli occhi
<<Perché? È una storia vecchia Jen io amo te, sto con te non provo niente per lei>> disse prendendo di nuovo le mie mani, ma quella volta non le tolsi <<si forse per te ma lei prova ancora qualcosa ed io non posso stare con te sapendo che lei prova qualcosa>> risposi in lacrime
<<Andiamo a casa, ti fai una bella dormita e a mente fresca ne riparliamo, okay?>>chiese con un tono di voce dolce
<<okay>>
E riprese strada con la macchina verso casa, riaccesi lo stereo e mi addormentai dopo cinque minuti cullata dalla musica e dal calore della luce del tramonto.

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