Capitolo 7

38 6 0
                                    

Dopo la chiacchierata con nonna Teresa ero piena di idee, avevo voglia di affrontarlo, se era il prezzo che dovevo pagare pere essere felice ero pronta a farlo,anche se l'idea di sapere tutta la verità mi impauriva ma non potevo tirarmi in dietro.
Presi il telefono che per ore era stato inutilizzato,cliccai sulla rubrica e digitai il suo nome, e con le dita che mi tremavano pigiai sul suo contatto e lo chiamai,mentre il telefono continua a squillare la mia agitazione era propensa ad aumentare,mi sentivo forte e debole allo stesso tempo,ero riuscita a star fuori da tutta quella storia per una settimana e in quel momento ci stavo ritornando per mia volontà.
<< Matthew Davis , chi è?>>rispose freddo
il suo modo di rispondere alla chiamata mi fece ridere, non avendo il mio nuovo numero si atteggiò come se fosse una chiamata di lavoro ed era qualcosa di nuovo per me sentirlo dall'altre parte cosi.
<< Pronto.. Matt.. sono Jen>> risposi con voce tremante
<<Hey Jen ! non avevo riconosciuto il numero>>
<< si l'ho cambiato l'altra mattina,volevo dirti un altra cosa>>
<< dimmi pure>> rispose serio, troppo serio forse
<< è ancora valida la proposta del vedersi per chiarire quello che è successo?>>
l'attesa della risposta fu atroce, stetti li ad attendere per circa due minuti,sentivo il suo respiro, non capivo se era sollevato oppure confuso,non lo capivo rimaneva zitto e non sapevo che fare.
<< Matt ? ci sei ..?>> chiesi non ricevendo risposte
<< Si jen ci sono , va bene , quando ti è comodo vedersi?>>
Era arrabbiato con me? cazzo ma dovevo essere io quella arrabbiata con lui? perchè riusciva a rendere la situazione come se la colpa fosse mia? odiavo quando faceva cosi.
<< per me andrebbe bene anche questo pomeriggio, tanto non vado all'università oggi>>
<< va bene , vengo io a casa tua?>>
<< no, preferisco venire io da te , qui c'è mia nonna e potrebbe sentirci>>
<<okay allora ti aspetto,a dopo>> disse chiudendo la chiamata
Non feci in tempo a chiedergli a che ora sarei potuta andare da lui che mi chiuse la chiamata in faccia, ero spaventata dal suo cambiamento di umore , non sapevo in che condizioni l'avrei affrontato quel pomerigio e la cosa mi mise disagio .
Dopo pranzo mi arrivò un messaggio da Claire, si scusò subito per non essersi fatta sentire appena arrivata in Messico,era la solita smemorata, ma la scusai senza problemi potevo capirla benissimo,nemmeno io mi ero fatta sentire non vedendo nessun messaggio da parte sua,era felice, appena arrivata in Messico si sitemò nel suo appartamento che condivideva con un gruppo di universitari del posto,per il resto del messaggio mi parlò di un certo Pablo di origini spagnole, l'aveva conosciuto da un giorno circa e già sapeva tutto di lui, iniziai a pensare che se ne fosse innamorata ma non glielo chiesi, doveva essere lei a dirmelo,non amavo farmi gli affari degli altri.
<< andrai da lui?>> chiese mia nonna vedendomi ben vestita dopo circa una settimana di inferno.
<< cosa te l'ha fatto credere?>> chiesi
<< non hai smesso di sorridere da quando hai chiuso la chiamata con lui>>
in realtà era stato lui a chiuderla ma erano dettagli, come potevo sembrare felice all'esterno se dentro di me c'era una rivoluzione in atto? Era cosi importante per me la sua presenza?
<<si cara , lui ti rende felice>> rispose mia nonna alla mia domanda inespressa, ma come diavolo faceva? mi leggeva nella mente?
<<nonna e se dovesse andare male ?>>
<< Jen si te stessa, è cosi che lui si è innamorato di te, metti da parte tutto il resto e concentrati sul vostro rapporto quando sarai da lui, se sono riposte che vuoi ottenere allora chiedigli tutto senza problemi, come sarà l'esito non posso saperlo, ma devi uscire da casa sua con tutti i dubbi chiariti>>
<<certo, adesso però mi hai messo ansia>> risposi ridendo
<< ma noo jen , sei una ragazza forte>>
<< va bene nonna,ora vado, a dopo>>
e me ne andai di casa lasciandomi alle spalle mia nonna che continuava a salutarmi con le mani nonostante fossi girata di spalle, quel pomeriggio pioveva, la pioggia era incessamte e fredda sul calore del mio corpo, ma decisi comunque di arrivare da lui a piedi, camminando avrei avuto più tempo per schiarirmi le idee in modo da prepararmi psicologicamente al discorso.
Non mi accorsi esattamente quando il mio passo iniziò ad accellerare ma dal momento che mi allontanai da casa mi senti' ripetutamente perseguitata, nella mia mente fiorirono mille opzioni legati a quella sensazione, forse Eveline continuava a tenermi d'occhio vedendomi avvicinare a casa di Matt oppure era quel signore dell'altra sera,quel pensiero mi fece pensare a Jenna,cosi mi bloccai di colpo e provai a chiamarla un altra volta, ma niente, il suo cellulare sembrava essere sparito nel nulla oppure era lei ad essere sparita nel nulla, un brivido di terrore mi percuose tutta,Lucas non si fece sentire per tutto il giorno, il che poteva essere positivo,magari era con lei.

Ultimi abbracciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora