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Non abbiamo affatto bisogno di tanti amici. Il nostro cuore ne vuole pochi ma autentici, disinteressati e sinceri. - (Agostino Degas)

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Quando Cristina si è presentata alla porta di casa, stamattina, non mi sarei mai aspettata di trovarmi in un posto come questo.

Il profumo del legno è intenso, quasi come se ci trovassimo in una vera e propria foresta. Gli alberi qui non ci sono, le foglie sono assenti, ma di certo il legno è il materiale che più di tutti è stato utilizzato nella costruzione dell'abitazione in cui ci troviamo.

Osservo ogni dettaglio con attenzione: tutto qui è sinonimo di tradizione, dalle tende ricamate alle finestre, ai tappeti pesanti per combattere il freddo. Alcuni grossi pentoloni in rame sono appesi all'unica parete in pietra della casa; o almeno credo sia l'unica, non ne vedo altre da questa prospettiva.

Il divano in pelle su cui Cristina mi ha fatto gentilmente accomodare è comodo e caldo, e da qui ho un'intera visuale della valle: se avessi un libro con me, sarebbe tutto perfetto.

"Eccomi, ora possiamo andare," afferma Cristina, ricomparendo davanti a me.

Ha bussato alla porta di casa con la scusa di accompagnarla al mercato; avrei dovuto iniziare a studiare stamattina, ma l'occhiata che nonna mi ha rivolto non ammetteva scuse. Vuole che io viva questa esperienza al meglio, ma non posso venir meno alle mie priorità. Non ho mai avuto bisogno di integrarmi per stare bene, ma devo ammettere che il clima che si respira qui mi induce a farlo; mi ha portato a seguire Cristina a casa sua, a ignorare completamente il mercato senza chiederle spiegazioni e anche ad ascoltare con interesse i suoi racconti bizzarri.

"Dove andiamo?" chiedo, alzandomi.

Cristina indica le scale prima di rivolgermi un ampio sorriso. "Per ora in camera mia, poi assisteremo alle prove della band."

La domanda che sorge spontanea è perché mi abbia fatto attendere qui, facendomi intendere che saremmo uscite di li a poco, ma l'atmosfera che si respira in questa casa mi piace incredibilmente e sono certa che la sua camera non sarà da meno.

La seguo senza obiettare, è più facile farlo. Chiedere a volte è superfluo, soprattutto dal momento che mi piace essere dove sono.

Saliamo le scale in legno mentre Cristina mi dà una completa spiegazione della disposizione delle stanze, e quella che da fuori sembrava una semplice baita si sta rivelando molto, molto più grande del previsto. Mi piace l'atmosfera che si respira, mi piace la luminosità del corridoio e la disposizione dell'arredamento rustico.

"Mi piace," affermo ad alta voce.

Cristina si volta nella mia direzione, sorridendomi appena. "Anche e me. Casa mia sarà la copia di questa; non amo le riproduzioni, nemmeno le imitazioni, ma questa casa sarà sempre l'eccezione."

Quando parlo con lei ho sempre l'impressione che ci sia qualcosa dietro, qualcosa che va oltre le parole, come se quello che dice fosse solo una metafora per descrivere qualcos'altro.

Amo la letteratura, nonostante abbia deciso di abbandonarla per intraprendere un percorso totalmente diverso nella mia vita. Amo poter leggere i pensieri altrui, scavare nelle loro più intime convinzioni e avere una visione del mondo più ampia. Nonostante io ami l'idea del lavoro che andrò a fare, so che sarà sempre un limite alla vera conoscenza del tutto.

Non ho mai eccelso nel parafrasare le poesie, nonostante le figure retoriche mi divertissero particolarmente. Le ho sempre interpretate come un filtro, la possibilità di dare l'accesso ai propri pensieri soltanto a chi era davvero intenzionato a conoscerli. Leggere un testo senza volerlo interpretare è facile, ma spesso ci rendiamo conto che il significato superficiale è nettamente diverso da quello reale, e in un certo senso Cristina rappresenta quel testo.

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