Ti regalerò tutti i brividi che fino ad ora hai provato soltanto ascoltando il tuo pezzo preferito. - (M. Auriemma)
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Non c'è un esatto momento della vita in cui ci si rende conto che si è diventati grandi.
Da bambina era la mia frase preferita: "Quando sarò grande.." a cui seguivano le più svariate aspirazioni ed era proprio mia nonna a ripetermi che non dovevo avere nessuna fretta. Quella fretta però, l'ho sempre avuta.
Ce l'ho anche adesso, o meglio, ce l'avevo fino a ieri, ma oggi tutto quello che vorrei fare è rallentare. Vorrei che il mio cuore rallentasse, che la mia mente, solo per un secondo, la smettesse di correre, perché mi sento trasportata da un vortice di sensazioni a cui non sono affatto abituata. Qualcosa mi dice che se non avessi avuto tutta quella voglia di crescere, di raggiungere qualcosa che stava sopra la mia portata, in ogni istante della vita, forse adesso mi troverei pronta.
Sarei pronta ad affrontare mia nonna, a dirle quello che sta succedendo, i miei piani della serata e soprattutto sarei pronta ad affrontare la serata in sé, Harry compreso.
Ci provo da stamattina, dal mio risveglio. Ci ho provato a pranzo, cercando di introdurre il discorso in mille modi diversi, e l'intento è quello di riuscirci ora, davanti al camino acceso del salotto, mentre sorseggiamo silenziose una tazza di tè, ma non ci riesco.
Non sono abituata a chiedere il parere degli altri, a chiedere il permesso di fare qualcosa, perché negli anni non l'ho mai fatto. I miei genitori mi hanno insegnato le regole, l'hanno fatto da sempre, e io le ho semplicemente apprese e messe in pratica, come ogni singola cosa con la quale mi sono approcciata in tutti questi anni.
Loro non mi hanno mai detto di no, non avevano bisogno di farlo, perché sapevano che io non sarei venuta meno a nessuna delle loro regole. È questo il motivo per cui mi sono sempre sentita libera di parlare con loro, di metterli al corrente dei miei spostamenti, delle mie intenzioni, senza mai aver bisogno di chiedergli l'autorizzazione a farlo. Ed è anche la ragione per cui, quando ho sbagliato, l'ho fatto da sola, imparando la lezione senza che loro rendessero le cose ancora più difficili di quelle che erano.
"Sei silenziosa."
Lo sono. Nell'intento di riuscire a parlare con lei, mi sono chiusa in me stessa.
"Anche tu."
Nonna sorride, togliendosi gli occhiali dalla montatura dorata dal viso. "Io sto solo aspettando che tu mi dica quello che vuoi dirmi, bambina."
In cuor mio so anche questo. Mia nonna ha sempre avuto questa innata capacità di capirmi con uno sguardo che, fino ad ora, mi è sempre sembrata una qualità straordinaria. Ma adesso non so più se lo è.
Appoggio la tazza ancora calda sul tavolino, stringendomi le gambe al petto, pronta a darle la notizia. "Stasera Harry mi prepara la cena."
"E?"
"... E vorrebbe che io stessi da lui, stanotte."
L'ho detto. Ho detto a mia nonna quello che ai miei genitori non ho mai avuto il bisogno di dire.
"Bambina, guardami."
Non mi ero nemmeno resa conto di aver abbassato lo sguardo. Non lo faccio praticamente mai, non ho bisogno di farlo con lei.
"Perché non vuoi passare la notte da Harry?"
"Io... Io non ho detto che non voglio passare la notte da Harry."
Il suo sorriso consapevole, compare sul suo viso. "Lo sai qual è la principale differenza fra te e Nadia?"
Un anno fa le avrei certamente detto che non c'erano differenze fra me e Nadia, ma ora potrei farle un intera lista. "Quale delle tante?"

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Neve
Fanfiction"Due rette parallele non si incontrano mai." -Quinto postulato di Euclide-