Neve

7.

Il valore delle cose non sta nel tempo in cui esse durano, ma nell'intensità con cui vengono vissute. Per questo esistono momenti indimenticabili, cose inspiegabili e persone incomparabili.- (F. Pesaoa)

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I giorni qui, passano troppo velocemente.

Se non avessi tutte le conoscenze che ho sul tempo, la sua formulazione, e il suo utilizzo applicativo, come parametro fondamentale per la maggior parte delle dimostrazioni teoriche, potrei affermare che in questi giorni, è trascorso più velocemente del solito.

Sembrava ieri che dalla stazione centrale di Milano, prendevo il treno per venire qui; il binario era affollato, la tratta per Verona è una delle più trafficate, ma fra l'euforia della partenza e l'euforia degli altri passeggeri, riuscivo solo a provare e vedere cose belle. Vedevo gli occhi lucidi di mia madre che mi dimostrava che le sarei mancata,  nonostante nell'ultimo anno le cose fra di noi, non fossero state solo un crescendo.  Sentivo il calore dell'abbraccio di Ginevra, che per la prima volta mi dimostrava con i gesti, quello che a parole non sarebbe riuscita.

Gli abbracci fra di noi non sono mai stati di casa, le parole dolci, tanto meno. Il nostro rapporto è sempre stato strano, ma senza dubbio solido; non una di quelle amicizie osservabili ad occhio nudo, piuttosto un legame visibile solo dalla lente di un microscopio scientifico, con la massima risoluzione.

Estraggo dall'armadio la mia giacca a vento bianca per la prima volta da quando sono qui. Mi lascio cullare dal tempo che scorre e dalla mancanza di quelle persone che si stanno rivelando più sorprendenti del previsto. Ginevra non tarda mai a scrivermi, con la scusa di un aneddoto esilarante, o semplicemente con uno smile, a ricordarmi della sua presenza che nonostante tutto, non riesco ad ignorare.

Il tempo passa veloce e le sensazioni positive incrementano, in modo direttamente proporzionale a lui. Sono certa che non ci sia nessuna relazione scientifica fra il tempo e le emozioni, ma potrei inventarla io o limitarmi a viverla e goderne i suoi frutti.

Osservo la mia immagine riflessa nello specchio. Sono passati sei giorni da quando sono arrivata qui, e sono stati rari i momenti in cui ho potuto soffermarmi a pensare. Le incursioni di Cristina me l'hanno impedito, le chiacchierate serali con Niall anche, e soprattutto la quotidianità con mia nonna; una fonte di energia incredibile che con il tempo, non sembra affievolirsi mai.

Gli attimi a disposizione per vivere la quotidianità famigliare a Milano, erano davvero pochi. I miei impegni spesso coincidevano con gli spazi di pausa dei miei genitori, e il tempo a disposione per parlare o raccontare semplicemente la realtà, era pochissimo.

Vivere con mia nonna ha incrementato anche questo; avevo dimenticato cosa significasse sedersi intorno ad un tavolo e semplicemente parlare. Non necessariamente di qualcosa di importante, anche le riflessioni banali possono essere un buon argomento di conversazione, tanto che sono arrivata a dimenticarmi dell'esistenza del mio telefono, per qualche ora.

Gli equilibri stanno tornando ad essere corretti; le relazioni umane quelle di un tempo e quelle tecnologiche solo al secondo posto.

Sorrido alla mia immagine riflessa per la stranezza della situazione. Sto pensando troppo e forse è un bene che abbia pochissimo tempo per farlo.

Controllo la sveglia sul comodino constatando che fra quindici minuti dovrò essere pronta. Niall non mi ha fornito molti dettagli su questo "sabato sera alternativo", ma sono certa che mi piacerà.

Mi copro indossando parecchi strati di vestiti, Cris ha sottolineato più volte la cosa, tanto da non poterla ignorare. È  difficile ignorare Cristina in generale, soprattutto da quando lei e Niall hanno chiarito le loro posizioni nei confronti della loro amicizia e sembrano essere entrambi, più sereni e rilassati. Non ho indagato in merito alle motivazioni reali delle loro discussioni, quello che mi importa è che si siano riavvicinati rendendo la loro compagnia ancora più piacevole.