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Non so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare - (Van Gogh)

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La luna è alta nel cielo e le stelle sono ben visibili a disegnare immagini astratte da gestire a mio piacimento.

Sono più vicina alla luna da qui, i 1563 metri di altezza del paese mi consentono di limitare la distanza da quello che tutti considerano un luogo misterioso e posso dire di essere un passo avanti, di potermi godere questo spettacolo da una vista privilegiata.

Il freddo pungente non mi spaventa, sono avvolta in una doppia coperta di pile e il maglione di lana aiuta a tenermi al caldo. Prendo posto sul divanetto in vimini posto sul balcone. Nonna non approverebbe la mia scelta, ma dal momento che dovrebbe essere ormai a letto, posso approfittare della tranquillità che la montagna di notte offre.

Sembra quasi surreale lo spettacolo che mi viene fornito. Le montagne di giorno luminose, sono totalmente scure. È impossibile distinguere la vegetazione e tutto ciò che riesco a scorgere sono le luci dei gatti delle nevi che sistemano le piste da sci per la giornata di domani.

Mi manca sciare, mi manca la sensazione di libertà che si prova mentre guidati soltanto dai nostri movimenti, scivoliamo sulle superfici di quelle stesse montagne che dal basso, sembrano irraggiungibili.

Gravità, attrito, inerzia; sono alla base di tutto, eppure con lo sci vengono messe alla prova. Ho sempre amato farlo.

Mi stringo nella coperta tirandola fin sopra il naso. Ora va meglio, mi piace stare qui fuori e potrebbe diventare la mia abitudine preferita. Se non mi congelassero le mani, renderei tutto perfetto con un libro, ma credo che giocare d'immaginazione per stasera, sia l'unica cosa concessa.

"Neva?"

"Niall?". Il biondo è a pochi passi da me, appoggiato al parapetto divisorio fra i nostri balconi. "Cosa ci fai li?"

"È il balcone della mia stanza" dice sfregando le mani alla ricerca di calore. "Cosa ci fai tu qua fuori con meno cinque gradi, piuttosto"

"Gioco di fantasia non essendo nelle condizioni di leggere un libro senza che le mani mi congelino" spiego.

Niall sorride scuotendo la testa. "Posso giocare con te?"

Sorrido di rimando alla domanda che mi riporta indietro nel tempo. "Accomodati"

"Recupero una coperta e sono da te" afferma prima di sparire dietro alla portafinestra della sua stanza.

Ricompare dopo pochi minuti con una coperta scura fra le mani e dopo aver scavalcato il parapetto senza alcuna difficoltà, prende posto al mio fianco.

"Se ci vedesse tua nonna impazzirebbe lo sai?" mi domanda guardando le montagne davanti a noi.

Un aroma di fumo mi raggiunge distogliendo la mia attenzione rivolta alla sua domanda. "Fumi?" chiedo d'istinto.

Non ho ricordi di Niall con una sigaretta fra le labbra.

"Solitamente no, ma capita quando sono stressato. Ero sul balcone per questo" spiega stringendosi nella coperta.

Lo osservo con attenzione studiando i suoi tratti aggraziati. È cresciuto davvero tanto con gli anni, ma non ha perso il viso d'angelo che l'ha sempre contraddistinto.
"C'è qualcosa che non va?"

Niall mi guarda con attenzione alzando le spalle. "Vuoi trasformare il tuo gioco di fantasia in gioco di ruoli?"

Sorrido alle sue parole. "Potrei fare un'eccezione per te se può farti sentire meglio"

NeveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora