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La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli. - (Friedrich Wilhelm Nietzsche)

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L'intensità di uno sguardo non esiste.

Esiste l'intensità di corrente, l'intensità luminosa, ma non quella di uno sguardo. Uno sguardo non trasmette nulla, non un flusso luminoso e nemmeno una carica elettrica. Uno sguardo può essere espressivo, ma non intenso. 

Sono arrivata a questa conclusione, pensandoci tutta la notte. Ho cercato di trovare una spiegazione fisica alle parole di Nadia, ma non l'ho trovata. In compenso, il turbine emotivo dal quale mi sono lasciata travolgere è scomparso con il trascorrere delle ore e adesso mi sento meglio. Ho avuto modo di analizzare quello che è successo ieri sera alla festa, al capanno con Harry, e vorrei solo avere la possibilità di riportare indietro le lancette e ricominciare da capo. 

So che non posso farlo, che i viaggiatori del tempo sono solo un mito dei più fanatici, ma sono anche certa che Stephen Hawking abbia qualcosa in mente; non avrebbe organizzato una festa per i viaggiatori del tempo altrimenti. Nessuno si presentò, ma lui sostenne che la teoria della relatività generale di Einstein, sembra offrire la possibilità di curvare lo spazio-tempo a tal punto, da tornare nel passato. Il problema starebbe solo nelle radiazioni che si attiverebbero, capaci di distruggere l'astronave o qualsiasi mezzo attraverso il quale i viaggiatori del tempo si muovono. Ecco spiegato il motivo per cui i viaggiatori forse, non si sono presentati al suo super party.

Mi trovo quindi ad affrontare la triste realtà; quello che è successo non può essere cancellato, né modificato, e io mi trovo ad affrontare le conseguenze, per lo più con due occhiaie che non lasciano margine di errore sul fatto che non abbia chiuso occhio. 

Ecco perché è quasi ora di pranzo e io sono ancora confinata nella mia stanza. Se ieri sera non ero pronta ad una conversazione con Nadia, ora sarei ben disposta a barattare quel fastidioso scambio di battute, con l'interrogatorio che avverrà al piano di sotto.

Non ho via di scampo, quindi prima mi toglierò il pensiero, meglio sarà. Esco dalla stanza, senza considerare il telefono. Non l'ho ancora accesso e non ho intenzione di farlo fino a data da destinarsi. So che Cristina ha intenzione di presentarmi Gabriella e ho bisogno di ripristinare almeno le mie condizioni fisiche, prima di affrontare il fantasma biondo che ora si paleserà al mondo.

"Buon Natale, bambina!"

Le braccia della nonna mi stringono, ricordandomi che oggi è il giorno più bello dell'anno. Lo è sempre stato per me. Natale era sinonimo di nonna, di montagna, di neve e sci, ma soprattutto di famiglia e di sana felicità. Quest'anno sono finita per dimenticarlo e ho tutte le intenzioni di rimediare. 

"Buon Natale nonna!". Mi abbandono al suo abbraccio caldo, ritornando indietro nel tempo, trasformandomi in una bambina che ha bisogno di protezione. 

Rimaniamo così per tanto tempo, dondolandoci come se stessimo ballando e la tensione accumulata durante questa notte insonne, lentamente svanisce.

"Bambina, tua madre impazzirà quando vedrà quelle occhiaie. Fatti prestare il correttore da Nadia."

Sorrido stringendola ancora più forte. "Posso sempre simulare un'influenza e non uscire di casa per tutto il giorno."

La nonna si allontana, posandomi le mani sulle guance. È la stessa cosa che ha fatto Harry ieri sera, mandando in tilt la connessione sempre impeccabile dei miei neuroni, ma il tocco della nonna è tutta un'altra cosa. "Non sei in grado di mentire bambina, ed è una cosa bellissima."

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