"Un sogno non è quello che vedi quando dormi. È quello che ti impedisce di addormentarti." - (Abdul Kalam)
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Nessun sottofondo musicale, nessuna parola. Soltanto il suono del motore, lo scricchiolio delle ruote sull'asfalto e il rumore dei nostri respiri.
Ho perso le parole, l'ho fatto quando lui si è allontanato, privandomi dell'aria di cui avevo bisogno. L'ho fatto quando ha acceso la macchina e, senza dire una parola, è partito per una meta sconosciuta.
Abbiamo perso le parole entrambi, forse consapevoli del fatto che qualcosa stasera, sta andando per il verso sbagliato. Vorrei chiarirmi le idee, poter stare sola nella mia stanza e riflettere sulle reazioni che sto avendo, ma non posso farlo. Non siamo diretti a casa, conosco perfettamente la strada che stiamo attraversando perché nell'ultima settimana, l'ho percorsa così tante volte, da poterlo fare ad occhi chiusi. L'ho sempre fatto un con sorriso, con la voglia di raggiungere il resort e aiutare Lisa, ascoltare le sue paranoie da ragazza adolescente, e condividere del tempo con loro. Lei, Theo e anche Harry, come se non fossi più la ragazza nuova, ma semplicemente Neva.
Mi rendo conto solo adesso, che non riesco a sorridere. Spero con tutto il cuore che non mi stia portando a casa sua, perché non avrei la lucidità necessaria per far finta di niente, per accettare la situazione come quella che è: famigliare. Famigliare come lo è stata poche volte in passato, famigliare come famiglia, quella che loro compongono alla perfezione e nonostante le difficoltà, sono riusciti a trasmettere anche a me.
Spero davvero in una strada secondaria, una di quelle che non ho mai visto, ma so che l'unica direzione è proprio quella del resort. Guardo fuori dal finestrino cercando di aggrapparmi alla neve, alla sua freddezza, al significato che ha nella mia vita, ma sono talmente emotiva in questo momento, che sarei senza dubbio in grado di scioglierla.
Superiamo il resort e mi accorgo solo in quel momento che stavo trattenendo il respiro. La strada terminerà fra qualche metro, quindi dove stiamo andando?
La risposta me la forniscono i fari del pick-up che illuminano in lontananza una costruzione in pietra. Mi volto verso Harry in cerca di spiegazioni, ma non posso contare sul suo aiuto.
Guarda l'edificio attentamente, stringendo il volante fra le mani. Sembra indeciso sul da farsi, e spero tantissimo, nonostante la curiosità, che decida di fare retromarcia e riportarmi a casa.
Passano i secondi e la neve continua a cadere. Passano i secondi e il mio sguardo non riesce a staccarsi dal suo profilo. Passano i secondi, e lui scende dall'auto, chiudendo la portiera alle sue spalle.
In un attimo raggiunge il lato del passeggero, aprendo lo sportello. "Dammi la mano, si scivola."
È agitato, la tranquillità e la padronanza che solitamente dimostra è sparita. Il fatto che nemmeno lui sia completamente lucido dovrebbe consolarmi, ma al contrario mi preoccupa. Almeno uno di noi due deve ristabilire gli equilibri, è evidente che io non sono in grado di farlo, quindi deve essere lui.
Afferro la sua mano, scendendo dall'auto. Harry è fermo davanti a me, mi guarda e non parla, mi guarda e mi comunica tutta la sua titubanza. "Dove siamo?", lo domando con un filo di voce, con un timbro che non mi appartiene, ma lui sembra non accorgersene.
Si passa nervosamente una mano nei capelli e tenendomi per mano, si incammina in direzione della costruzione. Non so dove sto mettendo i piedi, mi limito a seguirlo, mentre con indosso soltanto la sua maglietta a mezze maniche, mi fa strada.
La pendenza del terreno mi rende difficile camminare, lo strato di neve che lo copre rende tutto più complicato, ma in qualche modo arriviamo a destinazione.

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Neve
Fanfic"Due rette parallele non si incontrano mai." -Quinto postulato di Euclide-