"C'è chi ti ruba l'aria e chi te la ridà, dosandola in quel modo così perfetto, da insegnarti a respirare"- (Massimo Bisotti)
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"Stiamo arrivando."
Due semplici parole che possono cambiare l'esito della giornata. Due parole che normalmente mi avrebbero fatta gioire. Due parole che hanno un significato molto più grande di quello testuale.
Guardo il testo del messaggio che ancora lampeggia sul display del telefono, senza riuscire a sentire gioia. È sbagliato. Lo è nei confronti dei miei genitori che stanno venendo qui anche per me, lo è soprattutto nei confronti di me stessa. Avevo deciso che non mi sarei più fatta influenzare, che non avrei mai permesso a nessuno di gestire le mie emozioni in questo modo, ma lei ci riuscirà sempre.
La cosa più brutta probabilmente è che è sempre stata l'unica in grado di farlo, l'unica capace di annientare la mia razionalità, per arrivare direttamente alle mie emozioni. L'ho sempre lasciata fare, come avrei potuto fermare la sua determinazione? Era parte della mia famiglia, era la mia migliore amica, quindi non avrebbe mai potuto voltarmi le spalle.
La cosa più brutta oggi, è non riuscire a sentirla più parte di quella famiglia. Non riesco a sentire il legame che dovrei avere con una cugina, non riesco a guardarla e percepire le stesse sensazioni positive di sempre.
Ho sempre dato molto più peso ai compagni di viaggio, che al viaggio in sé. Lei è sempre stata la mia compagna di viaggio preferita, quella che mi ha sempre promesso che non avrei mai viaggiato da sola... e invece eccomi qui. Io, il mio viaggio verso il futuro, e il disagio che non fa altro che aumentare.
Non sono mai stata brava a fingere e nei prossimi giorni dovrò dare il meglio di me; fingere qualcosa che non c'è più. Fingere di essere felice di vederla, fingere che non sia successo nulla fra di noi. Fingere.
Mi armo di coraggio, rispondendo a mia madre con un semplice cuore rosso. Devo riuscire a pensare solo a loro, al fatto che potrò riabbracciarli e passare del tempo in loro compagnia come se tutti questi chilometri non ci dividessero giornalmente. Mi guardo un'ultima volta allo specchio, sistemando il maglione bianco che indosso. Non sono affatto pronta, ho provato ad esserlo per tutti questi giorni, ma non ci sono riuscita. Ho cercato di distrarmi con Cris, con Niall e persino con Harry che si è presentato spesso qui, con la scusa di una birra, ma certe cose non si possono dimenticare. Si adattano così bene a stare dentro noi, che una volta strappate, il vuoto creatosi non è più colmabile.
Scendo le scale lentamente, tenendo il cellulare stretto fra le mani. La nonna ha preparato ogni cosa; le stanze per loro, l'albero per le sue figlie, e chili di cibo gustosissimo per noi. Ne saranno tutti entusiasti e dovrò sforzarmi di esserlo anche io.
Sono agitata come lo sono stata poche volte nelle vita. È la stessa agitazione che ho provato prima di affrontare la mia ultima gara di nuoto. La stessa che ho percepito prima che il monitor del computer mi comunicasse l'esito del mio test di ammissione all'università. La medesima agitazione nell'aspettare notizie dall'esame di recupero di Lisa, pochi giorni fa.
Ce l'ha fatta. Non che avessi dubbi a riguardo, dopo aver constatato i suoi progressi a seguito delle ripetizioni che abbiamo fatto inseme, ma averla aiutata nel raggiungere un piccolo traguardo della sua vita, mi ha fatto sentire bene, come tutte quelle volte che sono riuscita a concretizzare uno dei tanti obiettivi che mi sono imposta nella mia.
La porta d'ingresso è spalancata, mia nonna mi dà le spalle mentre saluta con la mano i passeggeri delle due auto che hanno appena parcheggiato nel vialetto. Faccio un passo avanti, e la prima cosa che vedono i miei occhi, sono i capelli biondi di mia madre.

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Neve
Fanfic"Due rette parallele non si incontrano mai." -Quinto postulato di Euclide-