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Mi piace il verbo sentire.
Sentire il rumore del mare, sentirne l'odore. Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco.
Sentire l'odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore.
Sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente. - (Alda Merini)

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La casa della nonna mi è sempre piaciuta. È accogliente, calda e quasi tutta in legno. Da anni mia madre cerca di convincerla ad effettuare un restauro, ma lei si è sempre opposta con forza. Non posso biasimarla; fra queste mura è cresciuta, vissuta e ha dato alla luce i suoi figli e guardandomi intorno non vedo nulla che non vada.

Mia madre si preoccupa troppo, ricordo la sua apprensione da quando ho memoria e non sembra affatto la figlia di mia nonna. Se non fosse per i tratti del viso così simili avrei senza dei dubbi, ma guardandole l'una vicina all'altra, non c'è alcun margine di errore.

Sono seduta sul letto della mia stanza, quella che una volta apparteneva a mia zia Margaret; è la più bella della casa, la più grande e quella con la vista privilegiata sull'intera valle. Studiare con un panorama del genere fuori dalla finestra, sarà molto produttivo.

Rimango nel letto ad osservare la luce del sole alta nel cielo. Ho lasciato le persiane aperte di proposito con il preciso intento di essere svegliata dal sole, ma qualcosa dev'essere andato storto; l'alba è già passata da un pezzo.

Sorrido ripensando alla conversazione davanti al camino che si è svolta ieri sera in salotto. Parlare con Nives Swarts è incredibilmente semplice e spontaneo; non ho filtri con lei, non ho paure o preoccupazioni, so che lei capirà cosa voglio dire e so anche quanto per lei il nostro rapporto sia importante.

Adoro la sua volontà nel saperne di più. Solitamente gli anziani rimangono strettamente ancorati all'epoca in cui vivono e crescono e una volta raggiunta l'età adulta si fermano, rifiutandosi di accettare che il mondo in un modo o nell'altro si evolve.

Nonna non è così, è sempre pronta ad informarsi sulle ultime novità, a cercare di capire il funzionamento delle cose e chi meglio di me, può spiegarle tutto questo? Mi piace osservare, scorgere, riflettere e rielaborare. Forse mi faccio troppe domande, ma è bello porsi delle questioni, perché una volta ottenute le risposte, ci si sente molto più soddisfatti.

Se Niall non ci avesse distratto con il suo ritorno a casa, probabilmente saremmo ancora davanti a quel camino quasi spento a parlare di tutto e di niente, ma ora sono qui e mi sforzo di alzarmi dal letto ed iniziare questa nuova giornata.

Avvolgo intorno alle spalle la vestaglia di pile che Ginevra mi ha regalato prima della partenza. Sorrido guardandomi allo specchio, mi sta malissimo ma sicuramente mi aiuterà a tenermi al caldo.

Guardo un'ultima volta il sole prima di chiudere la porta alle mie spalle e scendere velocemente le scale. Nives mi sta aspettando in cucina, con il suo immancabile giornale cittadino e una tazza di tè nero senza zucchero.

Alza lo sguardo dalle pagine scure rivolgendomi uno splendido sorriso. "Buongiorno bambina. Hai dormito bene?"

Il fatto che lei mi chiami bambina non mi infastidisce, essere la sua bambina per sempre è una delle mie massime aspirazioni. I miei cugini non hanno questo privilegio e io voglio goderne finché posso.

Prendo posto al suo fianco addentando uno dei suoi biscotti allo zenzero. "Benissimo nonna, ma da domani sarà meglio puntare la sveglia"

L'orologio lavorato in legno segna le undici e la mattinata è ormai persa. Avrei voluto fare una passeggiata, ma temo che dovrò rimandare a questo pomeriggio.

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