7.2

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La testa gli fa male, tanto, troppo.
Vorrebbe tagliarsela e gettarla lontano, così da non dover scendere a patti ancora con i propri pensieri e con le parole della madre e di Harry che martellano imperterrite, costringendolo a socchiudere gli occhi per qualche istante.

Le infermiere si muovono attorno a lui meccanicamente, facendogli venire voglia di scappare, di vomitare.
E lo farebbe, se solo non dovesse stare fermo immobile su quel lettino che odora di nulla, di buio, di colpa e di sbaglio.

Per questo "Harry" sussurra, portandosi le mani fra i capelli, stringendoli forte fra le dita. "Harry" ripete più forte, cercando di tirarsi su a sedere.

Una delle donne che sta finendo di prepararlo lo guarda e prova a postargli una mano sulla spalla per farlo stendere nuovamente, ma Louis le scaccia via la mano. "Non toccatemi" ringhia, respirando un po' più velocemente. "Non dovete toccarmi" continua, gli occhi ridotti a due fessure ed il cuore che batte all'impazzata.

Cosa sta succedendo?

"Harry" urla quasi. "Chiamate Harry" rincara, tirandosi i capelli e gemendo dal dolore. "Ho bisogno di lui"

Le infermiere lo osservano preoccupate, quasi spaventate senza sapere cosa fare.

"Voglio Harry!" esclama di nuovo. "Chiamatelo. Ora" aggiunge guardandole una ad una. E la più anziana - agli occhi di Louis - annuisce ed esce fuori, recuperando il suo cellulare dal giacchino di jeans che Johanna stringeva fra le mani fini ad un attimo prima.

Rientra dentro e si fa dire il contatto da cercare e fa partire la chiamata.

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