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Quando entra in casa, viene accolto stranamente da H, il suo gatto che gli si struscia contro le gambe e reclama attenzioni.

Lo prende in braccio, quindi, è lo stringe a sé, cercando quel conforto che nessun altro può e potrà mai dargli.

Tira su con il naso e percorre la breve distanza che lo divide dalla propria camera in silenzio, accarezzando il pelo dell'animale che lo ripaga con delle rumorose fusa.

Fortunatamente sua madre e Lottie non sono in casa e non torneranno per un paio di giorni, perciò è libero di sfogare tutto ciò che ha dentro in urla, pianti e chi più ne ha più ne metta.

"Perché a me, H?" domanda al gatto ormai mezzo addormentato fra le sue braccia. "Cos'ho fatto di male?"

Si siede sul letto e fissa il nulla, incapace di focalizzare la propria attenzione su altro.

Non vuole pensare, non vuole parlare, non vuole fare niente. Per questo ignora il telefono che continua a squillare nella tasca della sua giacca.

"Lasciatemi in pace" mormora a nessuno in particolare. "Smettetela di provare a parlare con me" continua, lasciando andare il gatto sulle coperte morbide e sdraiandosi accanto a lui, rannicchiandosi un po' su se stesso.

Sa che dovrebbe rispondere al telefono, rassicurare Niall - che sicuramente gli avrà inviato come minimo venti messaggi - e dirgli che va tutto bene anche se non è la verità. Ma sa anche che di tutte quelle chiamate e quei messaggi metà sono di Harry e no, non è pronto ad ascoltarlo.

In realtà capisce, lo fa davvero, ma crede di meritarsi un po' di più. Perché, insomma, Harry avrebbe potuto scrivergli un messaggio prima, chiamarlo o semplicemente raccontarglielo in una delle serate che hanno passato insieme.

E si sente uno schifo, perché lo ama e vorrebbe effettivamente averlo lì con sé, ma non ha intenzione di cercarlo, non in quel momento. Preferisce struggersi in silenzio e farsi logorare dal mal di pancia che lo fa rimanere sdraiato sul letto.

E non gli importa se di lì a poco dovrà di nuovo correre in bagno per vomitare. Non gli importa nemmeno se non riuscirà ad arrivarci e svuoterà il contenuto del suo stomaco sul pavimento. Non gli importa di niente e nessuno.

A dirla tutta, alla fine, per Louis è più facile resistere a quel dolore ad intermittenza, piuttosto che scendere a patti con il suo cuore spezzato.

Follow me, please ⚓︎ l.s. mpregDove le storie prendono vita. Scoprilo ora