Capitolo 42

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Buonasera e buon Natale a tutti! (in ritardo di un giorno, ma è il pensiero che conta, no? Ahah)

Spero stiate passando buone feste ed abbiate ricevuto tanti bei regali, intanto ecco qui il mio per voi ;)

Un paio di giorni fa ho risposto ad una domanda su Ask dicendo che mancano meno di cinque capitoli alla fine della storia e mi sono arrivati mille messaggi con domande di tutti i tipi ahah

Poiché non riesco a rispondere a tutti, risponderò qui:

- Sì mancano davvero meno di cinque capitoli;

- No, la storia non avrà un sequel. Ho sempre detto che sarebbe stata una fanfiction autoconclusiva, non ha bisogno di un'altra storia che finirebbe solo per rovinarla;

- Sì, ovviamente scriverò altro! Ho detto già diverse volte di avere in mente la prossima storia, e pian piano mi stanno venendo sempre più idee interessanti per la trama, quindi spero che deciderete di seguirla :)

- Sì, non appena concluderò My boyfriend's brother mi dedicherò a My every road leads to you! A me mancano quelle OS probabilmente più di quanto mancano a voi, non vedo l'ora di scriverne una nuova ahah

Okay, chiarito tutto ciò... Spero (ma non credo di farcela) di riuscire a postare più velocemente i prossimi capitoli ora che ci sono le feste, ma non assicuro nulla :)

​Un bacio, buona lettura! x

***

Quando quella mattina la segretaria giovane e mingherlina del direttore della mia facoltà era entrata in aula ed aveva fatto il mio nome, io ed Harry ci eravamo scambiati un'occhiata non poco confusa.

Non avevo perso tempo ad alzarmi, raccogliere le mie cose e seguirla fuori dall'aula, ma per tutto il tragitto lungo i corridoi di quell'edificio che ormai conoscevo a memoria non avevo potuto fare a meno di domandarmi cosa il direttore potesse volere da me: non l'avevo neanche mai visto di persona dopo il primissimo giorno di università, in cui aveva riunito tutti i nuovi studenti nell'aula magna per il consueto discorso di benvenuto.

Quando quindi mi ritrovai seduta di fronte a lui dal lato opposto della sua scrivania, la prima cosa che notai fu che era esattamente come lo ricordavo: un uomo leggermente in carne, con pochi capelli bianchi a coprirgli la testa e dall'aria austera che, ad essere sincera, non aiutò per niente a calmare il mio nervosismo.

Non appena cominciò a parlare, però, mi dovetti subito ricredere: non avrei saputo dire se mi risultò più accomodante e gentile di quanto pensassi perché avevo sempre avuto pregiudizi su di lui, oppure perché, dal momento esatto in cui aprì bocca, mi rivolse solo e soltanto complimenti.

Rimasi ad ascoltarlo mentre mi parlava della mia ottima media, del fatto che tutti i professori parlassero bene di me e mentre mi ricordava che gli ultimi esami fossero ormai alle porte, ma intanto provai in tutti i modi a capire dove volesse arrivare. Quando, alla fine, mi fece una proposta che mai mi sarei aspettata di ricevere, ero quindi talmente scioccata, spaventata ma, allo stesso tempo, lusingata, che per accettare mi ci vollero almeno un paio di minuti.

Il direttore mi sorrise, poi mi trattenne ancora un po' nel suo ufficio per darmi tutte le direttive di cui avevo bisogno e per rispondere alle domande che, passato lo stupore iniziale, avevano cominciato ad affollarmi la mente.

Per quando uscii da lì dentro, avevo un sorriso sulle labbra talmente grande che non appena Harry, poggiato al muro del corridoio ad aspettarmi, lo captò, la prima cosa che fece fu sollevare un sopracciglio.

«Credo tu sia la prima persona nella storia delle università a venire convocata dal direttore ed uscire dal suo ufficio sorridendo.» Fu la prima cosa che disse, chiara giocosità dietro le sue parole.

My Boyfriend's BrotherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora