Il misterioso ragazzo dagli occhi nocciola

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"Per non ferire gli altri nascondiamo ciò che ferisce noi"
Mi ero messa un paio di jeans neri e un maglione lungo, grigio. Capelli sulle spalle e un filo di trucco. Sentii suonare alla porta, ero felice di uscire con Dylan anche se mi sembrava tutto strano, diverso. Quello che mi era successo l'ora prima doveva rimanere nascosto, o sarebbe successo un disastro. Aprii la porta, con disgusto, rabbia e non so che altro vidi una persona ridotta male, inguardabile <Margot mi dispiace, non so più come fare. Non è colpa mia> <Vattene> <Margot, figlia mia io non volevo questo> <Ti ho detto di andartene, porca puttana vattene> si mise a piangere, ero arrabbiata triste e un filo di depressione mi raggiungeva. Ero sulla linea della fine, quella tra la morte e la vita. Ero continuamente in bilico, continuamente in forse. Troppe volte lo avevo aiutato, troppe volte ero caduta per questo. Non era un padre, no. Non per me, non lo consideravo così da tanto tempo. Imboccai la vietta lasciandomi dietro quel viscido, e vidi Dylan aspettarmi con la faccia un po' confusa, con gli occhi rivolti verso l'uomo che dovrebbe essere mio padre. <Chi è quello?> <Beh ciao Dylan, come stai? Io bene grazie> sentii una leggera risata da parte sua ma lo sguardo era ancora fisso sull'uomo alle mie spalle. Inutile dire quanto mi sentissi a disagio, ero in un punto fermo, cosa avrei dovuto fare? Dirglielo? D'altronde a Bella e Aleksia l'ho nascosto per molto tempo e lo sto tutt'ora nascondendo. <è uno che mi stava chiedendo l'elemosina, ecco chi è> dopo un suo sguardo alquanto inquietante ma con un filo di preoccupazione, mi prese sotto spalla e iniziò a camminare. <Comunque Margot buongiorno, io sto bene e sono felice che tu stia bene> <E sei stupido> <Si un po'> si avvicinò e mi diede un bacio, leggero e dolce. <Dove andiamo?> <Vorrei portarti in un posto, nessuno lo conosce cioè almeno credo> risi <e dov'è?> <Taci e Sali in macchina>. Il viaggio durò 40 minuti che passai facendo domande a Dylan. Dove mi stava portando? Mi immaginavo un posto tetro, brutto da dire ah? <Siamo arrivati>. C'era una via di sassi che continuava in mezzo a un campo. Alla destra c'era una fattoria, ma non sembrava ben messa. Era molto grande e bellissima, ma si vedeva che non veniva usata da tempo. <Vedi questa fattoria? Beh era dei miei nonni, da quando sono morti non è stata più utilizzata e quindi la uso io> i suoi occhi nocciola guardavano la fattoria e poi si posavano su di me. Con un mezzo sorrisino mi disse, quasi per avere la mia approvazione <ti piace?> <Si, molto>. Mi prese per mano e mi sentii rabbrividire. Non so perché questo gesto quasi stupido mi facesse un certo effetto. Comunque aprii la porta e dentro era ancora meglio. Paglia ovunque, legno, caldo, uno spettacolo. C'erano delle scalette che portavano a un ripiano superiore. Questo era pieno di paglia a terra e c'era un lenzuolo e due cuscini, come se ci dormisse qualcuno. <Qualche volta dormo qua, sai quando voglio stare da solo e pensare> <Quand'è l'ultima volta che hai dormito qua?> <Quando ho saputo di te e Thomas, nei giorni successivi sono venuto ancora> guardò un punto fisso davanti a lui, con uno sguardo di rabbia? Presi e mi sedetti sul ''letto'' .  Lui mi guardava e si avvicinò. Poi mi sdraiai e lui fece lo stesso. <Sai di essere bellissima?> mi girai a guardarlo e notai che lui mi stava guardando, poi con una mano iniziò a giocare con i miei capelli, arrotolandoseli sulle dita. <Non avevo mai portato nessuno qua> iniziò a sfiorarmi la pancia, poi iniziò a baciarmi il collo lasciando qua e la qualche succhiotto, poi passò al seno e alla pancia. Poi mi baciò e io finii sopra di lui. Iniziammo a baciarci con passione, ero presa da quel momento, senza pensare a niente. Ero presa dal misterioso ragazzo con gli occhi nocciola, ne ero infatuata.  Mi levò il maglione e io feci lo stesso con lui, poi mi 'spinse' così da mettersi lui sopra di me. Iniziò a baciarmi ovunque ma poi si fermò. Vide i lividi, i tagli. Lui stava vedendo tutto e io, stupida come ero, non ci avevo neanche pensato. Lo vidi mentre osservava i lividi sulla pancia, poi mi prese i polsi e li fissò a lungo. Io ero zitta, immobile, lievemente eccitata devo dire. <L'ha fatto ancora> disse lui, quasi sottovoce. Lui sapeva, sapeva la storia. <Chi te lo ha> <Aleksia>. Continuava a guardarmi e io mi sentii sbilanciare nella linea di fine tra vita e morte, mi sentii morta. Morta dentro, mi sembrava di essere in una vetrina e mostrare le mie debolezze, perché è quello che erano. Le lacrime cominciarono a scendere, continuavano e continuavano. Lui smise di guardarmi i polsi, mi guardò in viso, mi asciugò le lacrime <se ne pentirà> poi mi baciò il primo livido e mi calmai, mi baciò il secondo e il terzo. Mi prese i polsi e iniziò a baciarli <io ti proteggerò da tutta questa merda>. Mi sentii calma, sollevata quasi felice. Si, perché c'era lui a proteggermi. Mi levò i jeans e le mutande e così feci io con lui. Prese il portafoglio, si mise il preservativo. Quella fu la mia prima volta, con un ragazzo che aveva appena visto le mie debolezze e che mi aveva promesso di proteggermi. E io mi sentii felice e quando mi sussurrava mentre spingeva <tu sei mia, non ti toccherà più> io mi sentivo bene. Finalmente iniziavo a sentirmi bene.

Scusate il ritardo ma sono stata via. Comunque, anche se in ritardo, buon Natale 🌺
Spero che il capitolo vi piaccia, se potete lasciare qualche commento così capisco se c'è qualcosa che non va. 😘

All monsters are human||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora