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<<Pronto?>> sento lo sguardo di Dylan trapanarmi e quando mi giro noto i suoi occhi preoccupati. <<Adesso scappi di casa?- sento una rigorosa risata- ti ho cresciuta meglio di così, Margot>> mi acciglio. Non ha fatto altro che tradire la mia famiglia, tutta, e poi mi viene a dire così. <<Scusami? Al massimo mi hai insegnato ad essere troia e a tradire>> sputo veleno e dal silenzio capisco di aver fatto centro. Guardo Dylan che mi guarda incuriosito e sbalordito dalle mie parole, ma il filo di preoccupazione che vedevo prima è ancora persistente. <<Torna a casa Margot>> <<Non torno a casa>> <<Dimmi subito dove sei che ti vengo a prendere. Non fare la stronza Margot, non me lo merito>> <<Ti meriti tutto invece, mammina. Non ti dirò dove sono, buonanotte>> premo il rosso e mi butto, letteralmente, sul sedile. <È meglio che ti porto a casa> <No, Dylan. Ti prego. Non voglio> sento subito gli occhi pizzicarmi e una lacrima scappa dal mio controllo. <Andiamo dentro> dice avvicinandosi e asciugandomi delicatamente la lacrima dal viso. Il suo tocco mi calma un po', ma la mia ansia è ancora troppo presente. Guardo il telefono e vedo che mia mamma sta continuando a chiamarmi, dio. Lo mostro a Dylan che lo prende cautamente <Lo tengo io, non pensarci>. Usciamo dalla macchina e ci dirigiamo nell'enorme casa che mi si presenta davanti. Dentro è buio, illuminiamo la stanza soltanto con una torcia, quindi non riesco a vedere bene il mobilio. Dylan apre una porta e accende la luce di quella che presumo sia camera sua. È tutta grigia, una scrivania addossata al muro bianca, qualche poster di gruppi di cui non so neanche il nome, e un letto a minimo una piazza e mezza al centro, addossato al muro. È molto accogliente. Poi noto un comodino con una foto di lui, sua sorella immagino e i suoi genitori, incredibile la sua somiglianza con la madre. Mi siedo sul letto mentre Dylan si avvicina all'armadio che si trova attaccato al muro a destra, per trovarmi un pigiama. Prendo la foto in mano e inizio a guardarla bene. Assomiglia molto a suo padre, beh e sua sorella è uguale. Potrei definirla Dylan al femminile. Sembrano molto felici, e guarda adesso che cazzo di casino è successo. La vita fa schifo. Sento i., letto vicino a me abbassarsi e capisco che Dylan si è seduto. <Siamo belli ah?> dice con un sorriso sincero in viso. Si vede che gli mancano molto. <Decisamente> ed è vero, in quella famiglia la parola perfezione è conosciuta da tutti. La rimisi al suo posto e lui si sdraiò mentre io presi i vestiti che erano li. <Sai era un giorno stupendo, quello. Eravamo andati in montagna, Julia, mia sorella, lo adorava. Così abbiamo chiesto al proprietario del ristorante in cui siamo andati a mangiare, di scattarci quella foto. Eravamo molto felici> dal suo tono, pur se un sussurro, sento e percepisco la nostalgia. Rilascio il mio 'pigiama' sul letto e mi sdraio vicino a lui, accoccolandomi ma allo stesso tempo facendo accoccolare lui. Lo stringo talmente forte che per un secondo mi sembra di perdere il respiro. Si stacca, purtroppo, e mi guarda dritto negli occhi. Dio, il mio autocontrollo va a puttane quando fa così. <Dai mettiti il pigiama, così mi distraggo> dice con un sorriso malizioso strizzandomi il fianco. Rido leggermente, cercando di non farmi sentire. Mi alzo, spengo la luce anche se la stanza è comunque illuminata dalla luna, e mi levo i vestiti, che mi sembrano impregnati dell'odio che ho provato oggi, rimanendo solo in reggiseno e mutandine in pizzo bianchi. <Ah dio mio> alzo lo sguardo mentre raccolgo i vestiti da terra. Inutile dire che mi sento accaldata, un sacco. <Cosa?> dico per stuzzicarlo. <Mi fai partire il cervello così> mi avvicinai al letto sotto il suo sguardo stupito. Non ero sensuale ne niente di che, ma qualcosa questa sera me lo stava facendo fare. Forse l'eccitazione? Non lo so ma sentivo il bisogno di Dylan. Mi sdraio sopra a lui iniziando a baciarlo e a mordergli il labbro inferiore, mentre continuo a muovermi su di lui. <Margot, oggi è la terza volta che mi fai eccitare. Non è umano> dice per poi gemere.
DYLAN'S POV
Il suo corpo è fottutamente perfetto, una dea. L'intimo in pizzo che porta è talmente perfetto per lei, che mi fa salire l'eccitazione dai piedi alle punte dei capelli. Quando l'ho vista salire sul letto, ero stupito. Ma la Margot che mi seduce mi piace, e non poco. I suoi baci iniziano già a calmare la nostalgia di 'casa' che mi era venuta prima, perché ora 'casa' è dove c'è lei. Si struscia su di me, inutile dire l'erezione che mi è partita. La sento gemere mentre ci baciamo e questo mi fa impazzire. Ribalto la situazione mettendomi sopra di lei non separando mai le nostre labbra. Inizio a tirare giù le spalline del suo reggiseno e la faccio leggermente alzare con la schiena, per sganciarglielo del tutto. Mi alzo per levarmi la maglietta e quando vedo il suo sguardo, con così tanto desiderio e passione non mi controllo più. Inizio a baciare, mordere e giocare con i suoi seni mentre lei cerca di non urlare dal piacere. Mi libero in un secondo anche dei pantaloni e inizio a fare quello che lei ha fatto prima facendola gemere. Ci separa solo l'intimo. Torno a baciarle le labbra mentre passo una mano lentamente sulla sua pancia, poi sulla coscia avvicinandomi sempre di più alle sue mutandine. Quando inizio a toccarla da fuori sento quanto è bagnata e solo dio sa come sto facendo a trattenermi da tutto questo. Levo le sue mutandine scoprendola mentre un lieve rossore le compare in viso, o almeno così mi sembra visto la poca luce lunare che c'è. Mi disfo dei miei boxer e mi avvicino al comodino non separando mai le nostre labbra. Interrompo il bacio giusto il tempo di aprire il preservativo e metterlo, per poi entrare in lei. All'inizio vado lentamente <Dylan> dice in un sussurro. Per quanto mi piaccia vederle eccitarsi sotto il mio tocco, questa lentezza fa impazzire pure me, quindi continuo più veloce. Il mio piacere è alle stelle. I problemi sono svaniti. Dopo un po' sento che è ora e vengo preceduto da lei che orgasma il mio nome mentre viene, cosa che faccio io subito dopo. Mi distendo vicino a lei sfinito, ma con un sorriso tra le labbra. Vedo lei alzarsi, mettersi le mutandine e la mia maglietta, cosa fottutamente sexy, e sdraiarsi di nuovo vicino a me. <Dylan, è stato diverso> questa era la pura verità, non eravamo mai stati così intensi e vogliosi di fare l'amore. È stato fottutamente pazzesco. <è stato perfetto> lei sorride mentre io mi rimetto i boxer e getto via il preservativo. La guardo e noto che si è già addormentata raggomitolata sul cuscino. Che spettacolo, se penso che una volta la guardavo e basta, da lontano, senza poterla avere mi fa salire un incredibile senso di potenza. Prendo il suo telefono e vedo le numerose chiamate di sua madre, non la sveglio. Al contrario la lascio dormire e vado fuori in giardino premendo il tasto chiama. <<Sono Dylan, non Margot. Dobbiamo parlare>>

Mi scuso subito per il ritardo, ho avuto problemi e un momento dove non sapevo come continuare.
Comunque, vi piace? È un capitolo intenso, è la prima volta che descrivo così dettagliatamente certi momenti.
L'ho fatto più lungo e ho messo il Dylan's POV
Insomma spero vi sia piaciuto
-Anita💘

All monsters are human||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora