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Chiedo già scusa per il ritardo clamoroso di questo capitolo. Buona lettura

"Mi perdo dentro l'iride degli occhi più belli che abbia mai visto, mi dici di fermarmi e non resisto"
<Perché, tu lo sai?> dico guardando Scott (sottolineo che nel capitolo precedente ho sbagliato e ho scritto Tyler, mi dispiace. Ho modificato)  in faccia. Ora che ci penso, è iniziato tutto quando lui è arrivato, non penso che sia cattivo eh però nasconde qualcosa. <è una cosa del suo passato e io faccio parte del suo passato> <Scott, mi sembra che mi prendiate tutti per il culo>. Mi guarda e alza le sopracciglia come se stesse pensando bene a cosa dire. <sai, prima di partire io e Dylan abbiamo parlato. Mi ha detto di controllarti, di vedere come stavi e cosa ti succedeva. Credimi che c'è un motivo plausibile> la nostra conversazione viene interrotta dal prof che entra classe. Mi sto scervellando per capire qual è la sua scusa plausibile, giuro. Le mie mani sono bordeaux da quanto le sto pizzicando, mi sono anche guadagnata qualche sguardo stranito da Scott. Appena finisce la scuola tiro un sospiro di sollievo e corro verso il corridoio per uscire il prima possibile. <Margot, vuoi un passaggio?> Dylan mi affianca e io annuisco un po' titubante. So che oggi mi dirà tutto, ma quello che ho passato in sua assenza è stato devastante. Lui mi ha portato felicità quando avevo il mondo addosso, quando mio padre mi picchiava. Se ne è andato via così, senza dire niente, senza spiegazioni. Mi ha lasciata senza darmi spiegazioni. È stato tutto una merda. <Tutto okay?> dice appena siamo dentro alla macchina. <Si> vedo che non mi sta portando a casa ma fa la strada per la fattoria. Presumo che mi dirà la verità subito e non so se sono pronta. Scrivo a mia madre che mi fermo a scuola per studiare. <Dopo ti porto a mangiare, so che hai sempre fame> <Sono cambiate le cose> mi guarda e si passa una mano sui capelli spettinati, segno di nervosismo. <Ma non mi dispiacerebbe mangiare, mi è venuta fame>, si gira di scatto e sorride. Per quanto ci provi, non riesco a respingerlo totalmente. Arriviamo alla fattoria e mi sale l'ansia. L'ansia di scoprire effettivamente il perché, cosa è successo. Si siede per terra e io faccio lo stesso. Continua a muovere le mani o a passarsele sui capelli, segno di nervosismo. Gli tocco la gamba e lui alza lo sguardo, quasi calmandosi. <Non avrei mai voluto parlartene, ma forse è quello che devo fare. Mi fido di te, ciecamente. Non è questo il problema. So cosa hai passato nella tua vita fino ad ora, so tutti i problemi che hai avuto e non volevo creartene altri. C'è un motivo preciso che mi ha spinto a tornare a New York. Sai, io ho una sorella, si chiama Julia. Mi ha sempre ricordato un po' te sotto alcuni punti di vista ma di certo non per la forza, assolutamente. Sai, quando ho perso i miei genitori vivevo a New York con loro, mia sorella e mio zio. Mio zio e mia zia si sono separati quindi lui viveva con noi. Dopo l'incidente> si ferma e sento il groppo che gli si forma. Ha le lacrime agli occhi e vengono subito anche a me leggermente, perché sento la sua sofferenza. <scusami, continuo. Dopo quello che è successo mia sorella non è stata più la stessa. Era depressa, si tagliava e aveva iniziato a fare uso di droghe. Una sola persona riusciva in qualche modo ad aiutarla, Scott. Lei è più piccola di me e Scott e si è trovata fin da subito bene con lui. Si amavano, tanto. Abbiamo mandato mia sorella da uno psicologo e si stava riprendendo, la situazione era tornata normale. Poi mia zia ha fatto visita a mio zio, io odio New York e odio mio zio. È uno stronzo, soprattutto con me e mia zia lo sa. Mi ha portato via ma Julia voleva rimanere li e così è stato. Quando Scott è venuto da me, a Londra mi ha parlato subito di Julia. È ricaduta nella droga, in modo più pesante. Ha allontanato Scott che, dopo essersi trasferito, ha sempre cercato sue notizie. Per questo sono tornato in quel posto di merda, per aiutarla. Ora è in un centro di riabilitazione, una merda di posto che però sembra aiuti. La vedo più rilassata e soprattutto non sente più il bisogno di drogarsi. A me dispiace non avertelo detto però mi sembrava un carico troppo pesante>. Le parole di Dylan mi sconvolgono, la storia della sua famiglia è decisamente un disastro. Mi sento in colpa per averlo trattato male e mi sento così triste perché capisco il dolore che ha passato solo ora. Mi avvicino e lo stringo a me, lui scoppia in lacrime, quasi urla. <Sfogati> gli dico guardandolo. Si alza e comincia a tirare pugni al muro, urlando che fa tutto schifo. Poi si gira e mi guarda con un'intensità che mi fa spezzare in due, i suoi occhi parlano e io impazzisco. Si avvicina velocemente, sento il cuore uscirmi dal petto. Mi bacia, violentemente. Sento la sua lingua sul mio labbro inferiore e poi lo sento mordermi. <Tu sei l'unica cosa bella in tutta questa merda, Margot. Mi dispiace> lo bacio e lui si calma, sento i suoi muscoli su di me distendersi. <Non volevo farti star male, non volevo di certo che dimagrissi, o che andassi da uno psicologo. Non volevo tutto questo. Quando Scott lo ha scoperto e me lo ha detto sono impazzito. Non volevo ferire anche te Margot> lo guardo negli occhi e vedo che sta ancora piangendo. Anche se c'è il rossore, le sue iridi mi fanno impazzire. <Ti amo Dylan, dio se ti amo> mi guarda stupito e mi bacia nuovamente, con foga, con passione, con desiderio.

Ho fatto un casino con Wattpad e non si è pubblicato il capitolo, spero solo che sta volta vada
Anita💘

All monsters are human||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora