Costume

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"Mi hai messo tra le cose vietate e hai finito per desiderare il proibito"
Non ero stabile. Avevo passato gli ultimi tre giorni come un esiliata in casa, non avevo visto nessuno e mi ero finta malata. Avevo ricevuto alcuni messaggi da Aleksia, Bella e Thomas, ma non avevo voglia di rispondere. Ero stranamente triste, una tristezza che però mi portava ad osservare ciò che mi circondava. Guardavo la mia vita da fuori, avevo un bel ragazzo che mi corteggiava, due amiche stupende eppure avevo qualcosa che mi portava a essere triste. Ho pensato per tutto il tempo a Dylan intensamente, a quello che è successo fuori dal bagno. Ho capito che forse la mia tristezza dipendeva proprio da lui, il ragazzo che mi colpiva con i coltelli, che mi dissanguava che però continuava a spingermi nel scoprire di più su di lui, come se solo io potessi capirne qualcosa. I tre giorni gli avevo passati sulla finestra della mia camera, mi alzavo alle 5 per guardare il sole alzarsi, splendere per tutta la giornata e poi spegnersi la sera, la notte. Il tramonto era il punto di rottura, ed era uno spettacolo stupendo. Ero io il sole. Fatto sta che il quarto giorno dovevo tornare a scuola. <Margot muoviti, non accetto che tu stia un altro giorno a casa, preparati la cartella e vai a scuola> mi svegliai con questa oca che gridava, cazzo urli alle 6.30 di mattina poi. Mi alzai contro voglia, mangiai una fetta biscottata che però lasciai li a metà, un bicchiere di spremuta e andai a sistemarmi. La sera prima mi ero fatta la doccia quindi avevo un aspetto migliore di quello dei giorni precedenti. Misi eyeliner un po' di cipria, converse nere, jeans neri e un maglioncino leggero bordeaux, capelli lisci sulle spalle e zaino in spalla più la sacca di educazione fisica, oggi avremmo dovuto fare nuoto. Mi avviai verso scuola, con le cuffiette nelle orecchie deliziata da 'Born to die' di Lana del Rey. Vidi in lontananza Aleksia e Bella, cosa potevo inventarmi? <Beh allora? Sei sparita per tre giorni e non si sa neanche il perché> <Stavo male, vomito> <E mandare un messaggio era troppo?> disse Bella un po' contrariata <Se vuoi ti mandavo anche la foto mentre sboccavo nel water> <Sei una merda dio> disse Aleksia. <Ma guarda un po' chi si rivede oh> disse Thomas dandomi un bacio <che ti è successo? Pensavo di aver fatto qualcosa di male, ma ho capito di non aver fatto niente quando ho scoperto che nessuno ti ha più sentito>  <Ho avuto l'influenza ma ora sto bene> dissi sorridendo, se la bevevano tutti. Andai insieme a Bella e Aleksia in classe. Entrò il prof tutto felice di dover andare nella piscina della scuola. Il bello della mia scuola è che non c'erano soldi per praticamente niente eppure avevamo la piscina, non me lo spiegavo. Odiavo il nuoto, odiavo mettermi in costume.  Nella mia scuola non c'erano molte regole, non bisognava mettersi ne la cuffia ne il costume intero. Le ragazze dovevano farsi la coda e potevano stare con il costume a due pezzi ma non doveva essere troppo 'provocante'. Questo portava le puttane a venire praticamente nude senza che a nessuno importasse. <Ah odio fare nuoto, per fortuna lo facciamo solo poche volte all'anno> disse Aleksia sbuffando. Andammo in spogliatoio . C'erano ragazze con dei fisici assurdi, ragazze grassotte e ragazze che se la tiravano fino allo sfinimento. Poi c'ero io che andavo in bagno a cambiarmi mentre il resto usciva prima per farsi vedere. Misi il mio costume nero, neutro. Adoravo il nero e mi rispecchiava molto, era semplice ma complesso allo stesso tempo. Appena vidi che non c'era più nessuno mi avvicinai allo specchio. Avremmo fatto il corso di nuoto insieme alla classe di Thomas, come tutte le lezioni di ginnastica e mi vergognavo. Non so se mi vergognavo più di farmi vedere da Thomas o da Dylan. Mentre io scrutavo ogni imperfezione del mio corpo qualcuno sbatte la porta, entrando di cattiveria. Neanche il tempo di girarmi che vedi spuntare da dietro, nello specchio, Dylan nella sua bellezza. I capelli bagnati che gli cadevano sulla fronte, gli occhi che risaltavano e il fisico scoperto. <Come mai non c'eri?> <Influenza> <Cazzate> <Non crederci> dissi io infine. Lui mi scrutò sempre con il suo sguardo che ti penetrava dentro, come se studiasse le tue emozioni. <Cosa non ti piace di te?> disse serio affiancandomi. Mi girai verso di lui <Cosa ti fa pensare che io stia guardando quello> mi prese per i fianchi e mi rigirò verso lo specchio. <Ti leggo dentro, comincia> disse serio. Mi guardai pensando da dove cominciare. <Le caviglie sono troppo grosse, il polpaccio pure, ho le ginocchia storte e qui- dissi mettendomi le mani nelle cosce- c'è troppo grasso. Non ho culo-poi passai alla parte superiore del corpo- ho la pancia e mi sembra di avere le maniglie dell'amore alla mia età. Non ho tette. Il viso poi, è una catastrofe. Ho il naso grosso, gli occhi piccoli, le labbra sono troppo sottili e la pelle rovinata. I capelli mi stanno sempre uno schifo> dissi continuando a studiarmi. Lui fece una smorfia che mi fece quasi ridere <Che c'è?> dissi io. Lui rispose quasi divertito <Ma tu non vedi? Le tue caviglie sono molto fine, le gambe non sono due stuzzicadenti ma non sono per niente grosse e soprattutto sono solo muscolo- disse mettendo una mano sulle mie cosce che mi fece venire i brividi, poi continuò- il culo credimi che ce lo hai ed è uno spettacolo, le maniglie dell'amore te le sogni tu, la pancia è inesistente. Hai poche tette è vero ma sono ben formate e sono sexy. Il tuo viso- disse girandomi- è stupendo. È magro, hai dei lineamenti bellissimi, il naso non è alla francesina-disse mimando una voce fine- ma ti sta molto bene. I capelli sono sempre apposto e i tuoi occhi sono una cosa stupenda, due perle di oceano. E le tue labbra> si avvicinò, eravamo a due millimetri. Sentivo le sue labbra quasi sfiorarmi e ne ero attratta <Sono perfette e invitanti. Combatto spesso la voglia di farle mie> disse ormai sulle mie labbra, non ci stavamo baciando ma le nostre labbra erano appoggiate l'una all'altra, il contatto mi stava facendo impazzire. Sentimmo dei passi e la porta si aprì, spinsi subito Dylan e vedemmo Thomas entrare ma non sembrava aver visto la scena <Finiscila di prendermi per il culo, hai rotto le palle> dissi io fingendo una sceneggiata con Dylan per poi avviarmi verso Thomas che mi prese sotto braccio. <Pff taci principessina> disse infine. Io e Thomas andammo verso la piscina e quando mi girai vidi solo Dylan sorridere. Perché succedeva tutto questo caos

All monsters are human||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora