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Aspetto la sera, sono esattamente le 20. Mi avvio a piedi verso la sua casa prima però passo al mc a prendere due cagate da portare, giusto per mangiare. Ignoro completamente le chiamate di mia madre. Leggo però un suo messaggio  <<Dove sei?>> e mi sale un po' il senso di colpa. Non so perché, forse sarà che il rapporto con mia madre è cambiato. Siamo più unite rispetto a prima, forse è questo. Non so. <<Margot dove sei?>> dice a telefono non appena compongo il numero. <<Mi hai mentito, mamma. Perché? Cosa ti ho fatto di male>> dico con voce fredda e distaccata. <<Margot, torna a casa. Ne parliamo>> rido leggermente. <<Quella non è più casa da tanto. Lasciami sbollire, sono da Aleksia. ci vediamo domani>> riattacco ignorando le lamentele di mia madre. Ma come si permette.
DYLAN'S POV
Esco da scuola finita la punizione, incazzato nero. Cameron non ha fatto altro che starmi lontano e nella mia testa vedevo solo la sua testa staccata mentre gli staccavo il cazzo in due secondi. Macabro, ma giusto. Non può essersi permesso di toccarla, mi immagino la scena. Vedo lei piangere, lui provare piacere. Un incredibile senso di colpa mi assale, magari lei sperava che io la salvassi. Il bacio, il semi bacio, di oggi mi ha dato una carica positiva. Averla sentita di nuovo mia mi ha fatto sorridere, dopo tanto. Però non mi sta passando questa situazione, Cameron meritava di peggio. Lei magari lo avrà anche perdonato, è ingenua e terribilmente buona, con tutti. Anche con me, che non faccio altro che farla star male. Cosa cazzo sbaglio? La amo da morire, voglio solo farla star bene. Per un periodo pensavo fosse felice ma è durato ben poco. Le sue nocche sempre gonfie, Aleksia mi dice che si scarica con i sacchi. Si libera di tutto, però dice anche che la maggior parte delle volte si ritrova a casa a fasciarle le mani. Come l'ho ridotta.
Arrivo a casa, appoggio lo zaino e saluto velocemente mia zia. Ho mangiato un panino veloce a scuola, prendo il telefono e guardo l'ora. Sono le 15.30. Prendo l'ipod, un paio di pantaloncini da calcio e una felpa. Mi cambio e con la musica al massimo vado a correre. È una cosa che faccio spesso, mi rilassa e in questo momento ne ho bisogno. Mi piace vedere come una volta, per rilassarmi, mi bastava picchiare qualcuno. Anche se effettivamente oggi mi sono rilassato e mi sentivo fottutamente bene a prenderlo a pugni, quel coglione di merda. Arrivo nel parco, quel parco dove io e Margot andavamo sempre. Non deve essere molto presto perché scorgo il tramonto in lontananza, e lo guardo. Mi fa pensare a quando Margot era sempre così entusiasta di rimanere al parco per guardarlo e i suoi occhi azzurri risplendevano, dandomi una visione fantastica. Guardo l'ora sull'ipod e vedo che sono le 19.30. Riprendo la mia corsa e in un'oretta arrivo a casa. Apro la porta mentre mi infilo l'ipod in tasca. Sento subito un profumo, profumo di Mc. Si, io lo definisco profumo perché vivrei di quel cibo. Faccio la strada per entrare in cucina ma non vedo nessuno. <Zia?> urlo e sento un rumore provenire dal giardino dietro. Mi avvicino e quando apro la porta scorrevole rimango stupito. Non avrei mai pensato di vederla, non qui a casa mia. <Cosa ci fai qui Margot> dico guardandola negli occhi, ha da mangiare ed è seduta in una posizione strana sulla sedia. <Questo> dice alzando il sacchetto del Mc e alzando le spalle. <Tua zia mi ha detto che potevo e mi ha detto di ricordarti che stanotte è dal suo compagno> dice guardandomi negli occhi. Senza dire altro mi siedo davanti a lei e di conseguenza mi porge il cibo che ha preso per me mentre tira fuori il suo. Mangiamo in completo silenzio, ma mangiamo anche velocemente. Mi alzo e prendo le carte che abbiamo lasciato e lei mi aiuta. Quando arriviamo in cucina, dopo aver buttato via le cose la guardo. Non faccio a meno di notare che ha una gonna nera e un maglioncino bordeaux che avevo già notato in precedenza. I suoi capelli sono lunghi sulle spalle e si è leggermente truccata. È davvero bellissima. Si morde il labbro sentendosi osservata e si avvicina piano, come per chiedermi il fottuto permesso. La voglio, ora. Non dovrei lasciarle fare quello che sta provando a fare, mi sta per baciare. Non posso, giro la testa e lei si allontana delusa. Ah fanculo, la sua espressione mi manda in crisi e senza accorgermene l'ho presa per i fianchi e la sto baciando con una passione e un desiderio, come un bisogno, incredibile. Mi mette le mani tra i capelli tirandoli leggermente, cosa che mi fa impazzire. La prendo dal sedere in modo che lei cinga i miei fianchi con le gambe e la porto in camera, stando attento a non inciampare. La nostra elettricità è pazzesca, il nostro amore, mai finito. Apro velocemente la porta della camera e la butto sul letto seguendola poi, continuando a baciarla. Mi leva la felpa e io faccio lo stesso con il suo maglione e il suo reggiseno. Da quanto non la vedevo, da quanto non la sentivo così vicina. Devo sentirla mia, o potrei esplodere. Le bacio i seni mentre le tolgo la gonna. Sento i suoi gemiti di piacere, cosa che mi manda fuori di testa. Lei mi leva i pantaloni e le mutande, sento la sua eccitazione. In poco prendo il preservativo ed entro in lei. Continuo e continuo. Sento il mio bisogno di lei crescere e mi sento in un totale spazio di piacere. Quando urla, si perché urla, Dylan vengo e lei seguita da me. Mi accascio vicino a lei e la guardo mentre mette la testa sul mio petto. La stringo fortissimo e la sento sussurrare qualcosa. <Dylan io ti amo> nasconde la testa, quasi fosse una cosa brutta. Mi alzo lasciandola un po' spiazzata e le passo le mutande e la mia maglietta. Io mi metto le mutande e i pantaloncini e mi metto accanto a lei abbracciandola e baciandola. <Mi sei mancata> restiamo un bel po' così fino a quando, dico una cosa. Una cosa che penso da tanto e che voglio. Mi tiro su e lei mi guarda stranita. <Margot, scappiamo insieme>

Scusate per il clamoroso ritardo ma ho avuto problemi con il biglietto per un concerto che mi ha portato via molto tempo

Cosa ne pensate?
-Anita💘

All monsters are human||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora