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"Prendila come una legge psicologica della fisica. Più hai paura di una cosa, più potere le dai"
Lo guardo stupita mentre sento quelle parole, 'io ora ti spezzo in due'. Lui se ne era andato, lui mi aveva abbandonata eppure voleva fare veramente tutto questo casino. Quando sento gemere dal dolore, ritorno alla scena che ho davanti lasciando, per un attimo, i miei pensieri da parte. Vedo la figura di Dylan sopra a quella di Cameron, capisco che i lamenti dal dolore sono di Cameron quando lo vedo perdere sangue dal viso. Ma risponde, anche Dylan è ferito. <Smettetela> urlo, cercando di farmi capire. <Ti avevo detto di aiutarla, non di provarci con lei. Coglione> dice Dylan colpendo nuovamente Cameron. Lui prova a difendersi ma questa volta è inutile. <Dylan, finiscila basta> urlo nuovamente, ma visto che nessuno dei due si ferma decido di provare con la 'forza'. Prendo Dylan per le spalle, rigide e tese. Tendo di spingerlo via, anche se è difficile, dopo un po' si lascia trasportare da me. Si separano e quando Cameron sta per tirargli un pugno mi metto in mezzo <Stai fermo>, si ferma di colpo a pochi centimetri dalla mia faccia. Penso che mi sarei fatta un male cane, per fortuna si è fermato. <Tu non puoi veramente perdonarlo e fare finta di niente, Margot> <Non l'ho perdonato e non sto facendo finta di niente. Ora puoi andartene?> sbuffa rassegnato, e se ne va. Guardo Dylan che sanguina dal labbro e dal naso, la mia solita voglia di proteggerlo e curarlo si impadronisce di me così lo faccio entrare. <Sei un coglione Dylan, cosa cazzo ti è saltato in mente?> dico pulendoli la ferita alla bocca. Appena ho finito vado prendere un fazzoletto per il naso ed è in quel momento che lo sento parlare. <Ti ha baciata Margot, io non..non riesco a vedere queste scene. Non posso> mi guarda mentre gli do il fazzoletto. <Perché lo fai?> dico guardandolo negli occhi. <Perché torni dopo avermi rovinato, fai finta di niente. Vuoi tutto come prima, senza pensare a quello che hai effettivamente fatto?> lo vedo perso mentre mi fissa. I suoi occhi maledetti mi uccidono, mi entrano dentro. <Tu devi metterti in quella cazzo di testa, che io ci penso. Ogni ora di ogni giorno. Ho pensato sempre a te, non ho mai smesso. Appena ho capito che potevo lasciar perdere New York sono corso da te. Non pensare che io sia stato bene, sai. E comunque io ti amo, per cui proverò con tutte le forze a far tornare tutto come prima> <Perché non parti dal dirmi perché sei andato a New York, Dylan?> <Perché è complicato e non voglio farti vedere altra merda> <Beh, ne riparleremo quando mi dirai la verità. Ora puoi andare, ho un impegno>. Effettivamente non avevo alcun impegno, ma non sapevo cosa fare. Si alza e va verso la porta. <Io, ti amo Margot> chiude la porta ed esce. Prendo il telefono e compongo il numero di Aleksia. <<Vieni a casa mia, subito. Dylan è tornato>> dico solo quelle semplici 8 parole e dall'altra parte sento già la porta di casa chiudersi. Chiamo anche Bella e in 5 minuti sono entrambe a casa mia. Appena apro la porta mi abbracciano e io scoppio piangere. Urlo tutto quello che è successo, parlo della notte passata con lui, di quando l'ho mandato via e di quando stamattina ha picchiato Cameron. Mi sembra come se sia successo tutto un sacco di tempo fa, quando in realtà è passato pochissimo. Loro ascoltano e mi consolano per un'oretta. Guardiamo l'ora e sono le 12.30 così decidiamo di andare al mc, giusto per rimpinzarci e poi tornare a casa mia a guardare un film.
Mercoledì 30 Marzo
Sono passati 4 giorni da quando Dylan è tornato. Non ci siamo più parlati, ne ho approfittato per studiare, anche se ormai il risultato si sa già. Potrei riuscire a recuperare, è vero, ma non so se ce la farò. Fatto sta che ora sono a scuola, è la prima ora e ho storia. Ho esattamente davanti Cameron e Dylan dietro, entrambi si mandano sguardi così cattivi da potersi uccidere. Io invece, sto in mezzo, aspettando che Dylan mi dica cosa è successo. Suona la campanella, prendo lo zaino e mi alzo. <Senti basta. Vieni oggi alla fattoria e ti racconto tutto, va bene?> mi giro e vedo Dylan speranzoso, forse anche rassegnato. Annuisco e lui va via con sguardo serio. Ho la testa che mi scoppia e sono distratta, completamente fuori dal mondo. Mi avvio verso la prossima lezione e noto Cameron che mi si avvicina. <Ehi> <Ciao Cam, tutto bene?> dico guardando il sopracciglio tagliato e l'occhio leggermente nero. <Mi è passata, ma non mi sei passata tu Margot> mi fermo istintivamente e mi guardo intorno. Si, sto cercando Dylan per evitare che ci veda. <Cam tu sai i miei sentimenti per lui, non puoi dirmi di no> <Si ma cosa ci vedi in lui? È cattivo, psicopatico, bipolare, è oscuro> <Lo amo e lui mi ama, mi protegge. Mi ha aiutata quando avevo bisogno> <Ahn si e quando?> a Cameron avevo raccontato di mio padre ma non del fatto che è stato Dylan a picchiarlo e portarmi in ospedale. <La sera che hanno arrestato mio padre, è stato Dylan a proteggermi difendendo oltre che me, anche mia madre. Poi mi ha portato lui all'ospedale> dico trattenendo le lacrime e senza spezzare le parole. Lui mi fissa quasi colpito. Nessuno riesce a pensare che Dylan, il mostro Dylan, abbia un cuore. <Io, mi dispiace. Solo che non posso fare finta di non provare niente per te> lo guardo e annuisco mentre entriamo in classe.
Mi siedo al posto e mi appoggio al banco, noto che Scott l'amico di Dylan, si siede vicino a me e mi sorride. <Hai cambiato classe?> dico pensando che non l'ho mai visto qui. <Da due mesi, ma suppongo tu non mi abbia mai visto> pensandoci non ho mai visto nessuno, ero troppo impegnata ai miei pensieri. Quei pensieri mi attraggono, spesso ricado in tutto ciò che mi ha distrutto. Ho paura di quello che è successo, ho paura di tutto. Ma ho imparato che effettivamente la paura si può superare o puoi non pensarci. <Si mi dispiace> <Sono felice che Dylan oggi ti dica tutto> lo guardo stupita.

Cosa pensate che succederà? E Dylan cosa le dirà?
Spero che vi piaccia ❤️
-Anita

All monsters are human||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora