"Disturbi ereditari sfortunati ereditieri"
Arrivai a casa, aprii la porta. Ero stanca, era stata una giornata lunga e pesante e avevo solo bisogno di dormire. Mia madre non c'era, era a lavoro e mia sorella era a scuola per cui avevo pace e tranquillità per dormire. Presi un pezzo di pane e lo mangiai velocemente, salii le scale. <Margot> sentii un singhiozzo, e poi un altro <Vattene>. Non capivo da dove provenisse la voce ma ero sicura al 100 % che fosse mia madre. Mi avvicinai alla camera dei miei e un uomo mi urtò, aveva la camicia aperta ed era di corsa, non lo vidi bene in faccia ma mi sembrava famigliare. Seguii il percorso che aveva fatto e trovai mia madre distesa a terra con del sangue uscirle dalla bocca. Piangeva, accasciata a terra, distrutta. Mi avvicinai a lei <vattene> <mamma che succede> <Lui è qui>. Capii tutto, presi la chiave della camera e la diedi a mia mamma <chiuditi prima che arrivi>. Corsi verso camera mia e dalle scale sentii dei passi pesanti, mi fermai un secondo e lo vidi, era un mostro. Il mostro che mi tormentava ormai da troppo, era li, ancora. <Margot ti unisci alla festa vedo> mi lanciò la bottiglia e non ebbi neanche il tempo di capire che questa si distrusse sulla mia gamba. Il dolore dei tagli mi impediva di parlare e quasi di camminare, ero imbambolata. Con lo sguardo fisso, pensavo a come facesse un uomo a ridursi così. La natura era bastarda, la vita era puttana. Era quasi arrivato nell'ultimo gradino, non ero molto distante. Corsi. Aprii la porta e la chiusi con una velocità che non pensavo di avere. Lo sentii ridere e poi andare verso il bagno forse. Ero impaurita, delusa ma soprattutto addolorata. Scrissi subito a mia sorella <<Non tornare a casa, vai da Loren. Qui c'è papà e non sta bene>> <<State bene?>> <<Ce la caviamo>>. Buttai il telefono a terra e le lacrime si impadronirono dei miei occhi, scorrevano una dopo l'altra. Ero stanca, stanca di tutto questo. Stanca di dover vivere nella paura, di dover pensare sempre 'e se beve? E se torna a casa ubriaco? E se vuole picchiarci?'. Vi sembra vita questa? No, non lo è. Mi sembra di essere un animale, chiusa in gabbia. Non posso uscire e mi sento soffocare. Mi alzo e vado nella scrivania, prendo dal cassetto una lama del rasoio e mi siedo, quasi crollando davanti alla porta dove mi ci appoggio con la schiena. Il contatto è freddo, quasi piacevole. Non sento neanche il dolore nei polsi, la rabbia si impossessa. Ad un certo punto vedo solo rosso, tante righe senza un senso. Le lacrime continuano a scendere, mi fissavo i polsi incredula quando qualcosa catturò la mia attenzione. Era un messaggio di Dylan <<Oggi sei con me>>. Non ce l'avrei mai fatta da sola, avrei continuato a farmi male forse era quello che volevo. O forse volevo solo una vita normale. <<Devi venire a casa mia ora, ma non entrare dalla porta vieni dalla finestra, c'è una scala dietro. C'è mio padre. Dylan io ho bisogno di te>>. Non rispose. Io fissai il vuoto per un lungo periodo. Pensavo alla mia vita e a come sarebbe perfetta se avessi un padre degno di chiamarsi così. Le lacrime scorrevano e i polsi erano ancora rossi
DYLAN'S POV
Andai nel retro della casa e presi una scala. Stavo facendo il più veloce possibile anche se non sapevo bene come agire. Salii sulla terrazza e vidi la portafinestra semi aperta. Entrai e lo spettacolo fu orribile. Il sangue fu la prima cosa che vidi, il suo viso bagnato fu la seconda. La vidi distrutta, completamente, quasi senza anima. Urlava e piangeva. Mi sentii male, davvero male. Non c'è modo di descriverlo, nessuno avrebbe capito. Non mi era mai successo di provare così tanto dolore, mai. Mi avvicinai a lei, mi sedetti e le misi le braccia in un semi abbraccio portandola sul mio petto. Non mi preoccupai del sangue, ne di qualsiasi altra cosa. Lei pianse, urlò, mi strinse la maglietta quasi volesse romperla. Passò un'ora. Lei ora era zitta, fissava il vuoto. La presi, lei aveva le mani sul mio collo e io la tenevo da sotto le gambe. La feci sedere sul letto, aprii la porta e la chiusi subito. Andai in cucina e vidi la madre, anche lei distrutta. <Tu chi sei?> non penso le fregasse molto, era anche lei impietrita. <Mi servono delle garze, per Margot> <Oh sei il ragazzo, quel ragazzo. Prendi> me le passò e tornò a fissare il vuoto <Di a Margot che ci vediamo a cena> e uscì di casa. Questa famiglia era distrutta, sembrava che a nessuno importasse di essere massacrato. Pensavo a come doveva essere la loro vita e mi salì il vomito. Feci le scale e andai in camera di Margot. La ripresi come prima e la portai in bagno. Aprii l'acqua della vasca e intanto spogliai Margot che era immobile, sembrava che il mio tocco non lo sentisse neanche. Nuda, con i suoi problemi, i suoi dolori, le sue debolezze esposte, sembrava una galleria d'arte con quadri strani e intersecati. Entrò nella vasca e si mise a fissare l'acqua, presi una spugna e iniziai a levarle il sangue e mi sembrava di levarle le debolezze. Immobile, impietrita, ferita, morta. Era questo quello che sembrava. <Sai è difficile uscire da tutto questo>. Quelle furono le uniche parole che disse. La lavai interamente, poi uscì con il mio aiuto, le misi addosso un paio di mutande, una felpa e un paio di pantaloncini. Le bendai i polsi con le garze e la feci distendere sul letto. Si addormentò quasi subito, intanto io andai in bagno, mi levai la felpa e la misi nelle cose da lavare visto il sangue che la macchiava. Mi misi quasi a piangere, io amavo Margot. Vederla così era impossibile. Quando tornai in camera lei era addossata al muro, stretta stretta. Si muoveva come se stesse avendo un incubo. Mi sdrai vicino a lei che di conseguenza si attaccò a me, la strinsi. Giurai a me stesso che non l'avrebbe toccata più da quel giorno. Pensai: la vita è puttanaAllora questo capitolo è abbastanza intenso e succedono molte cose, spero che vi piaccia. ❤️
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All monsters are human||Dylan O'Brien
Fanfiction"Sei un mostro Dylan" "Eppure sei fottutamente attratta da me" "Non è vero, sei pazzo" Si avvicinò imprigionandomi tra lui e il muro "Ti stai innervosendo" Mi baciò il collo sfiorandomi la guancia. Questa storia ha contenuti sessuali espliciti Se s...