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Il giorno della partenza è arrivato. Con molta fatica accompagno Dylan all'aeroporto. In questi due giorni siamo sempre stati insieme ma non mi ha mai voluto dire niente sul perché, questa cosa mi ha fatta preoccupare e impazzire. Sto seriamente impazzendo per la sua partenza. Sento la voce metallica che chiama il volo per New York e iniziano a pungermi gli occhi, percepisco le lacrime che vogliono uscire. Avevo promesso di non piangere, perché come lui ha detto "non è un addio, fra 3 mesi siamo ancora insieme". Mi stringe, forte e scoppio in un pianto isterico. <Margot ti amo> mi sussurra. Poi mi bacia per poco, o almeno troppo poco per me. <Pure io Dylan> mi bacia di nuovo e se ne va. Sto impazzendo. Quel dannato ragazzo mi ha sempre fatta impazzire: all'inizio dall'odio, poi da quell'attrazione fatale impossibile da trattenere che mi ha fatto tradire Thomas. Poi con i suoi problemi in testa che insieme ai miei facevano un disastro. Il più bel disastro della mia vita. Quanto sono passati? 3 o 4 mesi? Siamo stati insieme, ci siamo rovinati, ci siamo aiutati e ora lui va, e non so il perché. Mi giro e torno a casa, prendo il bus che mi porta quasi davanti alla porta e trovo Aleksia fuori. Sapeva della partenza di Dylan e sapeva che sarei stata male. <Ho cinese, un film e tua mamma mi ha detto che posso dormire qui> sorrido alla sua proposta. <Allora entriamo>. Passiamo la serata con involtini primavera e film strappalacrime. Ho scritto una decina di messaggi a Dylan anche se so che è in aereo. Considerando che l'aereo partiva alle 9 dovrebbe arrivare per le 6 di domani mattina, fatto sta che mi dovrebbe scrivere appena atterra. Mi addormento anche se sento la mancanza di Dylan, più che altro se penso che devo aspettare 3 mesi mi sale l'ansia.
Sento la sveglia suonare, sono le 7. Accendo il telefono e non trovo alcun messaggio, ma non mi preoccupo. Si sa che i voli fanno sempre tardi. Io e Aleksia facciamo colazione e poi io vado a truccarmi e vestirmi. È martedì, e io odio il martedì. Odio tutti i giorni della settimana, ora che ci penso. <Dobbiamo passare da Bella> dice Aleksia mentre usciamo dalla porta di casa mia. Lei ieri è venuta in macchina, quindi faremo molto più veloce. Mi appoggio al finestrino mentre la radio va a un volume accettabile. Appena arriva Bella noto che non è da sola, così colgo l'occasione per capire qualcosa. <Ciao ragazze> <Ian perché Dylan è partito?> <Beh ciao Margot anche io sto bene grazie> lo guardo storto e lo vedo leggermente innervosito ed è diventato più bianco. <Posso sapere che succede?> <Non lo so, so solo che centra con i suoi genitori>. Da come lo dice capisco che è una bugia bella e grossa, ma lascio correre. Tanto scoprirò cosa succede, lo scopro sempre. Arriviamo al cancello di scuola e vedo Laura con il ragazzo dell'altro giorno, Nash mi sembra. Stanno parlando e devo dire che esteticamente starebbero molto bene insieme. Ci avviciniamo e noto che c'è Cameron che sta facendo la stessa cosa, così vado a salutarlo mentre Bella, Aleksia e Ian si dirigono in classe. <Ehi Margot> <Ciao Cameron> mi sorride e inizia a cercare un po' in giro. <No, non c'è> <Oh grazie a dio, così posso parlarti senza tuo moroso appiccicoso> scoppio a ridere. Dylan penso che sia tutto, tranne che appiccicoso. Vedo Laura girarsi <Ciao Margot> dice abbracciandomi felice. In questi 2 giorni siamo rimaste in contatto, è veramente simpatica. <Ti devo chiedere un favore> sorrido <Certo, dimmi>, mi prende in disparte e ci sediamo su una panchina. Giro lo sguardo e vedo Nash che parla con Cameron, sono entrambi mozza fiato. <Oggi Nash mi ha chiesto di uscire, solo che c'è anche Cameron e mi ha detto di portare un'amica. Ora non so se Dylan è d'accordo, però potresti venire?> mi guarda con gli occhi da cane bastonato, impossibile dire di no. Ora che ci penso, ci uscirei solo come amica e non sono io quella che se ne va dall'altra parte dell'oceano senza dare una spiegazione. Inoltre sono le 8 e non ho ancora sue notizie e questa cosa mi da fastidio. <Ehm certo, perché no> forse è proprio questo che mi spinge a dirle di si. Sento la campanella e mi avvicino a Cameron per andare a storia insieme. <Come mai non c'è?> sento un po' di tristezza mista a rabbia e un pugno nello stomaco. <è andato via per problemi di famiglia> mi guarda e noto un mezzo sorriso sulle sue labbra. <Per quanto starà via?> <3 mesi> dico guardando per terra. Mi mancherà veramente tanto, ogni volta che giro lo sguardo noto tutti i piccoli posti dove ci trovavamo. Guardo il bagno e mi vengono in mente le nostre scappatelle, le macchinette, il giardino. Questa lontananza mi distruggerà ne sono sicura. Cameron nota la mia tristezza <Così posso conquistarti>dice ammiccando. Rido e lui fa lo stesso. Andiamo in aula e subiamo una bellissima ora di storia, cose che mi potrei tagliare le vene. Ricevo un messaggio, ma la mia speranza crolla quando leggo che è mia madre. <<Papà vorrebbe vederti>>. Mia madre sta andando ogni fottuto giorno da quel pezzo di merda, anche io volevo ma non da sola. Non così. Non senza di lui. Metto via il telefono e continuo ad ascoltare storia. Il resto della giornata scolastica, passa velocemente. Dopo ogni ora vedo Cameron aspettarmi fuori dall'aula e insieme percorriamo il tragitto. È molto dolce come ragazzo e per un po' mi fa dimenticare la distanza di Dylan. A proposito, quest ultimo non si è ancora fatto sentire. Esco da scuola e vedo Cameron <Quindi oggi usciamo insieme?> sorride, è molto attraente come ragazzo devo dire. <Si, ma non montarti la testa. Io ho il moroso> dico scherzando. Lui ride e si avvicina pericolosamente, devia verso il mio orecchio <Vedremo>. Si allontana e penso di essere rossa come un pomodoro, e lui lo nota e ride. Sento la suoneria del telefono e quando leggo il nome Dylan mi si illuminano gli occhi. <<Dylan, finalmente. Pensavo fossi morto>> <<Si hai ragione, l'aereo è arrivato 4 cazzo di ore in ritardo. Porca troia>> rido pensando a lui incazzato in questo momento. <<Dove sei ora?>> <<Sono appena fuori l'aeroporto>> <<E dove stai andando?>> <<Non impicciarti>> dice ridendo. <<Sai Dylan vorrei una spiegazione a tutto questo>> dico seria. È vero, questa cosa mi consuma. <<Margot finiscila>> <<Margot finiscila? Ma porca troia. Dimmi perché sei a New York>> <<Ti ho detto di non impicciarti>> <<Stiamo insieme, sai vorrei sapere perché non ti vedrò per altri 3 mesi>> <<Non è affar tuo, Margot. Non rendere tutto sempre più difficile>> <<Più difficile? Vaffanculo Dylan>> <<Ne riparliamo, ora devo andare. Ciao Margot>>
Fanculo, fanculo, fanculo.

Allora, scusate per il ritardo. Avevo la mezza idea di finire tutta la storia e pubblicarla insieme, ma non so quanto ci metterei.
Comunque, come vi sembra?
Scrivetemelo nei commenti ❤️

All monsters are human||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora