Prendo un fazzoletto per asciugarmi le ferite. <Ci metti troppa cattiveria> <Vorrei smettere di pensare, Ale. Sarebbe tutto più facile> <Per tutti sarebbe più facile. Dai andiamo a casa mia che ti metto apposto quelle mani e poi andiamo al mc okay?> faccio un lieve e vero sorriso e prendo la borsa. Salendo in macchina mi suona il telefono e controvoglia rispondo. <<Cam, ehi>> <<Amore stasera che fai?>> <<Sono da Aleksia ma se vuoi per una certa ora puoi venire. Tipo per le 10, dormi da me>> <<Va bene, a dopo>>. Io e Cameron non abbiamo fatto niente, mai andati più avanti del bacio. Non sono pronta a concedermi, a nessuno. Ma so come è Cameron, è comunque un adolescente di 17 anni, vuole comunque qualcosa che io ora come ora non so soddisfare. Non ho bisogno di sesso, perché è questo che sarebbe per me, solo sesso. I miei sentimenti si sono legati ad un mostro che li a prosciugati, che se ne è andato senza dirmi niente. <Perché continui questa falsa?> dice Aleksia appena sono seduta. <Non lo so, in qualche intrigato modo forse mi fa star bene> dico pensando a quanto stupida e falsa sia questa risposta. <Ti prego Margot, basta. Non puoi continuare così. Ti fai del male> dice Aleksia continuando a guidare. <Perché tu non ti fai del male continuando ad andare con troiette trovate a caso?> si gira e mi lancia uno sguardo pieno di delusione. <Io, scusa Ale ma è la verità. Ti stai facendo male> <Non ne parliamo più, basta> gira lo sguardo sulla strada e continua ad andare. Arriviamo a casa sua e sento la mano bruciare, portandomela davanti agli occhi noto che sta sanguinando di nuovo. Ma come mi sono ridotta? <Brucerà, ti avverto> prende il disinfettante e lo porta sulle mie ferite con un pezzo di cotone. Il bruciore che sento si moltiplica e mi ricorda tutte quelle volte che mi sono medicata i tagli, è passato così tanto. <Ti metto la polverina, così si cicatrizzano prima> annuisco e torno a pensare a quel giorno, quel fottuto giorno le mie parole l'avevano colpito e ne vado così fiera. "Sei un codardo, ti serviva la scopatina appena tornato? Sai che c'è, risolviteli da soli i tuoi problemi di merda, Dylan porca troia" e quanto ci penso oggi a quella conversazione, quanto vorrei che tornasse tutto normale. Dimenticherei l'inferno, l'ho già detto e lo ripeterò all'infinito. Ma tanto non torna, perché questa volta è stato definitivo e da parte mia c'è tanta rabbia. <Andiamo al mc> dice Aleksia, probabilmente capendo i miei pensieri.
<Margot vieni a letto dai> dice Cameron mentre mi metto una maglietta per dormire. Mi avvicino al letto e lui mi tira giù buttandosi successivamente sopra di me. Inizia a baciarmi il collo e poi a darmi piccoli bacetti sulle labbra. <Sai che mi fai impazzire> dice al mio orecchio mentre sento la sua mano giocare con l'orlo della maglia e poi salire sulla pancia disegnando piccoli cerchi. So cosa vorrebbe fare ma so anche che è a conoscenza dei miei problemi con questa cosa, si fermerà. Continua a baciarmi ma questa volta ci mette più passione ed è quando infila la sua mano nelle mie mutande che capisco. <Cam fermo> dico spostandomi. Lui mi tiene sotto di lui e a me inizia a salire l'ansia. <Perché hai paura di me Margot? Non sono lui> dice cercando di riportare la mano li, ma lo fermo nuovamente. <Cam basta, non voglio fare niente. Fermati> si alza sbuffando. Prende la maglia e i pantaloni e se li rimette. <Smettila di fare così Margot, cazzo. Sei morta per un coglione, mi fai pena> dice sbattendo la porta e andandosene. Scoppio a piangere accoccolandomi sul cuscino, sono un disastro.
PARTE SPECIALE DOVE SPIEGO COSA E' SUCCESSO
DYLAN'S POV
<Margot, dove ti porto?> chiedo alla mia ragazza di fianco, ignara della conversazione che sta per avvenire tra me e sua madre. <Da Aleksia, non torno in quel posto di merda comunemente chiamato casa> noto la sua tristezza che mi spinge ancora di più a parlare con sua madre, anche se l'ansia rimane. Le prendo la mano tranquillizzandola mentre faccio la strada per casa di Aleksia. <Ma cosa hai detto che devi fare scusa?> mi chiede guardando fuori dal finestrino, mi sembra una bambina dolce che osserva il mondo. <Scott mi deve parlare, presumo sia per mia sorella> dico cercando di farla sembrare una scusa plausibile. <Okaay> dice. Il resto del viaggio è silenzioso, ma un silenzio piacevole. La lascio a casa di Aleksia e dopo un bacio prendo la strada per il posto dell'incontro. Parcheggiata la macchina noto subito la mamma di Margot, vestita bene probabilmente ha appena finito di lavorare. <Salve> <Non ho molto tempo> dice con sguardo severo. Normale, non potevo aspettarmi altro. Ci sediamo e dopo aver ordinato io un the alla pesca e lei un caffè cala un silenzio imbarazzante. <Senti Dylan io ti ho sempre visto come una delle correnti più positive per Margot. Ma dopo gli ultimi 3 mesi mi sono ricreduta. Non mi interessano i tuoi motivi, non è la prima volta che la vedo così. È vero ci hai aiutate con il padre ma questo non significa che tu non abbia qualche lato negativo> <Mia sorella ha avuto dei problemi con la droga, è stata portata in un centro di riabilitazione e avevano bisogno di me. Per questo sono tornato a New York> dico tutto ad un fiato. Il suo sguardo non cambia, c'è un filo di compassione ma è l'unica cosa che c'è di diversa. <Dylan io capisco che tu hai i tuoi problemi, e mi dispiace per questo carico che hai già alla tua età> si interrompe appena il cameriere ci porta quello che abbiamo ordinato. Inizio a bere qualche sorso per calmarmi, so già che questo discorso finirà male. <Ma appunto perché hai tutti questi problemi non vai bene per Margot. Lei non è stabile, non capisce più cosa vuole. Deve superare i suoi demoni per poter salvare anche te. Ma prima che superi i suoi demoni ci vorrà del tempo, tempo in cui lei possa ritrovare se stessa. Deve imparare a convivere con il suo passato e anche tu, prima di potervi ritrovare. Supera i tuoi demoni, lei supererà i suoi e poi potrete fare qualcosa. Queste sono le uniche cose che ho da dirti. Pensa Dylan, io non ti voglio vicino a lei solo per la sua salute. Tu la ami, capisci cosa devi fare. Una persona non può sopportare i suoi problemi e quelli degli altri, non penso ce la farà ancora tanto> prende la tazzina e finisce il caffè in un colpo. <Pago io, stia tranquilla> mi sorride toccandomi il braccio e se ne va <Pensa a quello che ti ho detto>. Questa fottuta donna di merda ha fottutamente ragione. Come faccio ad aiutare Margot se non riesco ad aiutare neanche me stesso? Come faccio ad assicurarle felicità se non ne ho più neanche io. I nostri problemi ci hanno prosciugati del tutto, non posso permettermi che lei sia infelice. Finisco il mio the e pago. Fanculo, per averla dovrò aspettare e aspetterò.
<<Margot devo parlarti, esci>> dico appena fuori casa di Aleksia. Esce in tutta la sua bellezza dandomi un bacio, forse l'ultimo che riceverò. <Margot io e te non possiamo andare avanti così> lei si gira e mi guarda come si guarda un fantasma. Sembrerò un cretino, vado via, torno e poi me ne vado di nuovo. Sono un coglione. <Non capisco.. se è per quello che ha detto mia madre> <No. Ha ragione, dobbiamo superare i nostri problemi o uno dei due non ce la farà. Io non so come fare a farla continuare se entrambi abbiamo troppi problemi> leggo la rabbia nei suoi occhi nel momento in cui si avvicina e mi tira una sberla. Curvo la testa dal male e quando alzo lo sguardo vedo lei con gli occhi pieni di lacrime e di rosso, se potesse uccidermi lo farebbe. <Sei un codardo, ti serviva la scopatina appena tornato? Sai che c'è, risolviteli da soli i tuoi problemi di merda, Dylan porca troia. Smettila, smettila di entrare e uscire dalla mia vita, la prossima volta io non ci sarò più> queste parole mi colpiscono come lame, non ci sarebbe stata. Questa è probabilmente la fine, la fine di tutto quello a cui credo ma d'altronde è colpa mia. Ho fatto un disastro con lei e sarà sempre così. <Mi fai schifo> sputa addosso a me, con una cattiveria che mi fa accapponare la pelle. Tiro un pugno ad un albero li vicino facendomi male, che cazzo di disastro. Vodka, ho bisogno di vodka.Buongiorno, qui spiego un po' cosa è successo. Cosa ne pensate? E del discorso della mamma di Margot? Vi convince?
-Anita💘
STAI LEGGENDO
All monsters are human||Dylan O'Brien
Hayran Kurgu"Sei un mostro Dylan" "Eppure sei fottutamente attratta da me" "Non è vero, sei pazzo" Si avvicinò imprigionandomi tra lui e il muro "Ti stai innervosendo" Mi baciò il collo sfiorandomi la guancia. Questa storia ha contenuti sessuali espliciti Se s...