"Sono a casa!" urlo per farmi sentire da mia madre. Oggi non sono riuscita a stare attenta neanche a una singola parola di quello che dicevano. Ero troppo impegnata a osservare quel ragazzo, Jonathan. Ho notato che anche lui mi fissava per tutto il tempo infatti ogni volta che il mio sguardo incontrava il suo, giravo di scatto la testa.
"Ciao" mi saluta mia madre.
"Ciao, dove sono Emily e Mike?" chiedo curiosa.
"Oggi usciranno più tardi da scuola."
"Okay. Papa?"
"Ha molto lavoro, è impegnato in riunione". Mio padre lavora per il The New York Times.Io e mia madre pranziamo e dopo aver parlato per un po' la saluto e vado in camera mia per studiare.
Sento il mio cellulare vibrare perciò lo prendo e vedo un messaggio da parte di: Sconosciuto.Hey ho avuto il tuo numero dalla tua amica. Come si chiama? Ah Maya. Come ti dovrei registrare in rubrica visto che non so il tuo nome?
Sorrido nel leggere quel messaggio e decido di rispondergli. Ho capito chi è.
Non so.
Inviato il messaggio poso il cellulare e finisco l'ultimo esercizio che mi rimaneva da fare per i compiti.
Dopo un po' lo riprendo e vedo un suo messaggio. Prima di leggerlo registro in rubrica il suo nome.
Jo: ti chiamerò piccola. Okay?
Piccola.Rispondo immediatamente:
"Piccola? Che razza di nome"Jo: Ti va di incontrarci più tardi?
Prima che io possa rispondergli noto un suo nuovo messaggio.
Jo: Prendo il tuo silenzio come un si. Ci vediamo allora alle cinque.
Decido di non rispondergli. Mi limito a guardare l'orario e noto che sono già le 16:30. Vado in bagno. Mi lavo e decido di mettermi una gonna in pelle e una maglietta bianca.
Scendo le scale che portano in salotto e vedo che mia madre è già andata in ospedale, il posto in cui lavora.
Uscita di casa, inizio a camminare e vedo una figura maschile, Jo che mi aspetta con la sua moto.
"Cia..o come sai dove abito?" chiedo aggrottando un sopracciglio."Non sapevo che avessi una moto" continuo.
"Già, sali o aspetti che ti faccia salire io?" mi chiede con un sorrisino in volto.
"Okay" dico e mi avvicino alla moto.
Dopo poco tempo Jonathan parte e io per la paura di cadere mi stringo forte a lui. Ha un profumo di menta buonissimo. Poso la faccia sulla sua schiena e respiro quel buon odore.
Il vento scompiglia i miei capelli castani facendoli apparire un vero e proprio disastro. Quando finalmente arriviamo a destinazione, provo ad aggiustarmi i capelli e la gonna.
"Sei già perfetta così, non serve che cerchi di essere migliore se lo sei già "dice.Sento le mie guance andare a fuoco per l'imbarazzo.
"Non sono assolutamente perfetta, nessuno lo è" dico convinta e lui sussurra un: "Si, come no"
Mi prende per mano e mi porta vicino ad un laghetto bellissimo, l'acqua risplende grazie alla luce del sole ed è pulitissima. Dopo un po' inizia a correre velocemente tanto che ho paura di inciampare e infatti cado. Mi prende con un gesto fulmineo il polso e mi abbraccia. Respiro il suo profumo e lui dice:" Tu si". Rimango perplessa. Tu si cosa? Vedendo che non ho capito, continua la frase.
"Tu si. Tu sei perfetta" dice e arrossisco. "Mi piacciono le ragazze che arrossiscono facilmente" dice e io divento rossa ancora di più per l'imbarazzo.
"Ecc..o tu sei fidanzato?" cerco di chiedergli.
Sbuffa infastidito. "Tu?"
"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!" gli faccio notare.
"Vedi, è proprio questo il problema. La gente si sofferma solo sul fatto se una persona è fidanzata o meno. Comunque no. Diciamo che non sono un tipo da relazioni 'fisse'" dice facendo delle virgolette immaginarie.
"Anche io la penso come te. Insomma a cosa serve avere un ragazzo?" chiedo in tono ovvio.
Continuiamo a passeggiare ma io mi fermo e dico:
"Ashley. Mi chiamo Ashley".
Si ferma e sorride a sua volta.
"Okay piccola. Okay"
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Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)
RomanceA mio parere ognuno di noi ha una propria dipendenza. C'è chi dipende dalla droga, chi ha bisogno di uscire, chi ha bisogno di scrivere; e chi come me, sopravvive con un'unica droga: il suo sorriso. Avete presente quando non riesci a fare a meno di...