Capitolo 18

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Sento le ginocchia farsi molli, il respiro farsi pesante e una pietra sullo stomaco. Ho sempre immaginato il giorno in cui l'avrei rincontrato, ma non sono mai stata pronta a convincermi che l'avrei rivisto realmente. Indietreggiò fino a sbattere contro un albero, ma non perché ho paura di lui, non sono più la ragazzina ingenua di prima, ma per guardarlo meglio.

"Allora?" alzo un sopracciglio e incrocio le braccia al petto.

"Allora cosa?" chiede.

"Possibile che la galera ti ha fatto diventare così stupido?" chiedo ironica.

"Possibile che tu sei diventata ancora più stronza" dice indicandomi.

Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino a lui con passo deciso.

"Mi hai chiesto di incontrarti ed eccomi qui. Se mi hai chiamato per farmi perdere tempo io vado via" dico seria.

"Ah giusto per puntualizzare.." inizia.

"Sapevo che non sareste durati a lungo insieme" dice sorridendo. Sento un brivido percorrermi tutta la schiena.

"Zitto" dico cercando di tenere a freno la rabbia.

"Se no? Ah, un'altra cosa" dice alzando una mano al cielo.

"Condoglianze. So che quella stronza di tua «madre» è morta" dice mimando le virgolette in aria.

"Se non chiudi quella bocca giuro che..." chiudo le mani in due pugni e mi sforzo di non tirargli un pugno in pieno volto.

"Che?" alza un sopracciglio.

Cambio tattica.

"Chiariamoci, non azzardarti mai più a darle della stronza, oky ?" dico arrabbiata.

"A chi ti riferisci, a quella defunta di Liz? Solo perché ti ha portato via di lì non vuol dire che non è stronza" dice con un sorriso beffardo.

"Cazzo! Lei è mia madre! Non avremo un legame di sangue e tu sai il perché ma è pur sempre mia madre!" gli urlo. Inizio a piangere con dei singhiozzi sommessi.

Dalle sue labbra esce una risata amara.

"Non ricordi come ci divertivano prima che ti impedisse di frequentarmi?" dice e lo blocco.

"Come ci divertivano? Passavi giornate intere a drogarti a mia insaputa! Persino quando andavamo a scuola ti drogavi!" gli urlo in faccia.

"E lei mi ha salvato da quella merda!" continuo ad urlargli contro.

"E sai qual' è la cosa peggiore? eh?!" urlo ormai.

"Io mi fidavo di te! Ti vedevo come il fratello che non ho mai conosciuto! E tu mentre passavi del tempo con me ti drogavi, facevi uso di stupefacenti! E anche dopo che Liz mi ha costretta a non vederti più tu hai continuato a farlo!" dico piangendo.

"Sei restata con me fino a quindici anni! Non credi che eri troppo grande per non capire tutto?!" mi urla.

"Sei sempre stata come una sorella per me e anche qualcosa in più. Cazzo, ho ancora il tuo diario segreto! Quello in cui scrivevi dei giorni passati in orfanotrofio! Ti ricordi? Lo hai iniziato a scrivere quando te lo hanno insegnato a fare!" dice.

"Ti ho voluto sempre bene!" continua ad urlare lui ormai rosso per la rabbia.

"Fottiti" dico e scappo via.

Inizia a piovere, la pioggia cade dal cielo incessante e questo mi ricorda che evidentemente anche il cielo piange quando è triste.

Mentre vago per la città, i ricordi del primo Natale trascorso con una vera famiglia riaffiorano. Quando sono stata portata via da quell'orfanotrofio avevo cinque anni. Ricordo di aver detto a mamma di voler diventare subito grande .

Asciugo un'altra lacrima e continuo a camminare sotto la pioggia, senza meta.

Flashback

"Cal! Cal! Cal!" grido per tutto l'orfanotrofio cercando il mio amico.

"Hei principessa!" mi saluta abbracciandomi.

Calum ha qualche hanno più di me ma a lui non importa la differenza d'età.

"Mi hanno adottata!" urlo felice. Il sorriso del biondo si spegne.

"Ah." dice in tono freddo.

"Sono felice per te". Lo abbraccio forte e lui ricambia.

"Domani compio nove anni" dice triste.

"Perché piangi?" chiedo.

"Niente" dice asciugandosi gli occhi umidi.

Lo abbraccio di nuovo.

In quel momento arriva una ragazza che credo sia dei servizi sociali e mi prende per mano. Sorrido a Cal e lo saluto forse per l'ultima volta.

Fine flashback

Da quel giorno tutto è cambiato. Vedevo Cal solo di rado, quando mamma andava all'orfanotrofio per firmare dei documenti e io chiedevo di andare in quel posto insieme a lei. A scuola ho conosciuto Matt, ed è diventato il mio migliore amico, ma non mi sono mai scordata del ragazzo dai capelli biondo cenere. Ho iniziato a rivedere Cal circa a undici anni. Frequentavano la stessa scuola, lui era stato bocciato e andava nella classe vicino la mia.

Abbiamo iniziato a uscire insieme e lui in quel periodo, a mia insaputa faceva già uso di stupefacenti.

Mamma, o meglio Liz, cercava di tenermi lontana da lui ma, falliva. Ed è per questo che Cal l'ha sempre odiata, non sopportava il fatto di perdermi. Odiava Matt, mi voleva tutta per se. Poi quella notte, quando ho saputo che si drogava, non l'ho più rivisto, fino a che non ho saputo che era stato arrestato.

Anche dietro quella che sembra una vita apparentemente noiosa, si nascondono segreti celati.

Arrivo a casa, non c'è nessuno. Mi lavo e mi asciugo i capelli.

Sento il rumore della pioggia, sento persino il rumore del silenzio, il rumore dei miei pensieri; poi qualcuno bussa alla porta.

Vado ad aprirla.

"Ciao" mi saluta Jo tenendo lo sguardo basso.

"Ciao" dico a mia volta. Mi mordo il labbro cercando di non piangere.

Lo faccio entrare in casa e lo guardo. Lui mi guarda, e realizzo che mi era mancato così tanto da farmi stare male e lo abbraccio.

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Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora