"Ciao ragazzina!" mi saluta George alzando la mano.
"Ciao George, è da tanto che non ci si vede" dico mentre sistemo il berretto che ho in testa.
"Già, allora che ci fai qui?" chiede grattandosi la testa pelata.
"Dai, lo sai che sono qui per un tatuaggio" sbuffo.
L'uomo alza le braccia interamente tatuate al cielo e dopo mi fa accomodare nella solita stanza.
Mi siedo sul lettino e mi guardo intorno.
"Oggi è più ordinato qui dentro"ammetto.
"Già, ho pensato di riordinare un po" dice.
"Hai fatto bene" concludo decisa.
"Che cosa posso fare per te?" chiede.
"Voglio una stella" dico.
"Tatuata vero?" chiede e io mi sbatto la mano in fronte.
"Certo!" quasi urlo.
"OK... E dove?" chiede stufo.
"Qui" indico la spalla, lungo la colonna vertebrale e lui annuisce.
"Perché una stella?" chiede.
"Perché è il mio punto di riferimento col quale mi sembra di stare vicina a Jo" dico.
"E chi è Jo?" aggrotta le folte sopracciglia.
"Non un amico" rispondo ovvia.
"Voglio un insieme di stelle. Come quando in cielo si ammirano le costellazioni" lo informò e lui annuisce.
"Bene, iniziamo" dice tirando fuori da un cassetto l'occorrente.
Mi tolgo la t-shirt e la ripiego accanto a me.
"Dev'essere un ragazzo speciale se hai deciso di dedicargli un tatuaggio" ammette George.
"Lo è infatti" dico stringendo i denti per il bruciore causato dall'ago che irrita la pelle.
"Fa male?" chiede l'uomo.
"Solo un po, ma ci sono già abituata" gli dico e osservo il cellulare vibrare al ritmo del rumore dell' attrezzo che mi sta segnando la pelle.
"Un attimo" faccio fermare George.
Rispondo senza vedere chi è che mi chiama e nel frattempo do l'ok al attuatore di riprendere a lavorare.
"Pronto?"chiedo.
"Piccola" sento la sua voce turbata.
È da quella sera che non sento la sua voce.
Cerco di non agitarmi visto che non devo muovere George o combinerà un grande disastro.
"Che vuoi?" chiedo con voce piatta.
"Hei che ti prende?" chiede.
"Che mi prende? Quando pensavi di farti sentire?! Sono passati cinque mesi, cazzo!" quasi urlo e George cerca di tenermi ferma la schiena.
"Scusa non volevo dire parolacce" mi scuso gentilmente con George che scrolla le spalle e dice:" figurati, sono abituato a cose peggiori"
"Con chi stai parlando?" chiede irritato.
"Davvero? Non ti fai sentire per mesi e questa è la prima cosa che dici?" sbuffo arrabbiata.
"Scusa, non mi era permesso usare il cellulare in servizio e quando quella sera ti ho chiamato mi è stato requisito subito dopo" dice.
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Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)
RomanceA mio parere ognuno di noi ha una propria dipendenza. C'è chi dipende dalla droga, chi ha bisogno di uscire, chi ha bisogno di scrivere; e chi come me, sopravvive con un'unica droga: il suo sorriso. Avete presente quando non riesci a fare a meno di...