Capitolo 24

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"Dove mi porti, scemo?" chiedo mentre l'alta velocità della moto mi scompiglia i capelli.
"Zitta e goditi il viaggio!" mi rimprovera con tono divertito.
Appoggio la faccia sulla sua schiena e ammiro il paesaggio che scompare velocemente.
L'aria è fresca, mi scompiglia i capelli; sento i respiri di Jo e la brezza del vento. Tutto ciò mi fa sentire libera.
È da quando è morta mamma che non mi sentivo così. Jo non ha reso felice solo me, ma anche papà, Mike ed Emily. Mi sono allontanata dalle mie amiche, ma forse è stata corretta come scelta. Non volevo che anche loro soffrissero con me.

Il cielo sopra di noi è di un colore ambrato e la moto è ancora in movimento.
Vedo scorrere veloce diverse figure e case. Sollevo la testa dalla spalla di Jo e alzo una mano in aria come a toccare il vento.
"Siamo arrivati?" chiedo a Jo.
"Mh.. Probabile" dice restando sul vago.
"Daii!" mugolo in disapprovo.
Lo sento ridere e per me è uno dei suoni più belli al mondo.
All'improvviso sento la moto fermarsi e capisco che siamo arrivati a destinazione.
Mi guardo attorno e noto solo un bosco.
"Vieni" dice e inizia a camminare.
Lo seguo in silenzio.
In lontananza scorgo una casetta in legno ed è proprio li che Jo sta andando.
Quando arriviamo lo guardo confusa e lui inizia a parlare.
"Ti ho detto che la mia più grande passione è la scrittura, questo è il posto in cui scrivo, nonché l'unico in cui mi viene l'ispirazione" lo vedo sorridere.
"E quante ragazze hai portato qui?" chiedo divertita.
"Solo te" dice per poi entrare nella vecchia casetta. All'interno vi è un tavolo sempre in legno sul quale ci sono diversi fogli.
"Sono parti che inserirò nel taccuino"dice e continua: " Quando finisci di leggerlo dovresti ridarmelo per aggiungere queste nuove parti"
Annuisco e lo bacio.
"Grazie" dico mentre passo un dito su uno dei fogli.
"Vieni" dice prendendomi una mano.
Mi conduce ad una piccola porticina e la apre con delle chiavi che aveva in tasca.
All'interno vi è una scala e una fessura che porta chissà dove. Jo inizia a salire sulla scala e io lo seguo. Quando raggiungiamo la fessura noto che ci troviamo sul tetto di questa piccola casa.
"Wow"mi scappa un sussurro.
"Siediti"dice picchiettando con un dito il posto vicino dove si trova lui.
"E se cado?" chiedo allarmata.
"Non cadrai" dice rassicurandomi.
Mi siedo accanto a lui e lo osservo mentre guarda il cielo.
Tira fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette e ne prende una.
La accende e se la porta alla bocca, poi ritorna a osservare il cielo e tra di noi cala il silenzio.

"Cos'è che ti spaventa tanto da non farti confidare a me il tuo segreto?"mi chiede ad un tratto.
"Ti allontaneresti da me" rispondo osservando il cielo cupo.
"No, non lo farei. E poi ricordati che i segreti sono fatti per essere svelati, Ashley" dice buttando fuori il fumo.
"No, tu ti allontanerai da me" dico convinta.
"Non risolverai niente mentendo" dice convinto delle sue parole.
Non rispondo, mi limito ad osservarlo per alcuni secondi prima di distogliere lo sguardo.
Sbuffa, lo sento innervosirsi.
"Senti, puoi pensare quello che ti pare, ma se non provi una cosa non puoi essere sicura degli effetti che ti provoca" sbotta all'improvviso.
Sbuffo a mia volta.
"È una cosa diversa! Basta guardarci" dico indicando prima me e poi lui.
"Apparteniamo a due mondi diversi!" continuo.
"Già, è questo il tuo problema" dice prima di scoppiare in una risata isterica.
"Cosa vorresti dire con questo?" chiedo arrabbiata.
"Pensi sempre di essere tu il problema! Ashley, le paure vanno affrontate a testa alta! Non puoi nasconderti!" dice e poi getta al suolo la sigaretta. Osservo mentre cade, mi ricorda un po me; sto cadendo e invece di rialzarmi sto cercando di cadere sempre più in basso.
"A volte non puoi combattere le tue paure! Devi semplicemente evitarle!" quasi urlo. Ma non credo neanche io a quello che sto blaterando.
"Già, pensala come ti pare" sbuffa e si sdraia a pancia in su sul tetto.
"Ashley?" mi chiama un minuto dopo.
Mi volto cercando di non osservarlo dritto negli occhi.
"Guardami negli occhi" dice e io obbedisco.
Mi stendo anche io vicino a lui.
"Piccola?" mi richiama quando smette di fissare le stelle.
"Si?" chiedo mentre cerco di trattenere le lacrime.
"Le paure vanno affrontate a testa alta" dice ripetendo parole che già aveva detto e poi continua: "Più hai paura di qualcosa, più potere le dai"dice osservandomi dritta negli occhi.
Ha ragione, ma la mia non è una banale paura come quella per il buio, ma paura di perdere la persona che amo, paura di perdere lui.

Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora