Capitolo 43

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Scandalo a New York. Ragazzo deceduto in ospedale.

"Era stato coinvolto in un incidente stradale, era in coma da più di sei mesi e soffriva. Abbiamo ritenuto scarse le probabilità di vita" spiegano i medici.

Jonathan Salivan, è questo il nome del ragazzo deceduto questa mattina in un ospedale di New York.

Il giovane ragazzo di vent'anni era stato ricoverato insieme alla sua ragazza, al seguito di un incidente.

Stando alle fonti una moto ha investito i due giovani subito trasportati in ospedale.

La ragazza, Ashley, è stata dimessa qualche giorno dopo con lievi ferite mentre per Jonathan non c'è stato nulla da fare.

Il ragazzo era appena ritornato dall'Austria, paese dove aveva lavorato come soldato.

"Non vedeva la sua ragazza da più di un anno, la voleva sorprendere portandola nel bosco da loro tanto amato" spiegano le fonti.

Purtroppo quel posto tanto amato non ha per niente giovato ai due ragazzi.

A quanto pare il ragazzo se pur giovane, aspettava una bambina e ne era all'oscuro.

"Vogliamo ricordare Jonathan come una persona sorridente e solare" parlano alcuni amici, al contrario la mamma e la sua ragazza non hanno voluto rilasciare nessuna intervista.

Sabato sono previsti i funerali.

L'uomo alla guida di quella moto, inizialmente sparito nel nulla, è stato rintracciato dalla polizia di New York ed è stato subito arrestato.

L'unica cosa che si può dire in questa circostanza è che la crudeltà umana non ha limiti.

Pensare che milioni di persone muoiono a causa di incidenti stradali e la maggior parte causati da ubriaconi scatena spesso tumulti.

Speriamo solo che la famiglia del giovane ragazzo superi il lutto e che la sua morte sia la testimonianza che bere e drogarsi non fa male solo al diretto interessato ma anche a lo ci circonda.

- The New York Times

Leggere i giornali è una sensazione stranissima, ti rendi conto di quello che è successo e capisci che quella cosa è capitata proprio a te.

"Tesoro devi mangiare, altrimenti non riuscirai neanche a portare a termine la gravidanza" mi dice mio padre esausto.

Ha delle grandi occhiaie sotto gli occhi e sembra invecchiato di dieci anni.

Prendo il piatto che mi porge e porto alla bocca il panino cercando di non vomitare.

Papà si siede sul mio letto, sono nella mia camera.

"Ashley - sospira - devi andare avanti, so che è una cosa difficile ma lo devi fare" dice mentre mi accarezza una guancia.

Non posso andare avanti. È come se andando avanti dimentico Jo.

Non rispondo a mio padre, lo guardo per alcuni istanti, poi esce dalla camera e io scoppio a piangere.

Mi mancheranno i viaggi in moto fino alla spiaggia, il bosco in cui lui stesso ha perso la vita. Mi mancherà Jo.

Mi mancherà il suo sorriso, il modo in cui con i suoi piccoli gesti mi faceva sentire speciale e pensare che domani lo saluterò per l'ultima volta fa fottutamente male.

***
"Non piangere mamma, papà è sempre con noi" dice Savannah abbracciandomi.

"Lo so piccola" le dico ricambiando l'abbraccio.

"Mamma mi parli del funerale?" chiede poi.

"No, io..."

"Daiii..." mi supplica.

Sospiro.

***
Di notte non ho dormito per niente, piangevo troppo per addormentarmi.

Indosso l'abito nero che avevo in armadio del funerale di mamma.

È strano indossare lo stesso abito.

Asciugo una lacrima che rischia di far sbavare il poco trucco che ho messo.

"Sei pronta?" chiede mio padre quasi sussurrando.

Annuisco debolmente.

Quando scendo al piano di sotto trovo una mia zia intenta a consolare Mike ed Emily e quest'ultima quando mi vede corre tra le mie braccia.

"Emily..." non so cosa dire perciò mi limito ad abbracciarla e a piangere con lei.

"Ashley mi dispiace tanto" mi abbraccia zia.

Dopo poco usciamo di casa in religioso silenzio, solo io e papà.

In chiesa si parla di Jo e di com'era. Sempre sorridente e allegro.

A volte mi viene l'istinto di alzarmi e interrompere le messinscena di chi neanche lo conosceva.

"Condoglianze" sussurra qualcuno prima a Madison poi a me.

Asciugò altre lacrime che di smettere di scendere proprio non ne vogliono sapere.

Sento un fosso nel petto, come se qualcuno mi avesse strappato il cuore.

"Riposa in pace Jonathan" conclude il prete e tutti ripetono le sue parole.

Mentre io semplicemente osservo la scena in cui la bara viene portata via e io non tento più di fermare le mie stesse lacrime.

Angolo autrice.

Manca solo un altro capitolo credo, poi l'epilogo.

Qui a Gravina stava diluviando quindi ho aspettato a pubblicare il capitolo nel caso wattpat me lo cancellasse. Spero vi piaccia💜

Grazie per i commenti bellissimi e le 21k di visualizzazioni.

Al prossimo capitolo💜😢😍

Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora