Mi sveglio a causa di una luce limpida e per via del rumore dei gabbiani. Cerco di alzarmi dal telo ma una mano mi tiene bloccata dalla vita. Jo mi sta stringendo a se, dorme con un' espressione beata in volto.
Gli scosto delicatamente la mano e mi alzo.
Prendo il cellulare e trovo tre chiamate perse da mio padre e un messaggio di Matt.
Apro quello del mio migliore amico.
'Tutto OK? Stai bene?'
Rispondo con un si e subito dopo noto che mio padre mi sta richiamando.
Accetto la chiamata e quando inizio a parlare mio padre mi interrompe bruscamente.
"Dove cazzo sei?!" sbotta papà arrabbiato; e se mio padre dice una parolaccia, allora è qualcosa di molto serio.
"Ehm..perché?"chiedo non divagandomi.
Sento mio padre sbuffare e riprendere il controllo della situazione.
"Ascolta io.." inizia a dire.
"Papà mi stai spaventando" lo avverto.
"Calum è a casa e ti sta cercando" sento in lontananza la sua voce.
"Arrivo" dico prima di riattaccare.
"Chi era al telefono?" chiede Jo.
"Mio padre"
"Ascolta, dobbiamo ritornare a casa, li c'è Calum" dico passandomi una mano trai capelli.
Jo sbianca, serra i pugni e annuisce deciso.
Ordiniamo tutte le nostre robe e andiamo via dalla spiaggia ancora deserta visto che sono ancora le cinque del mattino.Durante il viaggio nessuno dei due sfiata. Spero che non si sia pentito per la scorsa notte.
Poi è lui a rompere il silenzio, ma non con la domanda che desideravo sentire.
"Allora mi racconti chi è di preciso Calum? No perché ho letto solo i suoi stupidi messaggi da stalker" dice Jo sorridendomi. "Ti racconterò tutto un giorno, promesso" gli dico anche se so che questo per lui non è abbastanza.
Il suo sorriso scompare e si volta in direzione dell'autostrada su cui stiamo viaggiando.Arrivati a casa, apro velocemente la porta e trovo seduto sul divano Calum.
"Cosa vuoi?" sputo acidamente.
"Vieni fuori" indica la veranda e io lo seguo sotto lo sguardo vigile del mio ragazzo.
"Allora?" chiedo una volta fuori da casa.
Sbuffa. " Voglio ritornare a essere tuo amico" annuncia. Mi volto per andarmene ma mi afferra il polso per bloccarmi. Stacca subito la mano e la ritrae.
"Scusa"mormora.
"Grazie per la pagina di diario"dico alla fine.
In quel momento estrae un'agenda dal giubbotto che indossa e me lo porge. Rigiro tra le mani l'agenda e poi gliela restituisco.
"Il diario l'ho regalato a te, è giusto che lo tenga tu" dico infine.
Lo vedo prima perplesso, poi mi abbraccia forte a se.
"Grazie, grazie, grazie!"ripete all'infinito con un certo luccichio negli occhi.
Lo guardo intensamente e forse, dico forse, capisco che è cambiato; le esperienze della vita lo hanno cambiato.
Lo abbraccio e lo vedo sorpreso.
"Non farmi pentire della seconda possibilità che ti ho dato"gli sussurro all'orecchio. Annuisce e quando vede Jo si allontana immediatamente.
"Ecco io.."
Annuisco capendo che vuole andarsene e mi saluta.
"Allora? È lui Carl?"
"Calum" lo correggo sghignazzando.
"E lo stesso!" dice sventolando la mano. Il suo sguardo è divertito, si avvicina a me e mi stringe forte. Pensavo che mi avrebbe fatta ridere con qualche stupida battuta e invece lo vedo crollare sotto i miei occhi; poggia la testa sulla mia spalla e piange."Mi sei mancata" dice poi quando si asciuga le lacrime.
"Perché piangevi?"gli chiedo.
"Te l'ho detto"dice guardando il prato.
"No, è un diversivo il fatto che ti mancavo"dico incrociando le braccia.
"Mia madre" dice.
Lo guardo perplessa e allora lui continua la spiegazione.
"Mio padre, si è rifatto vivo dopo troppi anni. Si è presentato in casa come se avesse ancora qualcosa legata a me e a lei"dice e poi continua.
"È entrato letteralmente in casa, convinto che in questi anni non fosse successo niente. Pretende di stare di nuovo con mamma. L'ho cacciato a pedate ma non so fin quando lei sopporterà tutto ciò" sospira frustrato.
"Ascolta Jonathan, vedrai che si sistemerà tutto" lo rassicuro.
"Non mi chiamare con il mio nome per intero, non tu!" quasi urla divertito.
"Tu mi affibi diversi soprannomi! E io non posso chiamarti con il tuo nome per intero?!" dico con fare ovvio.
"Si, ma tu sei la mia Piccola" dice soddisfatto.
È incredibile come riesce a trasformare situazioni di merda in momenti unici; un momento prima stava piangendo e quello dopo stava ridendo, insieme a me.
Prima non avevo mai creduto, fino in fondo che esistesse Dio, ma basta guardare lui, i suoi occhi per capire che invece esiste e mi ha fatto un regalo meraviglioso.Mi sdraio sull'erba umidiccia e Jo fa lo stesso.
"Pensi che Liz mi stia guardando da lassù?" chiedo al ragazzo.
"Certo che si!" dice come se fosse la cosa più scontata al mondo.
"Se lo dici tu!" dico sospirando rumorosamente.
Vedo Jo fissare il cielo con la stessa intensità del giorno precedente.
Poi lo vedo riflettere un attimo e si gira verso di me.
"Aspetta. Perché hai chiamato tua madre per nome?" chiede curioso e sento letteralmente un nodo allo stomaco.
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Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)
RomansA mio parere ognuno di noi ha una propria dipendenza. C'è chi dipende dalla droga, chi ha bisogno di uscire, chi ha bisogno di scrivere; e chi come me, sopravvive con un'unica droga: il suo sorriso. Avete presente quando non riesci a fare a meno di...