Capitolo 4

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Dopo quella giornata passata con Jo, lui non mi ha più degnato di una parola. E' come se per lui non esistessi. Si siede sempre vicino al mio banco e mi fissa, ma nulla. Dalle sue labbra perfette non esce mai alcun suono. E' come se si trovasse in un altro mondo. Perciò mi limito ad osservarlo senza dire nulla, imprigionata nei miei pensieri.
***
Uscita da scuola, metto gli auricolari e inizio a passeggiare.
Mentre attraverso la strada sento qualcuno chiamarmi.

"Ashley!!"

Mi giro per vedere chi mi sta chiamando e incontro due iridi azzurri.

"Ciao Matt!!" urlo salutando il mio migliore amico e gli salto in braccio.

"Hei bambolina" mi saluta affettuoso.

Conosco Matt dal tantissimo tempo e da subito mi ha affibbiato quel soprannome e a me non dispiace. Mi era mancato. Si era trasferito due anni fa a Seattle e ricordo che quando l'ho saputo volevo lasciare New York e partire con lui.

"Mi sei mancato" gli dico e inizio a piangere.

"Anche tu" sussurra abbracciandomi.

"Ma ora sono qui" continua.

Annuisco e prendo il cellulare e avviso mia madre di non aspettarmi a pranzo.

"Andiamo?" chiedo a Matt.

"E dove?" chiede aggrottando le sopracciglia.

"Seguimi" gli dico e inizio a camminare.

Per tutta la giornata, abbiamo passeggiato e chiacchierato e poi siamo andati a mangiare qualcosa in un bar. Voglio passare del tempo con lui.

"Allora hai conosciuto qualcuno?" mi chiede incuriosito e malizioso.

Sbuffo.                                                                                                                                                                                          

"No. Tu?" Ovviamente mento su Jo.

"No.." dice calciando un sassolino sull'asfalto.

Gli sorrido non sapendo cosa dire e decido di cambiare discorso.

"Mia madre sarà felice di vederti gli sei sempre piaciuto" dico ridendo.

"Già" dice e poi continua " Credo che resterò a New York" dice euforico.

Inizio a strillare come una pazza e lo abbraccio più forte di prima.

"Perché non me lo hai detto prima! Stronzo!" dico facendo la finta offesa.

"Volevo tenerti sulle spine!" dice facendomi la linguaccia.

"Bhe ci sei riuscito" lo informo.
Guardo l'orologio e noto che sono le otto di sera. Il tempo è passato così velocemente che non me ne sono accorta.
Il mio stomaco inizia a brontolare e anche Matt se n'è accorto.

"Andiamo. Ti porto a mangiate una pizza".

Mi limito ad annuire e arrivati in pizzeria, prenotiamo le nostre pizze e appena arrivate divoro voracemente la mia.

Dopo che mi ha accompagnata a casa, Matt se n'è andato via. Prendo dallo zainetto che ho con me le chiavi di casa, e cerco di aprire la porta ma sento qualcuno afferrarmi entrambi i polsi e trascinarmi in un angolo buio.
Prima che possa gridare mi porta una mano alla bocca.

"Zitta scema, sono io" dice riconoscendo quella voce mi calmo e lo strattono via.

"Ma dico, sei impazzito Jo ?!?" sbraito.

Si avvicina a me e con sguardo malizioso mi dice di salire in moto.

Senza opporre resistenza, tanto sarebbe stato inutile, salgo sulla moto.

"Dove andiamo?" chiedo esasperata.

"Presto lo scoprirai" mi dice e parte a tutta velocità.

"Arrivati" mi dice e scende dalla moto. Lo seguo mentre cammina. Prende dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette e ne prende una portandosela alla bocca e poi me ne porge una.

"No, grazie" gli dico mentre accende la sua e dopo aver inspirato il fumo me lo butta in faccia appositamente per farmi arrabbiare.

"Andiamo, prova. Una non ti farà male".

Scuoto la testa e di nuovo lui butta fuori il fumo sulla mia faccia. Gliela strappo di mano e faccio la stessa cosa, solo tossendo. Odio il fumo ma voglio fargli un dispetto. Mi guarda divertito poi mi strappa dalle mani quella sua che gli avevo preso e se la riporta alle labbra.
Non ci posso credere.

Camminiamo per un altro po' e poi mi dice di fermarmi.

Mi ha portato al mare.

É notte fonda, la luna brilla su di noi e io non posso far a meno di ammirare il suo gesto. La brezza del vento mi scompiglia i capelli e prima di camminare sulla sabbia mi prende una ciocca e la posiziona dietro l'orecchio. Stende un telo sulla sabbia e mi fa sedere accanto a lui che subito inizia a fumare un'altra sigaretta.

"Quella roba fa male" lo rimprovero.

"Diciamo che sono le sigarette che uccidono la gente.." dice accendendo la sigaretta e poi continua :" ma in realtà ci sono altre cose che ti uccidono; tipo l'amore" afferma sicuro della sua affermazione.

Gli prendo la sigaretta di bocca e sotto il suo sguardo infastidito la vado a gettare. Mi stendo sul telo a fissare le stelle seguita subito da lui.

Nessuno dei due apre bocca.

"Chi era quel tizio con cui ti sei abbracciata stamattina?" chiede con tono velenoso.

"Mi stavi seguendo?" chiedo infastidita e continuo: "Comunque si chiama Matt" mi limito a dire.

"Siete...fidanzati?" chiede triste.

"Certo che no. Lui è il mio migliore amico" lo rassicuro.

"Perché?" chiedo.

"Così.." resta sul vago.

Sentendo quelle parole i suoi meravigliosi occhi verdi brillano.

"Facciamo un patto" mi dice.

"Dipende..." dico dubbiosa.

Ride per la mia espressione e poi continua.
"Voglio dire..., io intendo portarti, ogni volta che vorrò o che vorrai, in un posto speciale per scappare da questo mondo tanto schifoso" dice per poi fare un tiro dalla mia sigaretta.

"Ci sto" dico sorridendogli.

La felicità che provavo però è subito interrotta da una chiamata.

"Pronto?"

Dall'altro capo sento la voce di mio padre rotta dal piano.

"Ashley vieni in ospedale. Mamma ha avuto un grave incidente d'auto" e a quelle parole mi crolla il mondo addosso.

Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora