Capitolo 6

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Mi sveglio sentendo dei strani suoni provenienti dalla camera di mamma.


"Libera.."


"Libera.."


Il dottore continua a dire le stesse parola mentre in mano ha quello che sembra come un defibrillatore.


"Vi prego..." supplico ai dottori di salvarla.


Urlo, mi dimeno dalla stretta di Jo che mi stringe a lui per non farmi entrare in camera.
Sento solo altre due parole da quel medico.


"Libera..."


Dopo quelle parole ci fu solo un silenzio assordante interrotto da un rumore proveniente da un macchinario.

[....]

"Ora del decesso... 8:30"


Cosa? No. No. No.


"No! Dovete riprovarci! Forza razza di idioti che aspettate che scenda Dio dal cielo?!?" piango e urlo fino a che la gola si secca.


"Calmati Ashley ti prego!" mi dice Jo mentre mi dimeno e i medici guardano il pavimento in segno di rassegnazione come per dirmi che non possono fare nulla.

Vedere mia madre, distesa su quel maledetto letto e con un colorito più bianco del lenzuolo è troppo, vedere il corpo di mamma immobile senza avere più vita, vedere che nessuno provava a fare niente; e poi c'è papà. Se l'amava, cavolo, avrebbe dovuto dire ai dottori di riprovarci e riprovarci. E invece no. Tutti, dal primo all'ultimo in quella dannata stanza non fanno niente.

Persino Jo.


Scappo da quella stanza senza sapere dove andare.

Sento una strana sensazione opprimermi il petto e vado in bagno, dove appena arrivata alla tazza del water, vomito. É una sensazione bruttissima. La cosa più brutta non è morire, la cosa più brutta è veder morire davanti ai tuoi occhi una persona senza che tu possa fare qualcosa per salvarla. Odio papà, perché è rimasto lì pietrificato senza fare niente; odio Jo, lui mi aveva promesso che non sarebbe morta. Ma soprattutto odio me stessa per non aver fatto di più.
La porta del bagno si apre rivelando un Jo preoccupato.

"Che cazzo fai?!"dico mentre mi abbraccia a se.


"Lasciami stare! Non voglio la tua compassione!" dico urlando mentre lui mi stringe a se più forte.


"Tu me lo avevi promesso! Mi avevi promesso che non sarebbe morta!" dico tirandogli dei pugni sul petto singhiozzando.


"Non decidiamo noi chi deve morire o no, Ashley" mi sussurra con gli occhi pieni di lacrime.


"Lo so. Mi odio, però. Mi odio perché potevo fare di più per lei, mi odio perché dovevo impedirle di prendere l'auto questa mattina. Mi odio persino perché non l'ho mai ascoltata anche quando parlava della mia felicità" dico trai singhiozzi.


"Tu non centri! Ashley non siamo noi che decidiamo quando morire! Anche se le avresti impedito di prendere la macchina, sarebbe morta in un altro modo!" dice Jo stringendomi più forte tra le sue braccia.


"Dov'è mio padre?" chiedo con gli occhi socchiusi. Nel bagno ci siamo solo io e Jo, io ho la testa appoggiata alla sua spalla ed entrambi siamo seduti vicini a terra.


"È andato a firmare dei documenti" mi informa accarezzandomi il polso dove ho un tatuaggio raffigurante un fiore.


Mi limito ad annuire beandomi del suo tocco e di quel magnifico silenzio.
"Jo?" lo chiamo.


"Si piccola?"


"Ti voglio bene" dico perdendomi nei suoi occhi verdi.


"Anche io. Ora andiamo piccola."


Mi pone una mano per farmi alzare e quando mi vedo allo specchio non mi riconosco.


Quando vedo mio padre gli corro incontro e lo abbraccio e lui ricambia.

Il suo abbraccio è diverso, quando Jo mi abbraccia sento in me delle strane emozioni che non ho mai provato per nessuno.


"Scusami papà" gli dico.


"Emily e Mike?" chiedo.


"Staranno da zia Sharon. Io stasera starò in ospedale finché non firmerò tutti i documenti" dice mentre Jo si avvicinava a noi.


"Resterai dove vuoi, zia ha detto che sei la benvenuta a Seattle"


"No. Resto con te" gli dico.


"No ti prego Ashley non complicare la situazione" mi supplica con le lacrime agli occhi.


"Ashley dormirà da me se lei vuole" dice Jo a mio padre che stranamente si limita ad annuire.


"Andiamo Ashley" mi dice Jo mentre mi prende un polso e mi tira a se quando vede Matt venire verso di noi.


"Ashley.. Mi dispiace l'ho appena saputo..io..io.." balbetta con le lacrime agli occhi.


Annuisco al mio migliore amico che guarda interrogativo Jo.


"Se vuoi puoi stare da me" mi dice Matt ma prima che io gli dia una risposta, Jo parla al posto mio.


"No. Dorme da me."


"Sicura?" mi chiede Matt.


"Si, grazie" dico e sorrido debolmente.


Saluto Mett che dopo aver fatto le condoglianze anche a mio padre va via e io vado via con Jo.
L'unica cosa che in questo momento mi conforta è la brezza del vento che mi colpisce il viso e il mio profumo preferito: il profumo di menta di Jo.


Ti voglio bene Jo
Pensai.

"Anche io piccola" mi dice scendendo dalla moto, visto che siamo arrivati, e mi bacia sulla fronte.


"Ashley tu scotti!" mi dice poi.


"Andiamo entra in casa hai la febbre" continua e io ubbidisco.

"Tieni" dice porgendomi un termometro.


Lo prendo e misuro la febbre.


"Allora?" chiedo io porgendo il termometro a Jo.


"Merda" impreca.


Lo guardo confusa.


"39.5"dice buttandomi delicatamente sul divano e coprendomi con una coperta mentre io inizio a sentirmi male e a starnutire.

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Drug- Drogata del tuo sorriso (#Wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora