CAPITOLO 23

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Sono passati sei mesi dalla chiusura delle cure e pian piano, mi riprendo la mia vecchia quotidianità. La stanchezza comincia a diminuire, il peso aumenta e i capelli ricrescono. Rimangono i continui controlli ogni due mesi per controllare  il ciclo produttivo. Ho anche subito un secondo intervento dove mi hanno "rimesso" i capezzoli. Anche il mio seno pian piano riprende forma e la mia femminilità rinasce. Fra qualche settimana ci sarà il fatidico giorno nel matrimonio. Abbiamo fatto tutto di fretta ma è tutto pronto. Si svolgerà qui a Modica e Piero mi ha promesso una luna di miele spettacolare, ma non ho dubbi. Ho ripreso a sorridere veramente e il dolore è svanito. Adesso posso dire che ho vinto io. Ho ucciso definitivamente il cancro e ora sta a me godermi il resto degli anni che mi rimangono, nella speranza che nessuna minaccia si ripresenti. Voglio solo godermi il resto dei miei giorni a pieno, insieme al mio compagno d'avventure: Piero. Ho fortunatamente passato gli esami di ammissione per l'università e adesso faccio ufficialmente parte della facoltà di giurisprudenza di Firenze. Devo ancora cominciare gli studi ma non vedo l'ora. Nella mia città si sono spostate molte cose. Un mio amico, giornalista, è riuscito ad indagare su dei sospetti boss di cosa nostra nel ragusano ed io sono in continuo aggiornamento. Piero ha dei dubbi sui miei progetti futuri ma si è rassegnato. Sa benissimo che il diritto è il mio grande amore, lo è sempre stato.
<< Meri, avete finito tutti gli inviti?>> mi distrae mia madre.
<< si mamma, erano un casino. Voi siete pazzi ad invitare 250 persone!>> esclamo. Già, siamo 250 invitati. Ma si sa, in Sicilia le cose si fanno in grande.
<< Meri, sono i parenti più stretti>> reclama mia madre.
<< si come no...hai invitato persino il figlio del cugino di tuo cugino di terzo grado. No, per farti capire degli inviti inutili>> rispondo. Lei mi sorride e si arrende.
<< che succede?>> arriva Piero da dietro, lasciandomi un casto bacio nella guancia.
<< niente Piero, parlavamo dei 250 invitati>> rispondo. Lui sorride e scuote la testa.
<< no comment>> se ne esce.



<< ecco fatto>> esclama mia madre soddisfatta dopo aver concluso l'ultimo bottone del lungo vestito bianco. Oggi è il fatidico giorno. Mia nonna ha fatto un capolavoro di vestito. Era una sarta e, ovviamente, doveva avere lei il merito di cucire il vestito da sposa alla sua prima nipote femmina. Un bellissimo abito da sposa a sirena, con strascico corto, scollo a barca e una piccola cintura con delle decorazioni luminose, tutto in raso e pizzo. Un corto velo, fino alle scapole, copre i miei corti capelli ricresciuti.
<< sei bellissima figlia mia>> si commuove mia madre scrutandomi meglio.
<< tutto merito tuo e di nonna, mamma! Grazie infinite>> dico quasi commossa.

Si aprono le porte della grande chiesa e il tragitto fino all'altare, dove si intravede la mia dolce metà, mi sembra infinito. Mio padre non si è ancora commosso stranamente. Mi stringe forte e mi conduce pian piano all'altare. Il mio sguardo ha occhi solo per Piero. Un sacco di flash invadono la mia vista. Riesco solo a sorridere. È già iniziato il più bel giorno della mia vita. Quando mi sembra di essere arrivata, Piero sorride a più non posso e mio padre, finalmente, scappa una lacrima. I battiti cardiaci aumentano lestamente. Il mio cuore arriva in gola talmente la felicità.
<< grazie>> sussurro all'orecchio di mio padre, mentre si avvicina lasciandomi un dolce e bagnato bacio nella guancia. Lui è l'uomo che non smetterà mai di amarmi, per qualsiasi ragione al mondo.
<< te lo meriti>> risponde guardandomi un'ultima volta e voltandosi. Poi mi volto e con il cuore a mille prendo la mano di Piero. Con il suo bellissimo smoking, è lo spettacolo che tutti i giorni vorrei vedere. A testimoniare per me, ci sono mio fratello minore e Daniela, per Piero ci sono Francesco e MariaGrazia naturalmente.
Proseguendo il rito spirituale, il parroco arriva al momento definitivo.
<< Se è vostra intenzione di unirvi in Matrimonio,
datevi la mano destra
ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa
il vostro consenso>> dice. Io e Piero ci guardiamo e le nostre mani si uniscono.
<< Io, Piero, accolgo te, Meri, come mia sposa.
Prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita>> pronuncia quelle parole d'un fiato. E a quella promessa mi ritornano in mente tutti i bei momenti passati insieme. Ma un domanda mi affligge: e io? Io posso promettergli questo?
Si, posso. Perché io lo amo e lo amerò per sempre, sennò non avrei motivo d'esser quì in questo momento. Mi volto, rivolgendo lo sguardo a mia madre e a mio padre  che mi sorridono e mi vengono in mente le parole che molto tempo fa mi dissero.
"Meri, tu sei una persona unica. Hai la forza di un bisonte e l'intelligenza più alta che io abbia mai visto. Ma sai amare, sai amare solo Piero. Lo hai sempre amato e sempre lo amerai. Lui è il tuo regalo per tutto il dolore che ti è stato fatto. Lui per te è tutto e proprio lui sarà la persona che ti darà tutto".
Quelle parole furono come uno schiaffo. Erano parole che mia madre difficilmente esprimeva e quelle erano state le migliori mai pronunciate.
Mi rivolto e, decisa, sorrido ed apro bocca.
<< Io, Meri, accolgo te, Piero come mio sposo.
Prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita>> dico con un esemplare sorriso.
Il parroco ci interroga e ottiene da entrambi la risposta: "si".
<<Meri, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo>> pronuncia, indossandomi delicatamente la fede nuziale. Le sue dita sfiorano le mie e quel tocco mi lascia una piccola scossa.
<< Piero, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo>> rido, mettendo la fede al dito di Piero. I nostri sguardi si incrociano e si scrutano.
<< lo sposo può baciare la sposa>> replica il parroco finalmente. Piero emette un sorriso a trecentosessanta gradi e avvicinandosi sempre di più, arriva alle mie labbra. Mi bacia dolcemente, come ha sempre fatto e io a quel tocco, mi sento in paradiso.
<< ti amo>> sussurra mentre tutta la folla che riempie la chiesa applaude e grida auguri.
<< ti amo anch'io>> rispondo. La sua candida mano stringe la mia e pian piano ci dirigiamo all'uscita della chiesa, dove paparazzi, fans, parenti e infinti chicchi di riso ci aspettano. Io mi sento come se avessi corso tutto il tempo, con il fiatone. Il mio cuore non sa reggere molto bene le forte emozioni.
Una pioggia di riso ci inonda e tra grida, urla e applausi arriviamo alla carrozza che ci attende, sani e salvi. Mio fratello ha pensato a questa bellissima carrozza e non è una di quelle classiche ma una di quelle siciliane, quelle bellissime carrozze piene di colori e illustri figure. Piero mi porge la mano e aiutandomi con il vestito mi permette di salire. Un colpo al cavallo, un ultimo saluto alla chiesa e si parte. Non ci siamo voluti soffermare in chiesa perché sapevamo gia che ci sarebbe stato l'inferno e sarebbe stato impossibile far avvicinare tutti i parenti. Quindi, abbiamo preferito incontrarci tutti in sala. Un'ondata di aria fresca mi scosta leggermente i capelli, dalla carrozza. Mi volto e i nostri sguardi inevitabilmente si trovano.
<< non te l'ho detto, ma oggi sei lo spettacolo più bello a cui io abbia mai assistito in tutta la mia vita>> esclama con dolci occhi e stringendomi, con dolce stretta, le mani. A quelle parole arrossisco. Mi fanno sempre lo stesso effetto.
<< tu lo sei. In quell'altare mi sei sembrato un angelo>> rispondo. Lui si avvicina tra il barcollare della carrozza, riesce a darmi un leggero bacio nelle labbra che io ricambio enormemente. 

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