CAPITOLO 43

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Eppure Piero continua a rassicurarmi ed io ero già rassegnata a quella brutta notizia. Ma devo superarla, come tutte le altre, specialmente adesso che devo prendermi cura del mio pallino. Non posso permettermi molte debolezze. In realtà, mi sono sempre detta questa cosa ma alla fine, sono crollata nell'oblio e sono riemersa grazie all'aiuto di qualcuno. Il mio povero papà, non è nemmeno potuto correre a ritirarmi all'aeroporto, ma nessun problema. Piero percorre l'autostrada, come se fosse solo. Io sono troppo intenta ad osservare l'alta roccia che copre la visuale, ma trovo l'immagine fugace comunque interessante. Forse mi aiuta ad autoconsolarmi. Si, mi sono rassegnata e infiniti ricordi vagano per la mia testa, invani. Come se sapessi già le condizioni di mio padre, come se ci fosse un filo invisibile che unisce le mie sensazione alle sue. Del resto, quel filo c'è sempre stato e continua ad esserci, ma sta diventano più debole perché mio padre spinge verso destra, per crescere ed io invece sono ancora ferma, incapace di raggiungerlo. Dentro di me continua a fluttuare come una palla, non intendo Pallino, ma una rabbia piena di un misto d'emozioni. Ho così tanta rabbia dentro, per ogni cosa brutta che ho dovuto affrontare, ma contemporaneamente qualcosa cerca di scacciare quella rabbia e sostituirla con la soddisfazione. La soddisfazione di essere stata forte, eppure io non mi convinco ancora d'esserlo. Ma si, alla fine sono un essere umano anch'io, ho un cuore anch'io e non posso mica essere di pietra. Mi volto, scostandomi dalle inutili riflessioni e immergendomi nella visuale che mi si presenta davanti. Da troppo tempo non mi soffermavo a scrutare il perfetto profilo del mio marito. Il suo piccolo viso, fine; i suoi piccoli ma profondi occhi; il suo lungo, irregolare ma perfetto naso; la sua piccola e dolce bocca, che sapeva sfoggiare il più bel sorriso di ogni uomo ed, infine, il suo alto ciuffo che sfilava il viso, rendendolo perfettamente giovanile. Il suo sguardo serio e fisso, lo rendono ancora più bello, facendo del suo viso quello di una copertina Gossip. E invece, questo uomo, pieno di raffinatezza, dolcezza, amore ed eleganza, me lo sono accaparrata io. Io, una magra ragazza che di 'speciale' possiede solo le curve. Inutile rimuginare, perché è questo quello che faccio dalla mattina alla sera ma non riesco a fare l'indifferente. Sono sempre stata così, rifletto e poi ci mugolo sopra. Ed è la cosa più brutta del mondo perché costruisco false presupposizioni e false illusioni, ma questa sono io e non potrei fare diversamente.
Piero si volta, sentendo il mio sguardo fisso addosso. Un sincero e candido sorriso mi accalda. Solo quello riesce a farmi dimenticare momentaneamente lo schifo che c'è fuori dal mondo. Le sue curve facciali si ammorbidiscono e, pacatamente, riporta lo sguardo sulla strada.
<< si, mi piace>> dico beata, con sguardo fisso al suo viso, ebetemente. Una semplice riflessione scappata. Piero si volta e rivolta, alternando lo sguardo su me e la strada davanti.
<< cosa?>> chiede confuso.
<< tu e la mia vita>> accenno un sorriso perspicacemente. Piero fa lo stesso ma ancora confuso.
<< ti piace? E perché ti piace?>> chiede con tono pacato. Il mio sguardo si sposta sulle sue mani, riflettendo.
<< perché mi piace il calore che trasmettono quelle. Vuoi che continuo?>> chiedo leggermente sarcastica. Un sorriso accennano le sue labbra e con la nuca fa cenno di continuare.
<< beh, poi mi piace il dolce sapore, il soddisfacente calore e quel leggero senso di umidezza che lasciano quelle dove si posano >> dico picchiettando lievemente le sue labbra con una nocca.
<< e poi...mi piacciono quei due occhi che si nascondono dietro gli occhiali. Occhi furfanti ma curiosi. Occhi profondi, scuri e incantatori>> continuo con voce sensuale.
<< mi piace anche quando quel ciuffo ribelle solletica il mio collo, proprio quì>> continuo trascinando un dito lungo il mio collo, catturando il suo sguardo.
<< ma ciò che amo più di tutti, è quello che hai dentro di te: il cuore. Quello è ciò che ti permettere d'esser te stesso. Delle volte si è fatto ingannare dai suoi stessi tempi, ma delle volte ha dormito insieme ad un altro cuore, producendo insieme altri sentimenti. E, sempre lui, riesce ad amare una donna che tanto l'ha fatto soffrire, ma ha ricambiato. Eppure, il suo sentimento più forte continua comandare i due cuori, convincendoli del loro 'per sempre>> continuo con sguardo ebete.
<< e la cosa che ha conquistato il mio cuore prima di ogni cosa, è stata la tua voce. Oh si, quella catturò tutto. Cambiò ogni cosa. Forse è lei che delle volte tramite l'interpretazione di romantiche canzoni, illude le persone. Pensavo che avesse illuso anche me inizialmente e invece no, fu la mia ad illudere la tua stavolta>> continuo accennando un sorriso. Il suo viso un po' si incupisce, riflettendo sulle parole appena scolpite.
<< poi mi piace la mia vita perché ha saputo darmi ciò che è giusto anche dopo ciò che è sbagliato. Se tutto questo fosse un post su Facebook, probabilmente schiaccerei un bel 'mi piace' fieramente>> sorrido. Piero scuote la testa, accennando un sorriso di divertimento ma buffo. 
<< sai Meri, delle volte mi chiedo come sarebbe la mia vita senza di te, se tu non avessi perdonato i miei errori, ma poi realizzo che sarei già morto per soffocamento >> dice con sguardo dritto alla strada. Ed io lo guardo ebetemente. Perché ho la sensazione che sia una presa in giro?
<< non esageriamo. Credo che la fiducia che nutro nei tuoi confronti sia qualcosa di sovrannaturale>> espongo il mio pensiero.
<< non immagini la mia fiducia nei tuoi confronti. Anche se dopo quel bacio con mio fratello è un pò diminuita>> dice ancora con sguardo fisso. Un'ondata di rabbia e rancore mi travolge. Come se io fossi l'unica fessa qui, che perdona tutto e tutti. Mi volto con sguardo sorpreso mentre lui con si muove di un centimetro. Ha un'aria strana. Sembra essere ricoperto da un velo di rabbia.
<< certo, mi pare giusto. Anche se la mia dovrebbe essere andata direttamente a quel paese dopo due tradimenti, no?>> accenno un sorriso pacatamente. Riecco l'orgoglio, ma è subito un pentimento. La situazione reale non è che siano delle migliori e avere una discussione proprio adesso non sembra nemmeno adeguato e coerente.
<< e infatti io ti amo sempre di più per questo. Ma quel bacio mi ha fatto un brutto effetto, ecco...>> risponde stavolta scostando lo sguardo su di me per qualche secondo. Ma perché continuano a formarsi milioni di dubbi su di me?
<< allora mi hai mentito. Perché avevi detto di capirmi? Sai benissimo che è stato un momento di debolezza>> rispondo tranquilla, sicura dei fatti miei. Alla fine, io so benissimo di non aver mai tradito, ho la coscienza pulitissima.
<< io non ti ho mentito, perché potevo capire la situazione ma ha comunque lasciato un amaro in bocca>> risponde.
<< non ti seguo>> aggrotto le sopracciglia.
<< niente, meglio lasciar perdere>> sospira.
<< perché? Stiamo semplicemente parlando. Quindi, diciamo che hai avuto un po' di empatia, ma ci sei comunque rimasto male al gesto. E dimmi, che colpa ne potrei avere io?>> continuo tranquillamente.
<< tu nessuna colpa. Forse la colpa è di mio fratello>> scuote lievemente la testa esponendo il suo pensiero.
<< e se la colpa fosse stata delle circostanze? Alla fine, tuo fratello non ha nessuna colpa se non la condanna ad aver amato>> rispondo.
<< amato? Lui non ha mai amato, ha solo desiderato>> sbotta.
<< e chi lo sa>> sorrido.
<< mi hai fatto riflettere su ciò che ho detto prima>> dice pacato.

Mia madre apre quasi lentamente la porta ed un lieve sorriso emerge dal suo viso. L'amarezza a questa vista è fin troppa. È la prima volta in tutto e per tutto vedere mia madre con quel volto straziato. Piero appoggia un braccio alla mia schiena, consolandomi leggermente a quel caldo tocco.
<< mamma>> l' abbraccio ad occhi lucidi. Le mie braccia avvolgono il suo dolce viso e le sue mi stringono forte a lei, rendendo quell'abbraccio tanto desiderato e lontanamente ricordato. Come ho fatto a non accorgermene? Sono stata così impegnata ad affondare la testa nei problemi di Piero, tanto da non accorgermi del malessere dei miei genitori? Io che una volta mettevo loro prima di ogni cosa, curandoli e viziandoli.
<< spero di non aver causato problemi>> si scusa mia madre dopo aver abbracciato anche Piero, leggermente preoccupata, spostando lo sguardo su entrambi.
<< mamma tu non causi nessun problema. Come stai?>> la consolo.
<< io bene...e voi?>> esita.
<< bene, bene. Papà?>> chiedo ansiosa.
<< papà è a letto. È stato colpito dalla demenza, come tuo nonno>> spiega abbassando lo sguardo. Quelle parole sono una coltellata. La demenza è il sintomo più brutto. Significa che perderà la memoria pian piano e avrà poche capacità cognitive. Al solo pensiero le lacrime cominciano a farsi strada, ma devo bloccarle. Serro gli occhi per qualche secondo, mentre Piero assiste silenzioso e cerca di consolarmi poggiandomi un braccio sulla schiena. Con lo stesso, mi stringe forte a se.
<< ma così improvvisamente?>> chiedo imperterrita.
<< non è ancora peggiorato, ma è alla fase iniziale. Oggi è a letto perché ha la febbre>> spiega.
<< capisco. Quindi dovremo rimboccarci le maniche come abbiamo sempre fatto e prenderci cura amorevolmente di lui?>> dico.
<< si... Non c'è altra scelta>> risponde abbassando lo sguardo. Sarà molto difficile ma dovremo pur sempre farcela.
<< devo ancora rassegnarmi all'idea, comunque...tu invece? Raccontami tutto>> sorride lievemente e visibilmente più serena.
<< mamma ci siamo io, Piero e il pallino vicino a te. E poi ci sono gli altri. Dici pallino? L'ho chiamato così ma non l'ho ancora visto>> ridacchio volgendo lo sguardo anche a Piero.
<< ah no? E come mai?>> chiede mia madre.
<< perché abbiamo avuto fretta per raggiungere la Sicilia. Avremo tempo>> sorrido.
<< e tu? Speri sia un maschietto o una femminuccia?>> chiede sorridente rivolgendosi a Piero.
<< spero sia femminuccia. Non mi basta una sola donna d'amare>> sorride.

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