EPILOGO

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Giuseppe, il portinaio, non poté far altro se non assistere alla scena. Vide Meri cadere e accasciarsi a terra, con la faccia sfigurata da tre colpi. Il killer non si accorse di Giuseppe, ma anche se fosse stato, era impossibile riconoscere il suo viso a causa del casco integrale. Meri era ormai morta sul colpo. Furono tre soli colpi ad uccidere le idee di Meri ed a spezzare i suoi legami. Francesco udì quei spari e il mondo le cadde da sotto i piedi. Aveva preso i bambini per mano ma appena stava per aprire la porta, tre colpi trafissero il suo petto. Si accasciò anche lui, lentamente, per terra. I bambini piangevano impauriti dai boati, mentre Francesco continuava a lacrimare. Le forze dell'ordine e l'autoambulanza stavano già correndo per arrivare da Meri. Furono momenti tragici. Era quella la sua fine, era segnata. Giuseppe prese coraggio e fece ciò che doveva fare, infatti fu lui a chiamare l'autoambulanza. Le persone formarono un cerchio intorno al corpo, scrutandolo, e insospettendo altra gente che si accorse a filmare la scena con dei telefoni. Meri giaceva lì, per terra. La sua vita andò a rotoli a causa delle sue idee. I suoi sogni si polverizzarono, ma il suo ricordo rimase per sempre.
<< restate qui>> disse Francesco ai bambini, chiudendo la porta. Si affacciò dalla scalinata e scorse il corpo senza vita della sua amata. La rabbia e il rancore presero il sopravvento.
<< noo, perché lei!>> cominciò a gridare piangendo a dirotto. Le persone lo guardavano esterrefatte, ma lui continuava a piangere e gridare, senza diminuire le distanze dal corpo. Non osò avvicinarsi, aveva visto già troppo. E adesso quei bambini che destino avrebbero avuto? Beh, la risposta fu semplice.

Ci fu un processo, ma i killer di Meri, il magistrato, rimasero ignoti. Il palazzo riporta fuori una lapide con impresso il viso di Meri, con il suo raggiante sorriso ed una frase che lei continuava a ripetere sempre:
" fin quando la giustizia governerà, la legalità potrà vincere.
Fin quando la legalità governerà, il mondo sarà già vincitore.
E fin quando l'amore dominerà, bisogna saper imparare ad amare tutti, senza nessuna distinzione di sesso, razza, colore e religione" .
Sotto i suoi aforismi, giaceva un disegno che Pietro volle lasciare sotto. Rappresentava, minuziosamente, la madre vestita da eroina e sotto un lungo mantello c'era la Sicilia. Quel disegno, inconsciamente, rappresentava ciò che Meri aveva sempre cercato di fare.
Francesco non si diede mai pace. Non accettò l'idea che la sua amata se ne fosse andata.
E poi ci fu lui...Piero. Stava cantando "aspetterò" ad uno dei loro concerti in Texas, quando non appena finì la canzone, Barbara si avvicinò a lui, sussurrandogli quelle parole che segnarono per sempre il suo cuore. Sbiancò e senza dare nessuna spiegazione a nessuno, corse in aeroporto e prese il primo aereo diretto in Italia. Appena arrivò, si cimentò a Palermo, assistendo ai suoi funerali. Il suo cuore ormai era rotto da tempo, ma dopo quello, era morto dentro. Non accettò quella scena. Guardava i suoi figli da lontano, ma non riusciva ad avvicinarsi. I bambini cercavano la loro mamma, ma nessuno aveva soddisfatto la loro curiosità. Piero piangeva, profondamente addolorato, e non si avvicinava. Si limitò a scrutarli. Francesco scorse il fratello da lontano, ma non ebbe il coraggio di avvicinarsi. Forse Francesco era stato l'unico ad amarla. L'unico a non averla tradita, ad averla sempre aiutata e mai trascurata. Eppure le circostanze furono crudeli. I genitori di Meri, assistettero alla seconda morte di Meri e piansero a dirotto. Tutta Palermo, tutta Modica e tutta l'Italia piangevano per la perdita di un eccellente magistrato e di una donna unica, inimitabile. Per la giovane ragazza piena di obbiettivi ancora da realizzare. Per la giovane mamma che amava i suoi figli più di qualsiasi cosa al mondo. Per la donna che difendeva i suoi diritti e amava tutti.
Il sorriso di Meri, scalpì una propria lapide nel cuore di ogni singola persona che l'amava e il suo ricordo rimase solo un dolce dettaglio e una piacevole relazione che la vita volle regalare.
Questa fu la storia di Meri e Piero. Il loro amore destinato a nascere dal nulla e morire da tutto. Il loro amore morì fisicamente, ma mai interiormente. Nonostante uno dei due fosse assente fisicamente, il loro amore riecheggiava nell'aria e nei cuori loro. Per sempre.



FINE

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