CAPITOLO 48

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{Salveee! Avviso i gentilissimi lettori che la quotidianità della famiglia Barone verrà accorciata. Cioè, mi limiterò a scrivere solo piccoli momenti, ma i capitoli aumentano e nuove idee vengono a galla. Quindi, mi impegnerò perché manca poco alla fine. Non vi anticipo niente, ovviamente. Adesso vi lascio. Un grande grazie ad ognuno di voi, da chi commenta e mette stelline a chi si limita a leggere e basta. Grazie!}

<< e ti ricordi quando la prima notte che facemmo l'amore macchiai le lenzuola della mia verginità? Che vergogna>> sorrido. Il mio capo giace tranquillamente sul petto di Piero ed i nostri nudi corpi sono illuminati dai raggi solari che filtrano dalle piccole fessure della tapparella chiusa. I nudi corpi non hanno vergogna, non hanno pudore, ma solo tanto amore. Piero ride al ricordo riaffiorato. Le mie nocche tracciano delle strisce, dalla tempia allo sterno. Quanto tempo passato dall'ultima volta che ci concedemmo un momento simile. Non lo ricordo nemmeno.
<< come dimenticarlo?>> ride Piero.
<< perché che vergogna? Io più guardavo quella macchia e più mi rendevo conto che eri già mia. Ero felicissimo>> sorride giocherellando con i miei capelli.
<< ah si? Com'è bella la convinzione>> esclamo sorridente. Odo una piccola risata che riecheggia per il suo diaframma, penetrando nella mia pelle. Continua a giocherellare con i capelli delicatamente.
<< adesso capisco da chi ha preso la piccola Sofia>> dico guardandolo negli occhi.
<< perché?>> sorride lievemente.
<< perché a lei piace giocare con i miei capelli. Tu lo fai sempre quando siamo a letto e lei ha lo stesso vizio prima di addormentarsi>> rispondo. Accenna un sorriso.
<< Pietro, invece, non si addormenta se non mi stringe un dito con la sua mano>> sorride.
<< e somiglia a me in questo?>> aggrotto le sopracciglia sorridendo.
<< si. Tu quando ti addormenti mi stringi sempre la mano>> dice.
<< ah si? Non ci avevo mai fatto caso>> sorrido.
<< io invece conosco ogni minimo dettaglio di te>> risponde. Le sue labbra si avvicinano, lasciando un casto bacio sulle mie.
<< mmmh e cosa sai?>> chiedo furfante. Il suo corpo sosta sopra un un lato, faccia a faccia con il mio.
<< so che la mattina, appena ti svegli, la prima cosa che fai è lasciarmi un dolce bacio sulla fronte>> dice poggiando una nocca sulla mia fronte.
<< poi, so che quando dilati le narici è perché sei ansiosa o nervosa>> sorride. Il suo sguardo si ferma sulle mie labbra.
<< so che quando hai tempo libero, vieni in camera da letto e abbassi le tapparelle, perché ti piace riflettere osservando i raggi di sole che filtrano dai buchi delle tapparelle>> dice. Un lieve sorriso spunta alle sue parole. Già, è proprio vero.
<< so anche che i libri per te sono sacri. So che le calamite al frigo devono essere rigorosamente a suo posto. So che non ti piacciono i tappeti sotto il letto perché ami il pavimento freddo. So che non ti piace rimanere senza intimo sotto gli indumenti. E poi so tante altre cose>> dice con un dolce sorriso. Le sue parole arrivano dritto al cuore. Sono meglio di un "ti amo". Mi conosce così bene.
<< non sapevo delle tue approfondite conoscenze>> rispondo con un lieve sorriso.
<< Meri, io so tutto di te. Mi basta guardarti negli occhi per capire cos'hai dentro. Quando stai male io sto più male di te, perché il dolore mi appare nei tuoi occhi. É come guardarlo in faccia. E la stessa cosa quando sei felice>> dice accarezzandomi una guancia. Anch'io conosco i suoi piccoli, strani e curiosi dettagli.

*un'anno dopo*

<< Dai Meri! Ma perché dobbiamo sempre essere gli ultimi ad arrivare?!>> implora Piero già pronto. Oggi si festeggia il compleanno ed il battesimo dei miei piccolini. Abbiamo preferito fare tutto insieme per avvantaggiare gli invitati. Ci saranno tutti, ma proprio tutti. Dai nonni di Piero ai miei nonni e persino i miei fratelli con le loro famiglie. Piero non ha voluto assolutamente partire per la Sicilia, da quando sono nati i piccoli, per la paura che succedesse qualcosa. Quindi i miei figli non li hanno ancora visti nessuno, in poche parole, e dopo un anno per giunta. Sono talmente furfanti, che già sanno camminare. Camminano benissimo, certo con qualche difettuccio, ma sono soli. Dopo un anno di sforzi, muscoli infiammati e strappi muscolari, ci siamo riusciti con entrambi. Crescono sincronizzati, come sempre.
<< ma no dai, non dire così! Arrivo subito>> rispondo dal bagno. L'ultimo tocco e si va.  Piero è appoggiato al muro del corridoio e lo vedo sbuffare. Il suo abbigliamento è come sempre impeccabile.
<< speriamo che riesco a camminare con questi tacchi. È da un casino di tempo che non li metto>> dico uscendo dal bagno e scostando il lungo vestito color rosa antico.
<< mamma mia...che spettacolo che sei. Erano anni che non vedevo le tue eleganti gambe accentuate dai tacchi>> alzo lo sguardo e gli rivolgo un occhialino.
<< hai preso tutto?>> chiedo indaffarata nelle mie cose.
<< si, tutto in macchina. Ora se tu sei pronta, possiamo andare, sperando che hai finito i tuoi comodi>> sorride beffardo.
<< finito>> dico lasciandogli un casto bacio sulle labbra. Prendiamo i piccolini e ci rechiamo in auto. Piero in versione paterna è tutto un'altra cosa.

Saranno coincidenze?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora