<< chi era?>> chiede mio padre.
<< non saprei, non rispondeva nessuno>> dico alzando le spalle. Affacciandomi dal finestrino, i campi fiorati invadono già il mio cuore che ne sentiva la mancanza. Quando era bambina, i miei nonni avevano questi enormi campi, distese di fiori, e io di nascosto, correvo per quei campi, rotolandomi dentro. E i miei vestiti profumavano sempre di candidi fiori. Lo stesso facevo con i campi pieni di crescenti spighe, campi d'oro. Rievocavano in me, fin da piccola, quel senso di libertà che non mi ha mai abbandonato. Neanche gli anni, gli incontri e persino l'amore, non sono riusciti a cambiare me stessa. Mi chiedo solo se sia la mia forza d'animo o se sia il risultato di una genuina educazione. In ogni caso, hanno alimentato sempre di più la mia voglia di fare della mia passione una carriera.<< mamma>> sussurro tra i suoi canditi capelli, odoranti sempre di delizie culinarie siciliane.
<< ghioia mia (gioia mia)>> mi sussurra in precipizio alle lacrime, entrambe.
<< ma Firenze ti fa passare la fame?! Sei la metà >> stranamente mia madre fa una di queste affermazioni. Di solito, ha sempre preferito dirmi il contrario, invece stavolta vuol dire che c'è un velo di verità.
<< si mamma, non è Firenze>> rispondo tra una risata.Ed eccoci, come una volta, tra la pasta a forno fumante di mamma, le focacce, le arancine e decine di altre delizie. Come al suo solito, ha preparato cibo per centinaia di persone. Mia madre è sempre stata così generosa, ma delle volte lo è fin troppo (esagerata!).
<< Piero come sta?>> mia madre.
<< Piero? Bene bene>> mento spudoratamente. In realtà non so nemmeno se sia vivo o deceduto ed io me ne sto qui, sorridente come un ebete cretina che non sono altro.
<< gli studi come vanno?>> chiede mio padre. So che l'ha fatto solo per evitare le mille domande di mia madre, almeno lui sa la verità.
<< benissimo! Le lezioni mi piacciono moltissimo ed ho conosciuto una ragazza: Celeste>> rispondo sorridente.
<< ah si? E com'è?>> contempla mia madre sorridente, mentre io comincio la vaga descrizione di Celeste.
Finalmente, l'interrogatorio è finito ma del resto, si sa.
<< mamma, io vado a fare una passeggiata>> dico finiti i doverosi doveri, approvando con un'annuire della testa.La solita quercia, all'orizzonte, che solo lei riesce a consolarmi e ad aprirmi la mente. Il leggero brusio del vento che accarezza il tenero grano, creando un'immagine che riaffiora alla mente la mia poco lontana infanzia. L' ultima volta che visitai questo posto, fu quando mi fu diagnosticato quel carcinoma, che riuscì a combattere forse in parte grazie al ricordo di questa immagine che mi appartiene. I capelli svolgono danze, mossi dal leggero vento, e all'orizzonte, proprio dall'altra quercia che sembri aspettare l'avvicinamento di esse, mi sembra di scorgere il mio dolce amore. Due querce, due amori. Ognuno dall'altro capo del mondo. Eppure qualcosa li tiene ancora in contatto, li tiene ancora vicini. Sarà la visuale o semplicemente...l'immaginazione, la fantasia. Il vento sembra essere scomparso e il silenzio domina, l'aria si ferma e con essa anche il tempo. La mia visuale, scorge quella figura alzarsi e cominciare a farsi strada verso me. Pian piano, faccio lo stesso anch'io, fino riuscire a riconoscerlo. La distanza diminuisce e la visuale migliora. Il calore dei raggi solari si fa sempre più intenso, fino ad abbracciare la nostra bolla. La sua mano si sposta ad altezza del cuore e con esso, anche la mia. La distanza è pari a zero e le dita delle nostre mani, si intrecciano, come le nostre vite. Il vento è ancora cessato ed il sole, con il suo calore, sembra farsi strada dentro di me. Sul volto di Piero, si dipinge il più bel sorriso liberatorio e lo stesso sul mio. Con le sue piccole e carnose labbra, mima un "ti amo" ed ancora esse, si avvicinano sempre di più, fino a combaciare perfettamente con le mie. D'un tratto, il vento riparte, le spighe cominciano a danzare e l'aria riprende a muoversi. Come se il mondo fosse rinato, o forse, i nostri cuori fossero rinati.
Una cicala comincia ad avviare il suo dolce canto ed a svegliarmi dal mio bellissimo sogno, è proprio essa. Si, la quercia mi ha fatto bene. Ha dato una risposta a tutte le mie domande. L'aria, il sole, il vento, le spighe, i colori e la mia Sicilia, sono riusciti nella sua missione. Io lo amo e questo matrimonio non deve finire. Lo so che lui mi ama, lo ha sempre fatto e sempre lo farà. Il tempo darà le sue risposte, lontane, ma corrette. Adesso posso pure ritornare alla mia quotidiana routine. Abbandono, con un sorriso soddisfatto, questo campo consolatore e risalgo nella mia auto. Squilla il telefono.
<< pronto?>> rispondo senza nemmeno far caso al numero.
<< Meri>> risponde dall'altro capo del telefono, una voce familiare, Francesco.
<< Francesco>> rispondo, quasi sollevata al sentir la sua voce.
<< è andato tutto bene?>> chiede.
<< si, tutto bene. Domani ritorno. Lì a Firenze come sta andando?>> chiedo.
<< tutto bene. Io sono a lavoro, ma non ho resistito al pensiero di sentire la tua dolce voce>> dice. Un rossore compare nel mio viso, anche in assenza di un contatto, ma in presenza di una comunicazione.
<< Francesco...>> sussurro, in assenza di parole. Le sue parole avevano lasciato come un dubbio, ma alimentato quella paura.
<< scusami, ho esagerato>> risponde interrompendo la mia risposta.
<< non preoccuparti >> dico addolcendo la voce. Forse la sua mancanza, ripercuoteva in me un minimo della stessa cosa. Perché?
<< allora ci vediamo domani>> continua.
<< va bene>> rispondo. Sembra quasi non volermi mollare.
<< ciao>> dice in un sussurro.
<< ciao piccolo Francesco>> rispondo con un sorriso.
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Saranno coincidenze?
FanfictionMeri, una semplice studentessa, incontrerà un ragazzo che gli cambierà per sempre la vita. Ma la felicità non è per sempre e una serie di problemi molto gravi, susciteranno grossi episodi spiacevoli tra la coppia. Adesso sta a voi conoscere questi p...